KIÈV……

KIÈVissuto ai tempi del KGB conosceva bene il terrore che quella sigla incuteva nell’inconscio, perché del pericolo ne era ben conscio.

KIÈVladimir?

Un uomo freddo, distaccato, dagli occhi di ghiaccio, insensibile all’umana sofferenza per l’assenza di empatia, cinico e determinato nel raggiungere i suoi obiettivi con una lucida e scrupolosa pianificazione: un perfetto funzionario modello del KGB. Per esserlo stato e per essersi distinto in quella struttura ai massimi livelli il giudizio non può essere clemente; tutte le altre  rappresentazioni sono solo propaganda allo stato puro. Eppure c’è chi lo considera uno statista, senza considerare che puro non lo è mai stato per essersi distinto per le epurazioni dei dissidenti, che a denti stretti hanno subito la censura di stato.

KIÈVolodimir?

Un ex attore eletto dagli ucraini liberamente alla Presidenza del paese. Chi critica la sua invasione di campo, da comico a politico, spesso giustifica l’altra invasione di campo, quella ben più ingiustificata perché caratterizzata da ferocia ed aggressività inimagginabile. Aggressività anche verbale perchè ha derubricato la guerra a semplice operazione militare speciale: questo è il frutto avvelenato della mistificazione propagandistica di regime.

Non c’e paragone (uno al momento lo danno al 2%) con l’altro comico nostrano che nel momento del bisogno non ha concesso dichiarazioni sul conflitto; si è defilato sul suo blog stellato evitando un processo per le sue posizioni a favore di Vladimir, quello senza Luxuria.

KIÈViktor?

Un populista in salsa piccante ungherese, particolarmente attento a non scottarsi e scontrarsi con l’orso russo.

KIÈVolato a Mosca per fermare la guerra è stato accolto con ostilità e diffidenza. Macron ed il macroscopico tavolo ne sono la testimonianza. Per parlare di pace bisogna essere in due e non distanti, meglio se equidistanti.

KIÈVicino all’Ucraina non vuole vederla vassallo dell’impero russo e del suo leader indiscusso, ma libera e democratica.

KIÈVittima implora giustizia e pace.

KIÈVile non molla la preda, come una iena ferita.

Quante laCRIMEAncora dovranno essere versate?

Salviamo l’Ucraina adesso, O D’ESSA resteranno solo macerie.

La guerra incombe inarrestabile sul quel mare buio; le speranze di pace affondano, come l’incrociatore in quel mare agitato e sempre più Mar Nero.

KIEV vincerà la sua battaglia? Non lo so, però lo spero, per non finire domani in Gulag per davvero.

P.S.

Ora vengono segnati con una lettera, a mo’ di bersaglio, i mezzi blindati invasori da un cavaliere nero mascherato. La deZettificazione dell’Ucraina è in corso.

I nomi sono di fantasia mentre gli avvenimenti sono tragicamente veri.

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Discussioni

  1. Splendido. Difficilissimo scrivere di guerra e invasione, tu ci sei riuscito appieno, fedele al tuo stile. Un bellissimo grido per la pace. Grazie

  2. Bello! Serio al punto giusto per l’ argomento in questione. E leggero al punto giusto, per non diventare un mattone. Brillante idea iniziare i vari paragrafi con il prefisso kiev, ripredendo il titolo.