Il segnalibro.

03:33

Mi sveglio gettando prima un occhio al soffitto, poi alle tende -le uniche mantenute-, che stanno di lato alle mie spalle. Mi รจ sembrato di avvertire il rapido movimento di qualcosa dentro la stanza.  Forse รจ soltanto suggestione. Cerco con la mano il cassetto del comodino. Dentro cโ€™รจ il mio libro, le mie pastiglie, il mio telefonino, la mia canottiera preferita. Ci sono le cose che mi servono a ricordare chi sono, compresa la piccola agenda dove scrivo gli appunti dei miei sogni: un uomo che corre e cade a terra colpito alla schiena, ne parlava il tg. Uno stimato uomo dโ€™affari, qualcuno perรฒ affermava connessioni con il clan dei Mazzarella, questo lo discutevano in un talkshaw. Colpito dietro la nuca alla stazione di S.Maria Novella di Firenze, stava salendo sul frecciarossa delle 05:45, Firenze-Napoli.

Incubi di questo genere, volti su cui scorre la vita cadono a terra, senza preavviso.

La sveglia a led segna le 03:33. Lโ€™ora degli incubi, niente di diverso dal solito.

Qualcuno li chiama segnalibri degli angeli, segnali mandati per ricordarci chi siamo davvero, non cosa facciamo, inteso come mi alzo, mi vesto, prendo uno snack, vado in ufficio, telefono a Sandra, compro vodka, mangio vegano.

Dicono che รจ tutta unโ€™altra questione e, comunque, io a Sandra non telefono mai. Eโ€™ lei che chiama me, ritenendomi da salvare.

Mi faccio una tisana. Sa di anice, resta sulla lingua e scivola in gola in maniera convincente. Apro le imposte, faccio un giro in giardino. Si fa sentire la primavera, anche nella notte, il cielo รจ stellato e la luna si mostra per tre quarti. Il primo pensiero che avverto รจ che dovrรฒ riprodurre le piante grasse. Per farlo attenderรฒ la pioggerellina di marzo in modo che non ci sia necessitร  di bagnare la terra con fare maldestro e tutto assuma i connotati di un processo naturale. Il vento farร  il resto.

Sandra mi ha detto che sono monotona, che dovrei tentare di mettere in atto un cambiamento. Lo ha detto per via che ieri mi ha cercato tutto il pomeriggio e io non ho mai risposto alle sue chiamate. Le ho fornito la prima spiegazione che avevo a portata di mano, cioรจ che il mio telefonino era rimasto in silenzioso e non mi ero accorta. Tre settimane fa, le ho invece spiegato che un uomo mi aveva invitata a cena e non gradivo intromissioni. Lei รจ scoppiata a ridere, come se ciรฒ fosse molto improbabile. Sandra non vuol capire che la mia รจ unโ€™altra maniera di gestire le cose e il tempo. La veritร  รจ che hanno tutti fretta, non vogliono vivere sprecando i minuti o le ore. Sandra รจ la mia migliore amica, sostiene che occorre mettersi in azione e la sera si butta nel letto come si tuffasse dentro al materasso, lรฌ sprofonda, con tutto il peso del suo corpo e del suo cervello che non ce la fa piรน a contenere informazioni. Non vive quellโ€™attimo meraviglioso di stendersi e avvertire la calda sensazione di essere finalmente nella tana, come farebbe un animale selvatico. Come cade nel letto รจ come se morisse. Non sono sempre stata cosรฌ. Conosco ogni minimo tecnicismo che spinge in avanti i giorni di Sandra, ecco perchรฉ li comprendo. Poi รจ accaduto qualcosa. Ho iniziato liberando le stanze. Ho trascorso giorni a osservare quali potessero essere gli oggetti a cui ero realmente affezionata, piuttosto che altri capitati dentro per caso o portati lรฌ da conoscenti nelle feste di natale e che io non avevo chiesto. Ho liberato casa. Poi sono passata agli armadi, con la stessa procedura ho riempito buste con abiti che non erano mai stati per davvero miei, anche se li indossavo. Dopo due settimane sotto il mio tetto cโ€™era una nuova abitazione, mi faceva sentire leggera, potevo guardare la forma dello spazio fisico lasciato vuoto da ciรฒ che non cโ€™era piรน. Non ho provato dolore.

Per Sandra รจ inconcepibile che io viva cosรฌ, noiosamente, e non so nemmeno se esiste questo termine. Tre mensole nel corridoio, un tavolo e quattro sedie in cucina, un pianale di legno, un lavello. Un letto e un guardaroba fatto di otto ricambi, due per ogni stagione. Il giardino รจ il luogo di cui mi prendo veramente cura. Sarร  perchรจ da lรฌ posso sentire lโ€™acqua del borro nei mesi piovosi di aprile o i grilli cantare in estate, รจ come se non fosse mio quel luogo, ma appartenesse al mondo delle cose naturali.

Sandra sa che ho un lavoro a chiamata. In effetti รจ cosรฌ. Ci ho messo tempo in ricerche e spostamenti, seguendo anche indicazioni che sembravano improbabili, ma alla fine lโ€™ho trovato. 

Sandra ha dedotto che ho liberato casa perchรฉ vivo con poco denaro e che ho venduto ogni cosa per garantirmi qualche risparmio. I vestiti ceduti in conto vendita,  gli ori e i quadri li ho monetizzati. Eโ€™ una veritร  che si รจ costruita da sola. In merito alla faccenda io non mi sono mai espressa.

Sandra afferma che qualcuno si deve prendere cura di me. Anche questa รจ una sua veritร .

Eโ€™ quasi mattino.

Mi rimangono due ore prima di entrare in servizio e devo essere lucida.

Chiudo le imposte. Provo di nuovo a gustare il sapore della saliva, tutto ciรฒ che resta di una tisana. Di nuovo davanti al comodino.

Mi stendo, provo a respirare con un mantra in testa, che generi nuova linfa nei mie muscoli anche in assenza di ore di sonno. Poi, dโ€™un colpo salto su. Agguanto uno dei cambi primaverili da dentro lโ€™armadio, quello rosa, tuta da jogging, felpa con cappuccio e ampie tasche, due taglie sopra la mia. Eโ€™ lโ€™ora.

Apro il cassetto del comodino: dentro cโ€™รจ il mio libro, le mie pastiglie, il mio telefonino, la mia canottiera preferita. Ci sono le cose che mi servono a ricordare chi sono davvero. Identificarsi con il proprio mestiere รจ sbagliato, non ricordo chi lo ha detto. Cโ€™รจ la piccola agenda dove scrivo gli appunti dei sogni che vengono a trovarmi. La sollevo.

Ho tutto quello che mi serve.

Il resto lโ€™ho imparato a memoria.

Sarรฒ lรฌ, tra i tronchi dei pioppi recisi perchรฉ instabili ai demoni dei temporali generati dal riscaldamento climatico. Nessuna telecamera appesa ai rami.

Farรฒ jogging.

Lei si volterร , sentendo il mio respiro ansimante da dietro, piegherร  il labbro quel tanto che basta ad ammiccare un mezzo sorriso a una giovane donna che corre. Quando sarรฒ allโ€™altezza della sua spalla, tenderรฒ il braccio, ordinando al polso di restare immobile, a venti centimetri dalla sua nuca, mentre lei rallenterร  per non ostruire la mia corsa.

Donna

Capelli neri lisci fin sotto al mento

Neo tra il naso e la bocca, sotto la narice destra

Altezza 170 cm

07:00 colazione pasticceria Da Rino

07:30 tramvia T1, fermata Talenti

07:45 attraverserร  il parco di Villa Voegel. (eseguire)

Farรฒ fuoco con i venticinque centimetri della Co Maxin 9 silenziatore integrato estratta dalla tasca della felpa.

Continuerรฒ a correre senza perdere il ritmo fino allโ€™ultimo cestino dei rifiuti, posto lungo il vialetto e raccoglierรฒ il pacco che qualcuno ha lasciato per me. 

Tornerรฒ nel vuoto della mia casa.


Di sicuro Sandra mi avrร  giร  cercato. Lei vuole bene anche a un killer.

(racconto senza dialoghi)

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Discussioni

  1. Sandra sembra i’alter ego della protagonista di cui ormai si รจ sbarazzina optando per uno stile zen. Mi ha tenuto incollato dall’inizio alla fine ed io sono uno che si distrae spesso ahimรจ.

    1. …grazie Hugo per il tuo passaggio qui. Sapere che questo racconto รจ riuscito a catturare l’attenzione fino al suo finale, mi fa molto piacere. Forse รจ lo stile essenziale della protagonista a farlo.

  2. Spesso la solitudine interiore viene stigmatizzata, bello che in questo racconto appaia come scelta consapevole. Indipendentemente dalla professione della protagonista, questo “spogliarsi” di ogni inutilitร  mi ha accolta fra le sue braccia.

    1. Grazie cara Micol, la solitudine quando non รจ forzata, ma diviene una scelta data soprattutto da sfoltimento di cose e persone, รจ un posto dove si sta bene e che ci mette in connessione con gli altri anche se dall’esterno non pare. Mi trovi d’accordo.

  3. Ciao Bettina, rileggo finalmente un tuo LibriCK dopo un poโ€™ di tempo. Bello, rende irrequieti, turba la mente. Lโ€™assenza di dialoghi รจ piรน che compensata dalla narrazione in prima persona (di fatto, un monologo รจ un lungo dialogo solitario) che rende la lettura coinvolgente.

  4. Brava Bettina. Il finale รจ un colpo da maestro, ma, anche senza, il racconto si espone lo stesso alle considerazioni personali del lettore. C’รจ bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi o no? Si รจ cio’ che si fa o no? Si deve vivere intensamente o prendere tutto con calma? Che la protagonista del racconto sia una killer diventa del tutto accidentale, รจ questo il bello del racconto; oltre a uno stile accattivante.

    1. Grazie molte, sono contenta che ti abbia convinto questo racconto e che sollevi riflessioni e domande nel lettore. รˆ una cosa a cui tengo, cioรจ che il mezzo della scrittura serva ad innescare domande. Ti ringrazio per averlo letto e commentato.

  5. Sono qui ad ammirare di nuovo la scrittura netta, appropriata, quella che gli inglesi definirebbero con il termine โ€œsharpโ€, precisa e tagliente come un intervento chirurgico.

    Vorrei spiegarmi meglio: in questa storia lo stile รจ il racconto. Come possiamo notare, Bettina non solo ha scelto perfettamente ogni parola ma anche la lunghezza delle frasi. Poi le ha sapientemente montate scegliendone una al posto di unโ€™altra affinchรฉ noi seguissimo questa killer perfetta nella sua stanza, mentre scende le scale, perfino quando ascolta il rumore dell’acqua in giardino.

    Ecco che di colpo si forma inconsciamente nel lettore lโ€™immagine di una persona che ha abbandonato qualsiasi altra strada per percorrerne una soltanto. Di colei che รจ diventata metodica per necessitร .

    E qui si innesta lโ€™altro filone, quello dark, oscuro. Quello che io bramo: non il sole, i sorrisi, la danza ma il cielo nero dentro. Che poi Bettina sappia scrivere a trecentosessanta, questo รจ fuori discussione. Dico solo che lei fa parte di quel ristretto nucleo di autori che, quando vuole, sa navigare nella peggiore tempesta. Ed รจ lรฌ che io lโ€™attendo.

    Il lato oscuro di questo racconto, per la mia modesta opinione, si rivela nella sceltaโ€ฆ una scelta esistenziale profondissima. Se dobbiamo credere che i segnalibri degli angeli ci dicono โ€œchiโ€ siamo davvero, allora questa giovane donna ha scelto di essere sรฉ stessa nella sua vita. La trappola narrativa si nasconde nel giudizio morale. Perchรฉ se non la evitiamo, somigliamo a Sandra, che rappresenta lโ€™ultimo contatto con la vita che fu, con tutto ciรฒ che era sbagliato: in finale il crimine piรน grande che si possa commettere รจ perdere ogni minuto della propria vita.

    Profondamente psicologico, perfino psicanalitico, qui se cโ€™รจ qualcosa di improvvisato รจ solo il colpo di genio perchรฉ per il resto la costruzione รจ magistrale.

    Per quanto mi riguarda, nelle storie di Bettina io trovo, senza eccezioni, una palestra per lโ€™anima.

    1. Roberto, hai fatto un commento a cui non so che rispondere, ma Grazie penso basti.
      Aggiungo soltanto che nella realtร  delle cose, io stessa ho sperimentato l’arte liberatoria di togliere dalle stanze ciรฒ che non era indispensabile alla quotidianitร , cosรฌ come per gli abiti, cosรฌ come sperimentare di tanto in tanto l’arte della “sparizione”. Questo รจ un altro discorso che rientra nel personale.
      Quella zona d’ombra รจ indispensabile. Grazie

  6. Ciao Bettina, con questo racconto ci avvolgi in una spirale dalla quale ci fai uscire senza mai farci vedere la luce. Ne usciamo dicendo ‘caspita, proprio cosรฌ, tutto converge.’ Scrittura perfetta ed essenziale, come sempre nei tuoi ahimรจ rari racconti. Grazie.

    1. Ti ringrazio Nyam per averlo letto. Che ti abbia coinvolta mi fa piacere, se รจ quando hai voglia qui su EO ci sono molti racconti che si possono ritenere attuali anche se datati, scritti da me. Grazie per il tuo passaggio.

  7. Un altro racconto perfetto che ti porta, come in una spirale, fino al finale in corrispondenza di un centro dove ogni dubbio si scioglie. Che la vita della protagonista non fosse proprio “ordinaria” lo si poteva forse intuire, tuttavia quello che ci viene rivelato รจ veramente geniale. Stupendo

    1. Ciao Cristiana, grazie. Sono contenta se questo brevissimo racconto รจ riuscito nel suo intento. Sono d’accordo che ci sono parti in cui vengono messe in evidenza le caratteristiche della protagonista, inusuali, il cui ago della bilancia pare essere Sandra. Comunque รจ venuto cosรฌ, grazie molte per il tuo apprezzamento.