Blue Stone Paradise – Brochure illustrativa

Conoscere i propri limiti è un requisito importantissimo per chiunque aspiri a diventare un Celato. Troppo spesso vediamo casi di persone che tentano il passo più lungo della gamba cercando di mettere in atto tecniche che non si sono assimilate bene o che, ancor peggio, non si conoscono affatto. Stabilite, piuttosto, un vostro repertorio di tecniche alla quale dedicarvi costantemente nell’esercizio, di modo da poterle usare a vostro piacimento senza timore di sbagliare o di strafare. Anche in questo caso, però, non dimenticatevi di restare umili: anche un maestro può sbagliare, più la tecnica scelta sarà complessa e meno dovrà essere usata, cercate inoltre di avere sempre una tecnica di riserva nel caso la prima non dovesse funzionare.

Anche la conoscenza del territorio non va sottovalutata. Un buon sopralluogo dovrebbe dare al Celato una mappa mentale di tutti i luoghi salienti della zona scelta ma non solo: i sentieri e i percorsi di collegamento vengono spesso tralasciati e non si tiene conto della loro fondamentale importanza. Ci è capitato troppo spesso di vedere gente ricordare esattamente dove si trovasse un determinato punto di interesse ma poi essere fermato per aver utilizzato la strada più ovvia per arrivarci. Siete Celati, celatevi.

In generale, sono veramente tante le abilità che un celato deve riuscire a sviluppare per poter fare correttamente il proprio lavoro, ma non tutte hanno la stessa importanza e non tutte sono adatte alla vostra strategia. La pianificazione e la corretta valutazione dei propri pregi e difetti è fondamentale per chi vuole cimentarsi in questo sport. Di seguito proponiamo una simulazione di una sessione semplice, di bassa classe, evidenziando i punti salienti della pianificazione pregressa. Non imitate i comportamenti qui descritti alla lettera, stiamo parlando, ovviamente di una simulazione altamente semplificata con intento puramente didattico.

Carlos entra nella gabbia. Trattandosi di una sessione di bassa classe ha a disposizione mezz’ora per il sopralluogo, quindi procede immediatamente a percorrere il perimetro della gabbia. Sebbene questa procedura viene sconsigliata nelle classi medio-alte, a questo livello può aiutare il Celato a farsi un’idea della grandezza del campo e dei punti di ingresso e di fuga disponibili, nonché delle postazioni mediche e di soccorso, fondamentali all’inizio della vostra carriera.

La gabbia è di piccole dimensioni e Carlos può addentrarsi all’interno del territorio cercando immediatamente i punti di interesse. Secondo la teoria classica, tali punti di interesse sono: corsi d’acqua, potabili o meno, pareti rocciose facilmente scalabili, zone di vegetazione secca, possibilmente lontano dal resto della vegetazione (Tip and Advise: non trovate questo punto di interesse? Raccogliete qualche ramo secco e diverse foglie, fabbricati la tua zona secca personale, non sarà il massimo ma meglio di niente), luoghi rialzati, radure spaziose, terreni accidentati e piccole paludi o acquitrini. Carlos registra una zona secca, un piccolo ruscelletto potabile (meglio bollire comunque l’acqua), una collinetta al centro di una radura e una parete rocciosa d una decina di metri proprio sotto ad un punto di fuga. Ovviamente Carlos non sottovaluta l’importanza dei sentieri e dei percorsi alternativi

Al suono delle sirene, Carlos si cela in una zona boscosa, sotto ad un cespuglio, mascherando il proprio odore strofinandosi addosso le foglie profumate del bosco, quindi rimane in attesa, immobile. Carlos non dimentica di osservare l’orologio, non sono permessi più di cinque minuti di staticità e non vuole essere squalificato per comportamenti anti-sportivi. Nel mentre tende i sensi cercando di cogliere ogni segnale della presenza dei Palesanti.

Scaduti i cinque minuti Carlos si muove. Secondo il regolamento deve rimanere in movimento per almeno la metà del tempo in cui è rimasto statico. Per evitare infrazioni involontarie, Carlos cammina per tre minuti nella vegetazione, su un percorso che lo porta lontano dai punti di ingresso dove, in apertura, è più difficile incontrare Palesanti, qui si ferma per altri cinque minuti in una maniera analoga a prima. Senza troppi problemi, Carlos ha passato quasi un quarto d’ora nella gabbia.

Al termine dei cinque minuti Carlos torna a muoversi, ma incontra un Palesante che non lo nota. Non può fermarsi, quindi mette in atto una tecnica base, il Passo Anderson, per poter rimanere al coperto senza smettere di muoversi. Quando il Palesante è passato oltre Carlos torna a muoversi con naturalezza verso il bordo della gabbia, per poi piegare in senso orario senza avvicinarsi al bordo, seguendo i principi elencati dagli studi di Olmedi, che vedono i Palesanti muoversi principalmente in senso orario cercando intanto di uscire dalla gabbia.

Carlos ha passato ormai venti minuti nella gabbia quando incontra un Palesante che lo nota. Carlos sa che, non avendo abbastanza esperienza nella gabbia, questo è il momento di passare al mediogioco, quindi si volta e inizia a correre verso il punto di interesse più vicino, cercando, però, di raggiungerlo in maniera alternativa e non in linea retta. Anche se ciò capita di rado nella pratica, infatti, bisogna sempre dare per scontato che il Palesante abbia immediatamente avvisato gli Strateghi, questo per evitare il peggior scenario possibile. La statistica sembrerebbe dare ragione agli avventati che corrono in linea retta, ma visto il rischio che questo sport estremo comporta, è sempre meglio non rischiare.

Carlos raggiunge il primo punto di interesse, in questo caso la zona secca, e accende immediatamente il fuoco, per poi dirigersi verso il secondo punto di interesse più vicino, ad una velocità di circa 1,6 metri al secondo (velocità media di un uomo a passo spedito, ma non in corsa), possibilmente in senso opposto alla direzione che il Palesante gli ha visto prendere. Generato il diversivo e sviato le proprie tracce, Carlos può fermarsi al ruscello di acqua potabile e ragionare su come impostare il mediogioco. Questo punto di interesse è inutilizzabile in una partita così breve, ma può aiutare a camuffare nuovamente l’odore con il fango, la collinetta è troppo lontana per poter organizzare un “Gather and Run” (manovra comunque sconsigliata senza l’adeguata esperienza alle spalle), quindi decide di passare al “Reloj y Columpio”.

Carlos ricorda la posizione del punto di fuga preceduto dalla parete da scalare e, in base a questa, calcola il percorso migliore per effettuare la manovra, quindi inizia a correre in senso orario, in circoli sempre più larghi, tagliando l’intero campo ogni volta che incontra un Palesante o un Pedone (per maggiori informazioni circa il Reloj y Columpio si consiglia la lettura di “Manovre basiche per un mediogioco ottimale” di Juan Pérez Garcia, titolo originale “el arte de escapar en el medio juego”). Grazie a questa tecnica, perfezionata durante l’allenamento, Carlos riesce a correre per circa dieci minuti ancora, prima di incappare in un Possente ma, avendo eseguito correttamente la manovra di fuga, si troverà a poca distanza dalla parete rocciosa.

Iniziato il Finale, Carlos sa che non ha alternative se non correre in linea retta fino al punto di fuga, al contrario di quanto avrebbe dovuto fare durante il mediogioco. In questa situazione, infatti, gli Strateghi sono l’ultimo dei problemi di Carlos, e affrontare un paio di Pedoni è decisamente preferibile che rischiare di dover fronteggiare un Possente. Nel farlo, Carlos sa che la mossa migliore sarebbe la corsa sprint fino al punto di fuga, ma Carlos conosce i propri limiti, e sa che non ha fiato, quindi procede con una corsa blanda, rimanendo molto vicino al Possente, per risparmiare fiato. Ciò è possibile perché, data la propria preparazione teorica, Carlos conosce bene la velocità massima che un Possente può raggiungere.

Raggiunta la parete rocciosa (che Carlos ha scelto perché, al contrario di quanto possa sembrare in apparenza, è l’uscita più sicura, dal momento che le procedure di estrazione richiedono del tempo che potrebbe risultare fatale), Carlos fa sfoggio della propria preparazione atletica per salire in pochi attimi i primi metri, per poter mettersi al sicuro e poter continuare la scalata con calma. La vicinanza con il Possente, però, gli costa un colpo ben assestato al polpaccio. Avendo praticato, però, la gestione del dolore, Carlos riesce a terminare la scalata senza intoppi, e ad uscire dalla gabbia, seppur zoppicante.

Con un tempo di circa quaranta minuti e una ferita non grave alla gamba Carlos ha raggiunto un punteggio ottimo per un principiante durante una sessione di classe bassa. Non tentate di strafare, avrete il tempo più avanti di affrontare sessioni da giorni interi sfuggendo alla morte, ma come per tutti gli sport estremi, anche per il mestiere di Celato bisogna approcciarsi con gradualità.

Se avete voglia di Approcciarvi a questo tanto meraviglioso quanto pericoloso sport, la Blue Stone Paradise è pronta a fornire corsi di sopravvivenza, dai livelli base a quelli avanzate, nonché corsi specifici per tecniche di apertura, mediogioco e finale, corsi sulla teoria della gabbia e anche veri sopralluoghi guidati nelle gabbie ufficiali della Dedly Competition of Fame.

Attenzione, la Blue Stone Paradise declina ogni responsabilità per eventuali danni riscontrati durante le sessioni qualora non si sia preso parte a tutte le sessioni di addestramento. La Blue Stone Paradise non fornisce il servizio di supporto in gabbia, esclusiva della DCF. La Blue Stone Paradise non fornisce cure mediche al di fuori del primo soccorso d’emergenza. La Blue Stone Paradise non garantisce la sopravvivenza ai partecipanti delle classi medio-avanzate.

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