
LA REPUBBLICA DEI SALAMI
SALA MINO – SINDACO. È questa l’indicazione di voto che avremmo potuto vedere sui manifesti elettorali di Milano. Per fortuna i genitori del primo cittadino meneghino non erano fan di Reitano; pericolo scampato: non abbiamo un Sindaco “salame”.
Noi italiani siamo colpevoli di averli scelti con superficialità, dedicando meno tempo di quello che prestiamo per la ricerca di un vero salame. Ma quel che è peggio è che continuiamo a farlo. Siamo proprio dei “salami”, e loro sono i nostri rappresentanti di salumi che lasciamo stagionare, anche per lunghi anni, in quell’austero palazzo del potere che per predestinazione – non divina ma umana – prende nome di MONTECITTERIO. Mi ricorda una famosa marca di salami: i salami Citterio.
Con la nuova legge elettorale i parlamentari verranno dimezzati, ma solo metaforicamente. Niente paura, non verranno affettati affatto, ne basteranno solo la metà come basteranno metà degli attuali scanni parlamentari; per mantenere il proprio scanno prevedo che molti deputati non esiteranno a scannarsi.
Nell’ottica della spending review (riduzione della spesa per i non addetti ai lavori), questo palazzo troppo grande verrà affittato o venduto per rimpinguare le sempre più vuote casse dello Stato.
Sembra, voci di corridoio o meglio dal “ponte” – visto che provengono dal Transatlantico di Montecitorio – che la casa “Salumi CITTERIO” sia disponibile ad affittare il loro storico palazzo: “Casa Citterio” con sede a Rho. La “Casa Citterio” è un bell’edificio dove nel 1878 nasceva il Salumificio Giuseppe Citterio. Una vite del Canada la rende caratteristica perché l’avvolge interamente. Infatti la facciata è completamente tappezzata dalle foglie verdi della vite; solo le finestre sono risparmiate dal quell’abbraccio di madre natura. Davvero un palazzo da favola, color verde speranza, per questa povera Italia con le finanze sempre al verde.
Causa austerity, e non avendo più fondi in bilancio per rinnovare il proprio armamentario, le Forze di Polizia che presidiano la nuova sede parlamentare a Rho ora hanno in dotazione nuove pistole, gentilmente offerte da uno sponsor d’eccezione: “Salami Beretta – tutti ne vogliono una fetta”. Proprio la scritta perfetta sul berretto Beretta d’ordinanza e, forse un domani, su quello della Finanza.
C’è stata anche un’interpellanza parlamentare sfociata in un dibattito molto acceso. Son ricomparse le mortadella e sono stati branditi anche dei salami: Beretta da un schieramento; Citterio da quello opposto.
Dare del salame è un’offesa, ma solo per chi ha la pancia piena: non per chi ha lo stomaco vuoto; fanno eccezione i musulmani affamati specialmente se fanno “Salam” di nome.
Felino è la località dove viene prodotto il salame e il proverbio “non dire gatto fino a che non ce l’hai i-n-s-a-c-c-a-t-o” potrebbe dare adito a malcelati sospetti. Qui gatta ci cova! Che ci sia lo zampino cinese dopo l’acquisizione societaria da parte della China Food Corporation del marchio Felino? Il C.E.O., furbo come un gatto, prevede di leccarsi i baffi ma al momento mantiene la bocca cucita. Qualcosa di sicuro bolle in pentola. Mi raccomando, leggete attentamente gli ingredienti del salame Felino D.O.C. (Denominazione Oligine Cinese) pel non avele delle blutte solplese: nel piatto! I cinesi, come al solito, tla mille s-a-l-a-m-e-lecchi, ti flegano col solliso e un piccolo cenno col capo: pel questo è meglio non fidalsi. I Vicentini non corrono rischi particolari e come non ricordare l’antica filastrocca veneta: “Venexiani gran signori, Padovani gran dotori/Veronesi tuti mati, Visentini MAGNA GATI.
P.S. Il palazzo dove ha sede il Parlamento è Montecitorio.
Mi scuso anche della battuta infelice in stampa.
il salame UNGHERESE: orbèn ecco a voi Orbàn… mi fai morire! Sagace come sempre. Fabius me piaseria beverme n’ombra con ti! Ombra o Goto a Trieste? Qua diria en bicer. A proposito di Trieste ma veramente qualcuno la chiama TRST? Che trstezza!!!
A Trieste si dice goto ma sta andando in disuso negli ultimi anni, “un bicer xe meio”. Se passi da queste parti volentieri. Trst è Trieste in sloveno e croato, per i triestini Trieste è solo Trieste. In città vive una comunità di sloveni che sono una minoranza, nei paesini del Carso triestino sono invece maggioranza. Gli sloveni sanno tutti parlare perfettamente l’italiano, i triestini per niente lo sloveno.
Bravo Fabius. Penso piu´ o meno le stesse cose che tu hai evidenziato molto bene con quello spirito che io non ho e che un po’ ti invidio. Comunque, (tu l’ hai accennato), i nostri rappresentanti politici al vertice, sono il riflesso degli elettori alla base. Loro chiedono voti e chi li vota, molto spesso, chiede favori e non diritti, raccomandazioni e non meritocrazia; oppure soltanto promesse, (sufficienti ai piu´ ingenui), che che non verranno mai mantenute. L’ intramontabile voto di scambio. Piu´ salami di cosi´.
Per restare in tema ci vorrebbe il feroce SALA DINO che i salami, come i cristiani, li appendeva a testa in giù. Grazie 1.000 del commento.
Sarà l’ora, sarà la lettura e l’immagine di copertina, ma m’è venuta una gran voglia di salame! Scherzi a parte condivido la riflessione, la politica dovrebbe essere un privilegio e un servizio verso i cittadini, come uso anticamente.
Noi italiani siamo di bocca buona purtroppo. I salami poi li digeriamo molto bene.