
IL FRUSCIO
Serie: FRASTUONO
- Episodio 1: IL FRUSCIO
- Episodio 2: LA DISCOTECA
- Episodio 3: L’AEROPORTO
- Episodio 4: SILENE CERCA DINO
- Episodio 5: NUOVO INCONTRO
- Episodio 6: IL POTERE SALVIFICO DELL’AMORE
STAGIONE 1
A metà gennaio Dino fu promosso Responsabile dell’Ufficio Catalogazione della Biblioteca Comunale, dove lavorava ormai da qualche anno. L’anziano collega aveva maturato la pensione già a dicembre, e la scelta della commissione era caduta su di lui, anche se era giovane. O forse proprio per questo: dare un segnale di fiducia verso le nuove generazioni.
La notizia mise in ansia Dino. Non se l’aspettava, e nessuno aveva chiesto la sua disponibilità. Chiaro che rifiutare sarebbe stato uno sgarbo verso chi credeva nelle sue capacità. Così ringraziò, e cambiò il nome sulla porta dell’ufficio. Poi aprì l’armadio e guardò quel centinaio di libri nuovi, da catalogare e far disporre negli scaffali.
La prima notte fece fatica a prendere sonno: nuove incombenze, in cambio di un modesto aumento di stipendio. Prima di addormentarsi si chiese se ne valeva la pena.
Dopo una settimana ancora non si era abituato alla nuova mansione: aveva difficoltà a prendere decisioni, a dare disposizioni. Era tentato di tornare indietro al suo ruolo di archivista, ma con quale coraggio!
Fu in quel periodo che cominciò il fruscio alle orecchie. Un ronzio leggero, ma continuo, insistente. Sarà colpa dello stress, pensò, finirà appena il nuovo incarico comincerà a piacermi.
Di notte il rumore si attenuava un poco, ma alla mattina tornava, pure con maggiore intensità.
Fece qualche ricerca su internet. Acufene, si disse, soddisfatto. Un disturbo molto comune, che spesso sparisce da solo, in poco tempo. Solo questione di pazienza, quindi.
Passò un’altra settimana, ma il problema persisteva. Anzi, sembrava peggiorare. Soprattutto in biblioteca, dove c’era quasi sempre silenzio, il fruscio la faceva da padrone. Dino era stordito, disorientato; se qualcuno gli rivolgeva la parola si trovava subito in difficoltà, non capiva cosa gli chiedessero, cercava di interpretare il labiale.
Fuori, per strada, le cose andavano meglio: il frastuono del traffico superava l’effetto del fruscio, lo faceva praticamente scomparire. Ma a casa, e specialmente di notte, era un tormento; si rigirava nel letto, si copriva la testa con il cuscino, guardava continuamente la sveglia, aspettando con affanno il mattino.
In ufficio, poi, cercava di evitare contatti con i colleghi, fingeva spesso di essere occupato al telefono, se vedeva qualcuno avvicinarsi.
Ovvio che la situazione andava risolta, mica poteva rimanere isolato per il resto della sua vita!
Fece ulteriori ricerche in rete. Dei dottori si fidava pochissimo: quelli giovani non avevano esperienza, ma mica lo ammettevano; gli anziani erano ormai fuori gioco e miravano solo alla pensione; i rimanenti validi e non ancora stressati lavoravano tutti nelle strutture private.
Forte di queste considerazioni, e non volendo buttare denaro inutilmente, si mise a studiare personalmente la malattia che lo aveva colpito.
Allora, da quanto si leggeva non esistevano cure consolidate. Nessun medicinale specifico. Addirittura il sintomo non era verificabile con strumentazione medica.
Scartò subito le tecniche di rilassamento e le terapie di supporto psicologico. Niente agopuntura e nemmeno protesi acustiche.
La sua attenzione fu invece attirata dalla terapia ‘TRT’, che utilizza l’arricchimento sonoro dell’ambiente circostante per distrarre il cervello dal fastidio dell’acufene.
Non era ben chiaro. Cercò di capire meglio su vari siti pseudo-scientifici.
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All’inizio di marzo fu chiamato in Direzione: il grande capo saltò i preliminari e gli disse chiaramente che aveva ricevuto diverse lamentele, da parte di colleghi e abituali frequentatori della biblioteca. Dino lo guardò bene mentre parlava, per poter capire quello che diceva. Il fruscio era aumentato ancora, negli ultimi giorni. Si scusò ad alta voce, ammettendo che stava passando un periodo difficile. Ma tutto sarebbe rientrato nella norma, al più presto.
Il direttore lo guardò con perplessità e gli diede un po’ di tempo per rimettersi in sesto. Non voleva ritornare sulla scelta che aveva fatto.
“Sarà il cambio di stagione” gli disse dandogli una pacca sulla spalla. Dino sorrise, ma non aveva capito le ultime parole.
Passarono altre settimane e il rumore dentro la sua testa non smetteva, non gli dava tregua.
Decise di mettere in pratica la terapia di ‘distrazione cerebrale’. Stabilì di chiamarla in questo modo, più familiare.
Pensò a luoghi rumorosi, dove immergersi nel tumulto dei decibel, affinché il cervello si dedicasse al vero frastuono e si dimenticasse del fasullo fruscio.
Chiese una settimana di ferie. Aprile era un mese tranquillo: le scuole ormai volgevano quasi a fine percorso, i turisti erano ancora pochi. Il direttore fu comprensivo, ma in cuor suo cominciò a pensare che forse la promozione era stata prematura.
La prima mattina di libertà la passò dal gommista. Il compressore sempre in funzione e l’avvitatore ad aria gli tennero il cervello occupato: si sentiva bene, rilassato. Disse al meccanico che stava aspettando un amico, ma non poté tornare anche al pomeriggio.
Acquistò, tramite Amazon, un fonometro digitale tascabile, per misurare l’intensità del rumore. Voleva sapere a quanti decibel sarebbe potuto arrivare.
Un altro giorno riuscì ad entrare in una officina dove lavoravano lamiere metalliche. Alle presse tutti gli operai indossavano vistose cuffie protettive, di colore arancione. Controllò i decibel sul fonometro: 85. Il ronzio personale completamente coperto. Dino sorrise soddisfatto.
La sera provò ad alzare tutto il volume del televisore: tra 75 e 80 decibel. Non male, pensò. Lo riaccese in piena notte, tra una pausa e l’altra del sonno. Due esponenti politici stavano litigando ad un talk-show: 82 decibel; ma spense subito.
Serie: FRASTUONO
- Episodio 1: IL FRUSCIO
- Episodio 2: LA DISCOTECA
- Episodio 3: L’AEROPORTO
- Episodio 4: SILENE CERCA DINO
- Episodio 5: NUOVO INCONTRO
- Episodio 6: IL POTERE SALVIFICO DELL’AMORE
Immagino che sia ispirato a un episodio reale. In effetti, l’acufene è una vera tortura, all’esordio, sebbene sia possibile che, col tempo, il cervello si “abitui ” e, per così dire, lo spinga “sullo sfondo”, alleviando il malessere. Hai reso bene la condizione del bibliotecario: il tono oggettivo e quasi distaccato della narrazione aiutano a percepire il paradossale silenzio rumoroso il cui il personaggio si immerge per guarire.
Grazie per il commento, Serena.. mi sono documentato un po’ prima di mettere giù la storia, che poi vuole essere una riflessione sulle dipendenze, e come uscirne..