La decisione

Serie: Bambini e torri


Tornai subito al mio alloggio, e mi chiusi nella mia stanza. Mi rendevo conto che la mia mente correva veloce, ma i miei occhi non si staccavano dalla borsa che conteneva il registratore.

No, meglio aspettare. Così, nonostante morissi di curiosità, mi spogliai ed entrai nel bagno, dove feci una lunga, ritemprante doccia calda.

Poi, avvolta nel vapore e nei teli da bagno, mi buttai sul letto, portai indietro il nastro, e ascoltai.

Tre ore più tardi, telefonai al professore, per comunicargli la mia decisione: avrei scritto la pubblicazione, omettendo la parte che riguardava l’intervista col fantasma.

Sembrò scontento, ma non fece domande. D’altra parte, mi conosceva troppo bene per non crederla una decisione definitiva.

Commentò soltanto che gli dispiaceva. “Non basterà, lo sai, vero? Quelli della commissione ti mangeranno viva!”

Alludeva alla commissione che avrebbe analizzato le pubblicazioni per scegliere il candidato migliore da proporre alla cattedra.

Riattaccando, pensai che sì, credo molto in ciò che faccio. Del resto, ho il dono di non dedicarmi mai completamente se non a ciò in cui credo.

Tuttavia, un’opera non è una fede, e ci sono cose più importanti, cose che, dovendo per forza spiegare la mia condotta, definirei prioritarie.

Sapevo solo che avrei dovuto cercare qualcos’altro in cui impegnare la mia vita, da quel momento in avanti.

Perché avessi deciso, comunque, di mutilare volontariamente un lavoro che mi aveva assorbito quattro mesi di vita e di energie, e che, molto probabilmente, era destinato a spalancarmi le porte dorate del mondo accademico, non è cosa che si possa spiegare facilmente.

La memoria di Azzurrina non conservava traccia dell’ingiustizia subita, né del volto bestiale di un padre assassino.

Tutto questo le era come scivolato addosso, non l’aveva toccata nel profondo. Almeno, non era questa la tragedia che la tormentava e la faceva piangere da quasi settecento anni.

I bambini sono ancora troppo vicini alla nascita per considerare la morte qualcosa di determinante, e forse la loro esperienza non ne risulta particolarmente intaccata.

Come avevo potuto dimenticare di avere a che fare con una bambina?

Quello che mi era parso nient’altro che un pianto disperato, un incomprensibile guazzabuglio di parole irriconoscibili, inciso su nastro, e riascoltato lontano dalla situazione di grave stress emotivo, risultava invece perfettamente nitido e chiaro.

“L’ho persa, non riesco a trovarla… E’ troppo buio, non ci riesco… Dov’è la mia palla? Ho perso la mia palla…”

Il mattino seguente, prima di lasciare il paese, feci un’ultima, brevissima visita alla Torre Est, e lanciai la palla colorata nel sotterraneo.

La sentii rimbalzare a lungo, giù per la processione di gradini umidi.

Fino al grembo freddo e buio della terra.

(Per Ellen.)

Serie: Bambini e torri


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Bello il tuo racconto, Sara, delicato e intriso di una dolcezza che fa venir voglia di partire adesso per la torre est per cercare di giocare con quella bambina così sola e al buio… Ho trovato una di quelle palline che rimbalzando si illuminano con mille lucette intermittenti. Porterò con me quella, così non la perderà più.

    1. non so come esprimere con questo freddo mezzo ticchettante l’emozione di leggere i tuoi commenti. quello della volta scorsa, dove avevi capito che la mia oscurità tendeva a coinvolgere per redimere… e anche questo. grazie dell’attenzione. approfitto per augurarti un sereno natale e buone feste.

    2. Ma scherzi? Per me è solo un piacere. Mi portate su mondi che guardo con gli occhi sgranati per cercare di cogliere tutti i particolari, al massimo dovrei essere io a ringraziarti e ringraziarvi per ogni piccolo sogno che mi donate.
      Ricambio i tuoi auguri natalizi nella speranza che ti arrivi il profumo del torrone che sto preparando in questo momento, tipo quei biglietti impregnati di profumo… Auguri Sara.

  2. C’è qualcosa, com’è naturale, che nelle storie che coinvolgono bambini tende a colpire di più gli adulti con un’indole protettiva. Ma ci vuole capacità e sensibilità per scrivere un racconto come questo. Sono tornato agli altri due ed ho riletto tutto di seguito. Avvincente, ben scritto e non scontato. Degno di pubblicazione. Grazie per la condivisione e per le emozioni.

    1. sono davvero colpita dalle reazioni… credevo di avere scritto una cosa troppo privata, invece scopro attraverso di voi che privato e solitario sono aree semantiche davvero diverse… questo conferma che, quando mi levano dalle mie storie, non capisco mai un accidente! XD buon natale e alla prossima, S