La relatività del dolore
Dolore; sensazione di malessere mentale e/o fisica che influisce negativamente nella vita di una persona. Potremmo descriverlo così? Potremmo descriverlo? E’ possibile secondo voi attribuire una definizione universale al dolore? Se in noi sussiste l’idea di essere viventi gli uni diversi dagli altri, con esperienze e percezioni diverse come potremmo circoscrivere banalmente un concetto così ampio e astratto come il ”dolore”?
Un bambino che piange per i suoi primi dentini prova dolore, una ragazza che viene lasciata dal suo amore prova dolore, la perdita di una persona cara provoca dolore…Ebbene, prendendo in considerazione età diverse, situazioni diverse, modalità diverse, potremmo forse affermare che qualcuno soffre più di qualcun altro? Che ci sono forse persone aventi maggior diritto di soffrire rispetto ad altre?
E se il paragone non esistesse? Se il dolore fosse soltanto dolore legato a quel dato momento, ad una specifica situazione di quella persona con caratteristiche uniche. Sarebbe giusto in quest’ottica dire ”non ne vale la pena!” oppure ”pensa a chi sta peggio” peggio rispetto a cosa? Rispetto a chi?
Le persone non sono tutte forti o fragili allo stesso modo, quella che per me è una sciocchezza per qualcun altro potrebbe essere una catastrofe. E se invece di farci coraggio, di prendere forza o cercare di rendere più sopportabile ciò che ci crea disagio creando paragoni lo facessimo accettando quel dolore? Accettandolo avendone consapevolezza, riconoscendone la causa ed in qualche modo a me ignoto lasciarlo scivolare via.
Credo dipenda tutto dalla mente. Questa è in grado di controllare, accentuare o ridurre una sensazione a seconda dell’intensità con cui su di essa di ci concentra. Per alcuni sembra sia un diletto crogiolarsi nel dolor, come se fosse esso stesso a renderle vive, come se ad una vita ”vuota” preferissero comunque sensazioni spiacevoli pur di provarne.
O forse perché paradossalmente scegliere di soffrire è più semplice. Più semplice del combattere, più semplice del rialzarsi. del reinventarsi, del trovare ”altro” su cui focalizzare la propria attenzione. La paura, la paura che qualcosa o qualcuno possa farci male di quanto non ce ne abbiano già fatto.
Tutto è una scelta.
La vita è una scelta.
Paura o coraggio.
Dolore o consapevolezza.
Tristezza o felicità.
Rabbia o indifferenza.
La vita ci porrà sempre davanti delle scelte, alcune meno facili di altre. E tu? Quale scegli?
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa
Penso che tutti noi dobbiamo imparare a gestire il nostro dolore, trovare un modo per affrontarlo e quietarlo. Non si possono evitare i “buchi neri”, prima o poi nella vita arrivano: bisogna trovare il nostro modo per intervenire al momento e, come ho detto prima, gestirli. Penso che nel buio sia sempre importante sapere che c’è speranza, che c’è qualcosa di buono che ci aspetta. Non provare è perdere in assoluto: provare può portare ad un fallimento (che di per sé può essere costruttivo, perchè si è appreso qualcosa di nuovo) ma anche alla meraviglia.
“O forse perché paradossalmente scegliere di soffrire è più semplice.”
Condivido questa riflessione
“potremmo forse affermare che qualcuno soffre più di qualcun altro?”
La mia risposta è “no”
“come potremmo circoscrivere banalmente un concetto così ampio e astratto come il ”dolore”?”
Sono d’accordo, è un concetto troppo ampio che coinvolge la sensibilità specifica personale