Due Fantastici Soldati

Rumori sordi invadono la quiete del mio box, cosa sono? Spari, forse? Voglio fuggire, provo a liberarmi, ma senza successo. Sento arrivare qualcuno, è lui Nick, il mio cavaliere. La sella invade la mia groppa e le briglie intrappolano il mio muso, un peso maggiore si posiziona sulla mia groppa. Una pressione sui fianchi mi fa schizzare in avanti, al galoppo. Corro attraverso i tunnel invasi dagli Austriaci, esco allo scoperto; le mine scoppiano a pochi metri da me, aumento il passo sempre di più, fino a quando sotto i miei zoccoli c’é il vuoto, sono spaventato. Spari su spari sovrappongono la mia paura, Nick continua a sparare, ed ecco che altri Italiani vengono in nostro aiuto. Noi avanziamo e loro arretrano, ma poi spari più forti, Nick mi sussurra: “Ehi bello, sono i francesi che ci salvano, forza ora andiamo via!” a queste parole, parto al galoppo verso la nostra trincea. Finalmente la quiete, sto passeggiando nei tunnel e tutti sono tranquilli, alcuni francesi si prendono cura dei feriti con le medicine che ci hanno portato, altri sistemano nuove armi e bombe. Nick mi sussurra qualcosa, ma non riesco a capirlo perché sono troppo stanco. Il tramonto si avvicina e io sono tranquillo nel mio box, tra poco arriverà la mia porzione di mangime serale. Ecco qua, la mia cena, ma aspetta Nick non ha solo la mia cena, ha anche la sua. Lo guardo con curiosità mentre si siede sul fieno del mio box. Sta piangendo, è triste? Ma per che cosa? Lui mi parla, ma io non capisco, lo guardo e basta. Dei passi si avvicinano al box e spunta il Generale Cantore che entra e lo abbraccia; detto sinceramente, non me lo aspettavo. Dopo un po’ escono dal box per andare a dormire ed è quello che farò anche io. Questa mattina mi sono svegliato con il botto di una mina anti-uomo. Rumori di passi si avvicinano sempre di più… il Generale Cantore, cosa ci fa qui? Dov’è Nick? Il Generale entra bruscamente prende la cavezza, me la mette e mi porta fuori dal mio box. Giriamo i tunnel per dieci minuti e poi si decide ad andare… in infermeria? Passiamo vicino a molti letti, finché arriviamo ad un letto dove dentro c’é Nick! Nonostante è tutto bendato mi accarezza il muso e mi sussurra: “Ehi ora toniamo a casa da Giusy” rimango un po’ basito, ma torniamo da Giusy, per la cronaca è la moglie di Nick. Un mese dopo… siamo in cammino verso casa e penso che tra qualche ora saremo arrivati e non vedo l’ora. Giusy è lì sulla soglia della porta e quando ci vede si mette a correre verso di noi, Nick scende dalla mia groppa, si abbracciamo e si baciano.

                                                                                          1918

Siamo tranquilli, niente guerra, niente mine, bombe e mitragliatrici. Giusy mi monta tutti i giorni e anche Nick, né a me né a Nick manca la guerra e ora che è finita ci hanno invitato alla parata di fine guerra. Nick è vestito con la divisa bianca dell’Italia e io invece ho un fantastico sottosella bianco con le rifiniture azzurre e la bandiera dell’Italia. Tutti ci applaudono con il sorriso mentre passeggiamo per la città. Alla fine della parata io e Nick ci guardiamo dritti negli occhi ed entrambi capiamo che… non torneremo mai più in trincea.

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Discussioni

  1. Ciao Matilda e benvenuta su Open con un bel racconto che sta dalla parte degli animali. Credo sia la prima volta che mi capita di leggere una storia di guerra e di viverla attraverso gli occhi di un amico fedele che guarda il mondo con quella dose di innocenza che noi umani abbiamo perso. Il suo sguardo è sempre rivolto al compagno Nick che diventa punto di vista e di riferimento e questo ci dà responsabilità nei loro confronti. Il finale è molto edificante e crea aspettativa per un proseguo della storia.

    1. Grazie, per i complimenti Cristiana, io amo gli animali e penso che farò molto spesso cose di questo genere. Su questo racconto pensavo di fare un proseguimento nel periodo della seconda guerra mondiale, grazie ancora!