Fuori, una sera

Serie: Prima della fine del mondo


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Nessuno fa caso a chi si muove come se avesse qualcosa da fare.

Sapevo che non c’eri. La tavola di formica è ingombra degli avanzi: qualche corteccia giallognola accanto alla busta di vino. Odore di uova fritte in ogni stanza.

Era già sera quando ho deciso di farti una visita. Non volevo, non stasera. Tutti avrebbero notato un passo indeciso e uno sguardo distratto. Nessuno fa caso a chi si muove come se avesse qualcosa di preciso da fare. È proprio così che ho deciso di muovermi.

Ho avuto tutto il tempo di ispezionare la tua tana. Ho osservato attentamente le fotografie che tieni sul comò. Ho annusato i pochi libri in vetrina: carta stantia, rastrellata probabilmente in qualche canonica abbandonata. Forse li hai addirittura letti; tu, diverso da tutti quelli che sono passati sul podere del pievano. Ho soppesato gli scarponi di cui vai tanto fiero, coperti come sono da una spessa crosta di fango.

Mi pare di vederti: addosso hai la camicia a scacchi, come quando ti ho visto la prima volta. Giochi a carte nello stesso bar. Tu solo, vecchio, malato; nessuno viene mai a trovarti. Tu, come tutti quelli con la schiena spaccata dalla vanga. Perfetto. Un travestimento perfetto.

Te la sei meritata la fiducia della gente che conta. Hai sempre fatto lavori buoni, puliti, veloci. E poi la discrezione… così rara. Hai sempre detto di essere il loro contadino, ma, dentro di te, ti sei sempre definito giardiniere. In effetti, è questo che sei stato: un giardiniere. Procacciare i germogli più teneri, custodirli in serra per un po’, poi offrirli ai loro sguardi, così esigenti.

Tutti restavano deliziati dalle tue scelte, e sorpresi: il crimine prospera nella miseria e nell’ignoranza, ma la crudeltà è sempre raffinata, opulenta; la crudeltà è un privilegio per pochi. Certo non per uno come te. Hai ingannato proprio tutti. Tranne me.

Al ritorno, lo so, ti concederai ancora un bicchiere. Sarebbe stato gustoso parlare del tuo ultimo lavoro. Peccato che tu non me ne abbia dato il tempo. Peccato che tu ne abbia parlato già con la persona sbagliata. Peccato. Tanti anni di travestimento, tanti anni a farti schermo dell’innocenza dei poveri… E poi, per una vanteria da caserma…

Mi sono permessa di fare un po’ di pulizia in bagno: avrai un sacco di visite domani. Comunque, so già che non ti accorgerai di nulla, forse solo dell’odore di limone. Detersivo. E’ l’ultima cosa che faccio per te. La tua opera non mi serve più. Le gocce che ho aggiunto al vino ti regaleranno una morte dolce, nel sonno.

Alla tua.

Serie: Prima della fine del mondo


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Un nuovo cambio di prospettiva in questo episodio, il quale sembra alludere ad una sorta di lettera non scritta di una donna, la probabile assassina a cui il detective sta dando la caccia.
    E incredibilmente intricata questa storia, ma spinge ad andare avanti per scoprirne di più.

    1. Chi scrive ritiene di doverla ringraziare a nome di Ian Elias. Ian sostiene che vi siano molte lettere sparse qua e là. Ian ritiene che debbano essere trovate.