Il capello biondo

Serie: ROSMARINO


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Nora la moglie perfetta?

Non sono mai stata gelosa. Nemmeno quando, i primi tempi, le donne gli lanciavano certi sguardi da cerbiatta affamata durante le cene aziendali. Andrea ha un certo fascino sobrio, da uomo che sa dove mettere le mani e dove non metterle. O almeno così credevo.

Il capello lo trovo stamattina. Biondo. Riccio. Lungo.

Sul colletto della sua camicia blu, quella che lava solo la lavanderia, “perché ha bisogno del trattamento delicato”.

Sto sistemando la pila delle camicie stirate, una cosa meccanica, quasi meditativa, quando me lo ritrovo tra le dita. Mi si impiglia come una ragnatela. Lo sollevo contro la luce. Non è mio.

E non è certo della signora delle pulizie, che ha i capelli neri, corti e l’età per essere mia zia.

Lo appoggio sul palmo. Liscio, lucente. Poi, con una calma quasi fastidiosa, lo infilo nel diario che tengo nel secondo cassetto del comò.

Alla pagina in cui ho scritto: Lista delle cose che non ho detto.

Non chiedo spiegazioni. Non lascio bigliettini. Non cambio atteggiamento.

Sorrido quando Andrea mi saluta.

Rispondo al messaggio vocale di mia cognata che vuole sapere se andremo al pranzo di Pasqua.

Stendo il bucato con la stessa attenzione con cui stendo le ipocrisie: bene, ordinato, al sole.

Poi esco.

Al supermercato, nel reparto prodotti biologici, trovo una confezione nuova di radice di valeriana. Una marca che non conosco. Leggo l’etichetta molto più a lungo del necessario.

“Utile in caso di agitazione notturna. Favorisce il rilassamento. In eccesso può provocare sonnolenza profonda.”

La metto nel carrello.

Accanto, c’è la ruta in foglie. Offerta speciale. Il caso, a volte, è più audace di me.

Alla cassa, il commesso mi sorride come si sorride alle signore un po’ eccentriche che curano tutto con le erbe. E in effetti, lo sono.

A casa, sistemo le nuove erbe nella credenza delle spezie.

Rimetto le etichette. Riordino i vasetti. Mi rilassa più di quanto vorrei ammettere.

Preparo un infuso di prova solo per me. Ruta, melissa, un accenno di finocchio. Amaro, ma interessante.

Lo sorseggio in veranda, col sole di marzo che scalda appena.

Andrea rientrerà tardi, ha detto. Una riunione, un aperitivo, una di quelle cose che finiscono sempre con una scusa e l’alito alcolico.

Quando mi scrive per dirmi che arriva per le nove, rispondo:

“Nessun problema. Ti tengo in caldo qualcosa di leggero.”

E inizio a preparare il brodo. Con calma. Molta calma.

Serie: ROSMARINO


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