La donna della domenica
Serie: Cinquanta Racconti
- Episodio 1: L’idraulico
- Episodio 2: Una sbronza colossale
- Episodio 3: Eva
- Episodio 4: Un Natale di merda
- Episodio 5: Telefono erotico
- Episodio 6: La sconosciuta
- Episodio 7: Il dolore
- Episodio 8: Melania
- Episodio 9: La donna della domenica
- Episodio 10: Irina
- Episodio 1: Sandra
- Episodio 2: Scrittura creativa
- Episodio 3: L’assenza
- Episodio 4: Il mistero della penna di Flaiano
- Episodio 5: Il ritorno alla strada
- Episodio 6: Florentina
- Episodio 7: Andrea
- Episodio 8: La ragazza del killer
- Episodio 9: Sull’autobus di notte
- Episodio 10: Eugenia
- Episodio 1: A Casa di Loredana
- Episodio 2: Teresa
- Episodio 3: Gineceo
- Episodio 4: Addio
- Episodio 5: Denise
- Episodio 6: Ninna nanna malfamata
- Episodio 7: OF
- Episodio 8: I gemelli Murphy e il fantasma di Joyce
- Episodio 9: Il vino triste prima parte
- Episodio 10: Il vino triste seconda parte
- Episodio 1: Liturgia del desiderio – Parte prima
- Episodio 2: Liturgia del desiderio – Parte seconda
- Episodio 3: Non è successo
- Episodio 4: B-Movie
- Episodio 5: Francesca
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
STAGIONE 4
Alcune storie restano incastrate nei ricordi, mescolando vergogna e nostalgia. Storie che giuri di non raccontare mai, ma che alla fine riaffiorano nei momenti più inaspettati. Questa è una di quelle. Riguarda una donna sposata. E una partita dell’Inter.
A ripensarci, era tutto incredibilmente semplice. Lei era giovane, sposata con un uomo ossessionato dal calcio. E quando dico ossessionato, intendo che ogni minuto libero della sua vita ruotava attorno alla squadra: le vittorie, le sconfitte, le analisi tattiche. La domenica pomeriggio era sacra. Allo stadio con gli amici, birra in mano, bandiera in spalla. E così, puntualmente, dalle due in poi, la casa diventava il mio regno. Il nostro regno.
Non saprei dire come fosse iniziato. Forse un incontro casuale, forse una battuta sarcastica di lei su quanto fosse ridicolo sparire ogni settimana per vedere ventidue uomini correre dietro a un pallone. Da lì, il resto era venuto da sé. Ogni domenica diventava il nostro appuntamento. Lei mi apriva la porta con quello sguardo complice, un misto di malizia e sfida. Sapevamo entrambi cosa sarebbe successo. Novanta minuti, senza pause, senza pensieri, senza regole… o meglio, con un’unica regola: essere fuori prima del fischio finale.
Lei sembrava perfettamente a suo agio in quella routine. Io? Beh, mi godevo quell’insolita parentesi settimanale di adrenalina. Era come vivere in un film d’azione: eccitante, intenso, ma con il pericolo sempre dietro l’angolo. Il marito, lo stadio, il tempo scandito dalla partita. Bastava poco per mandare tutto a rotoli.
E quel “poco” arrivò, naturalmente.
Una domenica, tutto sembrava procedere come sempre. Lei mi accolse con la solita naturalezza, come se fossimo una coppia affiatata. Era tutto perfetto, almeno fino a quando non sentii il rumore inconfondibile di una chiave che girava nella serratura. Per un attimo pensai di aver immaginato tutto, ma poi una voce maschile tuonò dal corridoio: “La partita è stata annullata!”
Lei sbiancò. “Mio marito” sussurrò, il panico nei suoi occhi era una miscela letale di colpa e terrore. Io, invece, ero pietrificato. Non tanto per paura di essere scoperto – anche se l’idea di trovarmi faccia a faccia con lui non era esattamente allettante – ma per un unico pensiero: Come diavolo si annulla una partita di Serie A?
Il tempo sembrava dilatarsi. Dovevo trovare una soluzione, e in fretta. Nascondermi sotto il letto? Troppo banale. Fingere di essere un tecnico della caldaia? Assurdo. Fuga dalla finestra? Decisamente, l’unica opzione praticabile. Con un colpo d’occhio rapido, afferrai le scarpe, sistemai i pantaloni alla bell’e meglio e sgusciai fuori dalla porta sul retro.
Mi ritrovai nel giardino, il cuore che batteva a mille, mentre cercavo di mantenere un’aria vagamente dignitosa. Sentivo la voce del marito in lontananza, probabilmente perso in una filippica sul motivo per cui una partita di calcio non avrebbe mai dovuto essere annullata. Lui non sospettava nulla. Lei, chissà cosa stava inventando per giustificare l’improvviso disordine in casa.
Raggiunsi la strada principale, finalmente al sicuro. Mi appoggiai a un muro, ansimando, e realizzai che la mia “carriera” con la donna della domenica era finita. Niente più appuntamenti segreti, niente più adrenalina settimanale. Un capitolo chiuso.
Eppure, mentre mi incamminavo verso casa, non potevo fare a meno di sorridere. Quelle domeniche avevano avuto un sapore speciale, un mix di pericolo, eccitazione e follia che difficilmente avrei dimenticato. Oggi, ogni volta che qualcuno mi parla di una partita annullata, il ricordo riaffiora. Dietro ogni gara cancellata, c’è sempre una storia che nessuno racconta. La mia è questa.
Serie: Cinquanta Racconti
- Episodio 1: Sandra
- Episodio 2: Scrittura creativa
- Episodio 3: L’assenza
- Episodio 4: Il mistero della penna di Flaiano
- Episodio 5: Il ritorno alla strada
- Episodio 6: Florentina
- Episodio 7: Andrea
- Episodio 8: La ragazza del killer
- Episodio 9: Sull’autobus di notte
- Episodio 10: Eugenia
😂😂😂Ben gli sta! Mi verrebbe da dire, un po’ perché è interista e un po’ perché non si lascia la moglie giovane a casa da sola preferendole ventidue ragazzotti e una palla. Divertente, per noi. L’unica cosa che mi dispiace è che il marito “distratto” non lo sia mai venuto a sapere. Ma forse, spero, un vicino maligno gli abbia messo la pulce nell’orecchio.😁
è
e secondo te perché era interista ?…..
eheheh… forse noi due lo sappiamo ma qua non possiamo scriverlo!😂🤣😂
“Novanta minuti, senza pause, senza pensieri, senza regole… o meglio, con un’unica regola: essere fuori prima del fischio finale.”
Bellissima descrizione che lega perfettamente le due “attività” 😃 👏
Grazie per il tuo commento.
E senza tenere conto dei supplementari.
Originale incastro di una storia personale all’interno di un cliché che fa da guscio. Scritta benissimo, con il gusto e la voglia di chi ce l’aveva sulla punta della lingua da un po’.
Grazie per il feedback.