Il sapore della nebbia

Mi chiedo quale sapore abbia la parola mamma per altri.

Per me ha il sapore inconsistente della nebbia: รจ una parola priva di connotazione. Indica unโ€™incubatrice che ha dato la vita alla mia carne. Un volto che mi ha osservato da lontano, muto, in un angolo, per tutta la mia infanzia e la mia adolescenza. Unโ€™estranea che nulla conosce di me, e mai conoscerร , persa nel suo multiverso in cui tutto รจ differente ed io sono una figlia devota.

La mia rabbia รจ rivolta a questo: NON DESIDERO FARE PARTE NEMMENO DI QUEL MULTIVERSO. Non desidero essere nulla per lei, nemmeno una fantasia. Si puรฒ strappare la fantasia? Perchรฉ, se posso provare pietร  per unโ€™estranea, non posso provarla per lei?

Lascia stare, dice la ragione.

Perdona, dicono i guru.

Il perdono puรฒ essere concesso a qualcuno che si riconosce e a cui si dร  un nome. Un titolo. Per me il nome mamma non ha struttura, riconoscimento. Il perdono va a una donna che mi ha affidata ad altri perchรฉ non era in grado di crescermi, con mia piena stima e rispetto. Una donna, non mamma. Se desidero gettare nellโ€™inceneritore questo rigurgito, fuoriuscito dal vaso di Pandora, devo ristrutturare il mio pensiero e cominciare da capo con donna.

Credo che saranno queste le mie parole, per lei, nella lettera dโ€™auguri per Natale:

โ€œGrazie per avermi fatta nascere.โ€

P.s. vorrei aggiungere un โ€œBuona Vitaโ€, che ho fatto mio dal vocabolario di mia figlia, ma il tono assumerebbe una connotazione leggermente passivo aggressivaโ€ฆ

Credo che per lei, mia figlia, la parola mamma abbia il sapore di una tizia stramba, con la testa sempre piena di storie che vuole raccontare. Storie tanto numerose da superare la capacitร  di essere messe in parole: frutto di una mente dislessica che non riesce a mettere in fila e a materializzare vista lโ€™enormitร  dei dati che vi circolano. Una tizia un poโ€™ rompiballe, tsundere, introversa, a tratti afflitta dalla sindrome dellโ€™impostore, con cui condivide parecchi interessi artistici. Una tizia che nel mondo reale cerca quasi sempre il bicchiere mezzo pieno e adotta gli stessi comportamenti di uno dei suoi gatti (quasi, per la toilette provvedo in altro modo). Una tizia che la ama e che si propone di camminare al suo fianco. Questo, almeno, รจ quello che spero.

Non appena si sveglia, chiederรฒ: che sapore ha, per te, la parola mamma?

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Discussioni

  1. Complimenti cara Micol per questo splendido, piccolo racconto che ha il sapore autentico di una pagina di diario. Le parole sono dure e non scontano niente. Tuttavia, non percepisco risentimento e nemmeno rabbia. Come se fosse cosรฌ e basta, come se ci fosse stata l’urgenza di dirlo. Ci vuole tanto coraggio a farlo e tanta sapienza a trovare le parole giuste. Un abbraccio

    1. Nel momento in cui ho scritto questo pezzo, lo confesso, di rabbia ne sentivo tantissima. Mi รจ servito per dissiparla, come mi รจ servito scrivere quella famosa lettera (fra parentesi, il senso della stessa รจ stato completamente frainteso generando felicitร  per quel “grazie per avermi fatta nascere” adagiato su mille out) Mah, comunque io ne ho ricavato un sasso in meno sullo stomaco ๐Ÿ˜‰

  2. Ciao Micol, una lettera forte, significativa. Ho dovuto leggerla piรน volte per comprenderla a pieno. Personalmente, avrei preferito una prosa piรน semplice. La bellezza di questo componimento mi รจ arrivata comunque. Descrivere certi argomenti e, soprattutto, certe emozioni รจ sempre una sfida con se stessi.

    1. Ciao Dario, scusa se ti rispondo solo ora. Diciamo che piรน che una lettera รจ un “rigurgito” e ho badato alla forma meno di quanto faccia di solito. Sono contento che l’emozione ti sia giunta comunque.

    1. Ciao Antonio, ti chiedo scusa per il vergognoso ritardo con cui ti rispondo. Sono felice che il mio racconto ti sia piaciuto, ti ringrazio davvero per aver condiviso con me le tue sensazioni nel leggerlo.

    1. Ciao Remo. Di solito per me รจ difficile scrivere racconti brevi, tanto che mi butto sulle serie ๐Ÿ˜€ Di tanto in tanto esce qualche rigurgito (giusto per citare il racconto in questione) di sua volontร  e ne approfitto per metterlo in parole.

    1. Grazie mille, Rocco. Manco da molto tempo, come lettrice, da Edizioni Open. Gli accenni fatti dallo staff sui tuoi racconti mi hanno incuriosito: spero di riuscire a leggerti nell’anno nuovo, quando avrรฒ riorganizzato le mie giornate in modo da potermi concedere quello spazio che ho sempre amato e a cui ho rinunciato per dare prioritร  ad altri aspetti della mia vita.

  3. “Unโ€™estranea che nulla conosce di me, e mai conoscerร , persa nel suo multiverso in cui tutto รจ differente ed io sono una figlia devota.”
    Molto bello questo passaggio, come intenso รจ tutto il racconto. Bello anche il modo in cui hai fatto entrare in scena tua figlia, attraverso un’espressione linguistica.

    1. Grazie mille, Francesco. Alla fine ho posto la fatidica domanda a mia figlia e ho avuto la risposta: tortilla de patatas! Un successo. ร‰ una delle pietanze che ama fin da bambina e che, in un certo modo, ha il sapore di “casa” e “famiglia”. Per i primi sei anni di vita รจ cresciuta a Girona, cittร  che ancora porto nel cuore: penso sia stato il periodo piรน felice di tutta la mia vita.

  4. Ma che bella questa scintilla d’anima, una scheggia di un cristallo di cui mantiene la struttura seppur in piccolo. Poche righe che descrivono un mondo e tre generazioni. Tutto alla fine ruota attorno a un interrogativo che affligge ogni genitore: sono stato in grado di evitare gli errori dei miei genitori? E come mi vede mio figlio o mia figlia? Cosa ricorderร  di me da “grande”?

    1. Hai ragione. Essere genitore ti pone davanti ad una quantitร  strade infinite. Si cerca di evitare gli errori che in noi hanno provocato dolore, ma se ne fanno altri. Credo che l’unica soluzione sia quella del rispetto e del dialogo: parlare รจ importante, anche se in alcuni momenti arduo (penso all’adolescenza). Ogni essere umano รจ diverso da un altro, questa consapevolezza in un rapporto sincero รจ alla base di tutto: se non รจ sempre facile accettare, รจ necessario comprendere l’altro.

    1. Ciao Giuseppe, grazie infinite. Ricambio l’abbraccio. Non so se l’amore puรฒ salvare, in questo caso penso sia meglio che io mi ancori alla ragione. Se intendi l’amore per l’essere umano in generale, spogliato di ogni titolo, ti do ragione. La mia soddisfazione, se cosรฌ si puรฒ chiamare, e aver costruito un rapporto del tutto diverso con mia figlia: nel malloppo affettivo che ci lega c’รจ sicuramente qualche errore, ma ciรฒ che abbiamo costruito assieme nel tempo รจ saldo.

  5. Uhhhh! โ™ฅ Tsundere โ™ฅ, tra le mie parole straniere preferite ed anche un tipo di carattere che ho sperimentato e amato. Penso che avere una madre come te mi farebbe impazzire di gioia, non che non ami mia madre intendiamoci, ma se provo a renderla partecipe di una mia qualche idea o storia, la sua mente recepisce un terzo delle parole e allora faccio finta di niente e torno a parlare come uno spot pubblicitario di pochissimi secondi. Con un carattere come il tuo probabilmente mi perderei totalmente nei meandri di discussioni fantasiose che sfiorerebbero le allucinazioni da dietilamide dell’acido lisergico e psilocibina, anche se, ad essere onesto, preferirei un po’ di salvinorina A… fa piรน casual! ๐Ÿ˜€
    Solo che andrebbe a discapito sia del mio lavoro che del tuo… Bisognerebbe fare una specie di programmazione a fasce orarie dove poter parlare senza interferire sulla produttivitร .
    In ogni caso la tua, รจ una bellissima dichiarazione d’amore! Intensa, profonda e carica di un affetto infinito.

    1. ๐Ÿ˜‚Emiliano ti amo! Il tuo vulcanico pensare mi arriva come un’onda a spazzare la mente. Per me, boomer artigianello, รจ qualcosa di rigenerante. Acqua santa? No, no meglio: ranuncoli di montagna, vivi ed esuberanti. Grazie!!!

      1. Ciao Giuseppe! Ma ti voglio bene anche io! In realtร  quando commento i librick รจ tutto dettato dalle ultime sensazioni che il racconto mi lascia, come quei sogni bellissimi che ti rimangono impressi nella memoria per pochissimo tempo e ti aggrappi ai residui di quelle immagini con le unghie e con i denti… Se poi il sogno e particolarmente emozionante, altro che sapore della tortilla de patatas! Il sapore per me dominante รจ quello della pasta col nero di seppia, la mia preferita in assoluto. โ™ฅ Ed รจ facilissimo partire per la tangente delle parole istintive.

    2. L’equazione รจ presto fatta: somiglio un gatto/i gatti sono degli tsundere ๐Ÿ˜€ Per l’anagrafe non potrei esserti madre, ma sorella di sicuro: sarebbe stato un bel casino in famiglia, con due come noi. Due cervelli che vanno ad 800 chilometri orari sono un pericolo per l’umanitร . A parte le facezie, grazie davvero per aver accolto le mie paturnie facendomi ridere delle stesse.

  6. Ciao Micol, che bella sorpresa e che bel racconto. Mi piace il genere e adoro il tuo stile di scrittura. La frase “Perchรฉ, se posso provare pietร  per unโ€™estranea, non posso provarla per lei?”, mi ha colpito in modo particolare. Mi sono ritrovata in un pensiero che tante volte รฉ stato anche mio, come figlia, soprattutto in questi ultimi anni. Scrivere e condividere queste riflessioni puรณ essere liberatorio per chi scrive e utile per chi legge.

    1. Ciao Maria Luisa. Prima di tutto, desidero ringraziarti per essere sempre presente per me e per le mie storie. Mi sono fatta la stessa domanda almeno un miliardo di volte, ma credo che quando ci sono in gioco i sentimenti la ragione vada a farsi benedire. ร‰ per questo motivo che, almeno nel mio caso, penso che la soluzione sia quella di prendere le distanze.