
Il nipotino
Serie: Ziu Pippinu
- Episodio 1: Don Sariddu
- Episodio 2: La famiglia di ziu Pippinu
- Episodio 3: I debiti
- Episodio 4: La stidda di ziu Pippinu
- Episodio 5: Alla villa di don Sariddu
- Episodio 6: Proposta indecente
- Episodio 7: Il nipote Peppi
- Episodio 8: Il nipotino
- Episodio 9: Quale soluzione?
- Episodio 10: Saretta, il figlio e la nuora da don Sariddu
- Episodio 1: La controproposta
- Episodio 2: Prede di don Sariddu
- Episodio 3: Saretta nella stanza da letto di don Sariddu
- Episodio 4: Atto finale
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Peppi si allontanò dalla villa come se fosse stato preso a legnate da una decina di persone. Avìa la testa che gli scoppiava, un fastidio agli occhi che a malapena riusciva a tenere aperti. Barcollava come un ubriacu, abbanniava( sbandava, perdeva l’equilibrio) tantu da far preoccupari alcuni passanti: na signuruzza si avvicinò a lui con scantu( paura)
— Giovanottu, tuttu beni? Mi pari un pochinu stancu. Debbo chiamari aiutu?—
Peppi non riuscì a taliarla beni, nun si fermò, ma riuscì a diri che tutto andava beni, che bontà sua lui stava beni e stava tornando a casa, da sa mugghieri, che lo aspettava.
— Sapi ( sa) signuruzza iu a ma mugghieri le voglio beni, e mi sta aspitannu, eppuri i ma figghi. Ne ho due, due ne ho!—
Sbriciolando queste parole in modo quasi incomprensibile, si allontanò cu prescia, aumentando il passo.
Vulìa al più presto parlari con Franca, vulìa avvertirla del pericolo che si era creato, quel figlio di buttana la voleva… no, quanto è vero Dio lo ammazzo, lo ammazzo a quel verme. E ripetendosi come un mantra queste parole, quannu stava per arrivari a casa, dovette passari davanti all’abitazioni dello zu Pippinu. L’ora era tardi, suo nonno era a letto sicuramente, perché se non era seduto davanti alla porta di casa, dormiva. Gli venne per un attimo la voglia di tucculiari ( bussare) a quella porta, parlari con lo zu Pippinu, aggiornarlo della situazioni, ascoltari consiglio: cosa fari ora?
Ma tirò dritto e andò a casa da sua mugghieri.
Na matina di bel sole, in una giornata tutto sommato fresca, lu ziu Pippinu tirò fuori la sedia e seppure con molta difficoltà si sedette al solito davanti a casa sua. Quel giorno ebbe un po’ di timore, non si spiegava cos’era, guardava il cielo come se qualcosa potesse cadere, all’improvviso, sopra la sua testa. Si sedette con un po’ di ansia addosso. Gli venne difficile pure fare il solito rito di pulizia interna, tentò molte più volte del solito, poi finalmente ci riuscì, mise l’amata pipa in bocca e respirò la sua rilassatezza.
Chiuse gli occhi con lentezza. E nel buio dei suoi anni, si perse nei ricordi. Lui cercava di non cadere mai nel vortice del passato, nun vulìa essere vittima di se stesso, della vita che era stata. Quel giorno fu come più forte di ogni altra cosa. Venne abbracciato da sua mugghieri, con la tenerezza che la contraddistingueva, carezzò la testa dei suoi figghi, tutti e due piccolini, li strinse a sé, comu facìa quannu erunu in vita: baciò tutti, con amore infinito. Parlava con loro ricordando i momenti più belli vissuti insieme, come il destino li aveva fatti incontrari, metterli insiemi nella vita per sempri. Eh sì, si rimani uniti per l’eternità. C’era chi crirrìa ( credeva) alla reincarnazioni, quell’argomentu allo zu Pippinu l’affascinava, moriri, e rinasciri, all’infinitu, finu a quannu nun azzeccavi la vita giusta! Piaceva pinsari a quella soluzioni per il dopo vita, quell’altra, che sapìa di punizioni, per due terzi era castigu, non lo attirava. Viviri per finiri in paradisu, era per iddu una utopia, non gli piace a concepire la vita per questo destinu, nun era u scopu, per iddu, della vita, gli sembrava un’assurdità. Non è che la reincarnazioni non lo era assurdità, stentava a capirla, però gli piaceva di più. E cominciò a domandari alla sua famigghia, spintu da quella teoria, chi fini avevano fattu, dove erano ora, lui, anche se vecchio, coi suoi novantaquattru anni, era pronto ad andarli a trovari, e se non avevano ancora scelto o stati destinati, voleva diri che quelle visioni significavanu che era arrivatu il momentu che forse doveva andari a trovarli li, dove ora tutti stavanu insiemi. Per la prima volta ebbe veramenti voglia di morire.
— Ciao zio Peppino. —
Una vocina leggera lo svegliò da quel mondo. Lo rimise al posto dove ancora apparteneva. Aprì gli occhi, diede una tirata alla sua pipa e si accorse del ragazzino che lo taliava con ammirazioni.
— Ciao Pitruzzu (diminutivo di Pietro) che piaciri vederti. Ogni tantu vieni a truvari questu pover’uomo. —
— A me piace venirti a trovare zio Peppino. Uno perché mi insegni tante cose, mi piace parlare con te e l’altro perché sei mio parente, a maggior ragione devo venire a trovarti: mi tocca.—
— Non tocca nulla, nessuno è obbligatu a fari cosi. Vedi, in questo paisi, mi sono battutu come una bestia nella politica, per dari la libertà a tutti di parlari liberamenti, senza dipendiri da autri, ho lottatu finu quasi alla morti. Ora che ci sono vicinu posso solo parlarne a chi ha voglia di ascoltarmi. Il suono delle campane della domenica mattina: Signuruzzi c’è la messa, ecco quel suono sta ad indicari ca da li a poco in chiesa qualcuno farà la predica, ti dirà come comportarti, cosa diri, come fari per far parti dell società di oggi, magari poi, di strisciu ti parla di Diu. Oppure quannu ci sono le campane delle elezioni, quelle sono ancora più forti. Signori, siamo arrivati noi, tutto cambia, per cambiari tuttu resta però cosi com’è. Ecco, io sono una campanedda, sola, stonata, e veni sentita da poche persone, e tu sei una di queste. E devi capiri che parlari liberamenti è la cosa più importanti che esista, senza questa libertà sei niente, sei merce, sei schiavo. Grazie Pitruzzu.—
— Zio Peppino, ogni tanto ho bisogno di parlare di loro, e tu solo sai come farlo senza farmi piangere. Io e mia sorella ti guardiamo come nostro bisnonno, nostro nonno, nostro zio, nostro padre, tu sei tutto per noi. Ringraziamo te per sempre. —
Il picciuottu diceva quelle paroli con calma, con lentezza tali da fari impallidiri na tartaruga. Metteva quei suoni tra lui ed il suo vecchietto con una naturalezza imbarazzante. Chissà quante volte c’era statu quel dialogo tra i due, e tutti e due erunu pronti a farlo ancora e ancora e ancora na vota. Lu zu Pippinu si sintìa smoviri (muovere) il cuore, si inteneriva dinnanzi a quel picciuottu. Lo amava, e cercava di dargli conforto.
— Vedi Pitruzzu, quannu tuo patri uscì dalla villa di don Sariddu, era comu impazzutu, non capiva nenti. Lo vidi avvicinarisi alla mia abitazioni, vulìa sicuramenti tucculiari, ma poi andò via. Iu sapìa cosa era successu lì dentro. Iu sapìa le intenzioni di quel pezzo di merda di don Sariddu. Ho detto a tuo patri di nun accettari quella proposta. Assolutamenti. Ma iddu, nella pazzia della sera, tornò a casa, voi non c’eravate, eravate dalla nonna, e raccontò tutto a sua mugghieri. La povera di tua matri, si trovò dinnanzi un fallito, uno disperato, pronto anche a fare una carneficina, squilibrato, con gli occhi fuori dalle orbite e l’alternativa di risolvere, o meglio di alleviare quel peso, a un costo altissimo. Percorrere quella strada, dalla quale, e ne erano tutti e due coscienti non ne sarebbero usciti mai più. Darsi a quel signore era dire, ecco me e la vita di tutti noi, mia, di mio maritu, dei miei figghi, tanto valìa riflettiri beni sul da farsi. —
Serie: Ziu Pippinu
- Episodio 1: Don Sariddu
- Episodio 2: La famiglia di ziu Pippinu
- Episodio 3: I debiti
- Episodio 4: La stidda di ziu Pippinu
- Episodio 5: Alla villa di don Sariddu
- Episodio 6: Proposta indecente
- Episodio 7: Il nipote Peppi
- Episodio 8: Il nipotino
- Episodio 9: Quale soluzione?
- Episodio 10: Saretta, il figlio e la nuora da don Sariddu
‘Chiuse gli occhi con lentezza’ e poi, ancora ‘Per la prima volta ebbe veramenti voglia di morire’. Due immagini che mi hanno molto toccata, emozionata. Hai una maniera di scrivere per immagini che mi e’molto vicina. La storia e’sempre più convincente. Bravissimo
Grazie Cristiana
Fantastico! Il discorso di Pippinu a Pietro è veramente un perla: incredibilmente profondo e significativo.
Sono sempre in prima fila per leggere questa serie. 👌
Grazie sempre Giuseppe. Zu Pippinu ha vissuto i suoi giorni in modo duro e segnato dalla vita. Tutto si riflette nelle sue parole e nei suoi silenzi.