
L’esempio e il cambiamento
Serie: LIZZY
- Episodio 1: Chi sarà Lizzy
- Episodio 2: Chi è Lizzy?
- Episodio 3: L’esempio e il cambiamento
- Episodio 4: Gli errori e la resilienza
- Episodio 5: La gentilezza, l’empatia e il sorriso
- Episodio 6: La pazienza e il coraggio di lasciare
STAGIONE 1
L’esempio.
“Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole”(Agostino D’Ippona)
Lizzy sorride: quella nuvola lì davanti a lei sembra proprio un cagnolino buffo con una macchia sull’occhio sinistro che corre scodinzolando verso la sua padroncina. La mente ripercorre veloce la sua infanzia, i momenti più felici che lei abbia mai trascorso, quelli che hanno creato le basi su cui ha costruito la sua intera esistenza. Ha avuto dei meravigliosi esempi da seguire, i suoi nonni, la sua famiglia, persone che sono sopravvissute alla guerra, e che hanno saputo sempre dare il giusto valore alle cose; e lei è cresciuta circondata da una grande quantità di amore, conoscendo il valore dell’amicizia, della condivisione, del rispetto per la vita, dello stare insieme, dando il giusto peso ai soldi e alle cose materiali. Ha tantissimi meravigliosi ricordi con cui ha riempito le “pagine” della sua infanzia e che, nei momenti bui, sono stati il suo rifugio, la forza che le ha sempre ridato il sorriso.
Non sono le parole a darci il coraggio di cambiare o di muoverci. Anche un bambino ascolta, o finge di ascoltare, ma non farà mai quello che gli viene detto se non è motivato o se non lo vede tradotto nei fatti.
Essere coerenti con se stessi genera fiducia negli altri e ne rafforza il rispetto; Portare una maschera, ingannarsi ed ingannare è una tattica che ha vita breve…la fiducia è una di quelle cose che non si può comprare, che si conquista con molta fatica e si perde troppo facilmente.
Chiunque voglia essere ascoltato, chiunque voglia essere seguito, deve prima di tutto dimostrare, deve essere se stesso non solo a parole, deve essere un esempio “vivo”.
Non si può convincere qualcuno a correre stando seduto sul proprio divano e neppure a buttarsi sotto la tormenta stando a guardare dalla finestra.
Lizzy lo scoprirà non solo nella crescita personale ma anche in quella professionale dove avrà la fortuna di incontrare “amici” che saranno i “trascinatori”, che le insegneranno a credere in se stessa, ad avere fiducia nella sue capacità, a tendere le ali e a spiccare il volo. E lei stessa diventerà quell’esempio da seguire, quella che non chiederà mai nulla senza “viverlo” in prima persona.
..pian piano il viso del piccolo cagnolino sfuma…Lizzy ritorna alla realtà e cerca una nuova nuvola da seguire….
Il cambiamento
Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura. (Jack Canfield)
…quella nuvola a destra sembra proprio assomigliare ad una bambola, con la cuffietta di pizzo e gli occhi spalancati sul mondo…
Che bella sensazione il ricordo del giorno di Natale…volare dal letto al mattino presto per verificare che Babbo fosse davvero arrivato, che avesse mangiato i biscotti e bevuto il latte che lei, bimba, gli aveva preparato ma soprattutto trovare i regali che le aveva lasciato perchè “ era stata buona”.
E quel pacchetto rosso con il grande fiocco? Eh si era proprio la bambola che voleva, quella che cantava e camminava come una bambina vera!!! Siiii era davvero stata buona e si era meritata i suoi regali….
…tutti i regali della sua infanzia, regali che erano una ricompensa ma che, purtroppo, erano diventati anche, a volte, la trappola dell’Orco…
Ora il cuore di Lizzy comincia a battere più forte…rivede la bambina che crede ancora nei giochi, che non conosce il mondo degli adulti… che si fida delle persone che le vivono accanto e non potrebbe mai immaginare che chi dovrebbe proteggerla sia in effetti un mostro!
I battiti accelerano e a Lizzy manca il respiro ricordando come dalle caramelle si è passati a un gioco che di innocente non aveva più nulla: la voglia di fuggire, prigioniera dell’Orco, di se stessa e dell’affetto che fino a due minuti prima aveva provato per lui.
La paura, un muro insormontabile che può quasi toccare, il tentativo fallito di cambiare discorso, di distrarre l’Orco…l’ansia, l’angoscia di non avere scampo, di essere sola…il mostro sempre più vicino, sempre più insistente…la sua mano…i suoi gesti… il puro terrore…e poi…una voce amica che le apre una via di fuga…la corsa lontano, a nascondersi da tutto e da tutti…il senso di colpa, il timore di averlo in qualche modo provocato, la vergogna…nessuno lo dovrà sapere, nessuno lo potrà sapere…e neppure lei lo saprà più…
Per sei lunghi anni Lizzy cancellerà questo ricordo, lo negherà a se stessa per poi ritrovarsi, quasi adulta, a doverlo rivivere, a doverlo combattere…a doverci convivere…
…sdraiata sul prato, guarda la nuvola svanire e prega che anche il suo ricordo sparisca insieme a lei…sa già, però, che non succederà neppure questa volta….
…Lizzy si siede, cerca di recuperare il respiro, di far tacere il suo cuore; nel silenzio, interrotto solo dal canto degli uccellini, sembra un tamburo, teme che il mondo intero possa sentirlo, deve calmarsi, recuperare lucidità…era solo un ricordo…non gli può più fare del male.
La paura…che ti impedisce di andare oltre, di rischiare, di raggiungere i tuoi sogni. Col tempo ti crei la tua “zona di comfort”, quel piccolo spazio in cui ti senti al sicuro in cui non rischi ma, purtroppo, neppure cresci. Non è solo uno spazio fisico ma un “recinto” che costruisci nella tua mente, le abitudini che ti proteggono. Ciò di cui non ti accorgi è che stai togliendoti l’opportunità di crescere, di conoscere la parte di mondo che c’è oltre la tua linea di confine…impedisci agli altri di entrare, di farti del male, ma rinchiudi anche te stessa imbrigliandoti nelle abitudini; eppure là fuori c’è un intero mondo da scoprire e se non ti metti in gioco finirai col perderlo.
…la sottile e immensa differenza tra il vivere e il sopravvivere…
Lizzy dopo la sua brutta esperienza si è rinchiusa nel suo piccolo mondo, la paura le ha impedito per tanto tempo di vivere alla luce del sole. Ma poi, improvvisamente, ha capito che i “rimpianti” non facevano più per lei e che era abbastanza forte per poter rischiare: non ha voluto più rinunciare ai propri sogni.
E i cambiamenti che la avevano sempre terrorizzata sono diventati parte di lei…ora che ha dato una svolta alla sua vita professionale e personale non si pone più limiti, guarda avanti, si mette alla prova, raccoglie le sue soddisfazioni…e’ orgogliosa di se stessa e del suo coraggio, sa che il futuro è davanti ai suoi occhi…allunga la mano per afferrarlo…è lì che vuole arrivare. Non ha idea di quanto sarà difficile, di quante prove dovrà affrontare per arrivarci e neppure se mai ci arriverà: di una sola cosa è certa, non si arrenderà senza avere fatto del suo meglio per provarci.
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla” (Lao Tzu)
Una farfalla le vola accanto (il simbolo stesso del cambiamento), si avvicina al suo viso e poi si posa sul suo vestito…le ali di un giallo abbagliante, così delicata, così meravigliosamente perfetta! Lizzy resta immobile temendo di spaventarla e la guarda muovere le sue piccole antenne come se ascoltasse…poi, improvvisamente, vola via a cercare i fiori lontani; Lizzy non se ne è accorta ma quella piccola farfalla l’ha distratta, ha portato magicamente con sé la sua angoscia…si sdraia e ricomincia a guardare le nuvole…Ed ecco una piccola altalena che sembra volteggiare nel cielo…l’altalena il modo più facile per scatenare la fantasia, sempre più in alto, sempre più su; quel vuoto allo stomaco, la sensazione di volare, di libertà infinita…
Serie: LIZZY
- Episodio 1: Chi sarà Lizzy
- Episodio 2: Chi è Lizzy?
- Episodio 3: L’esempio e il cambiamento
- Episodio 4: Gli errori e la resilienza
- Episodio 5: La gentilezza, l’empatia e il sorriso
- Episodio 6: La pazienza e il coraggio di lasciare
Un racconto che è una vera e propria altalena, dove ricordi felici si mescolano al dolore. Dicono che non importa quante volte si cade, ma quante volte ci si rialza. Penso che la vita metta tutti alla prova, l’importante è credere in se stessi e non lasciar mai andare via quella bambina in grado di dare una forma alle nuvole.
esatto…mai perdere di vista il “bambino” che è in noi perchè sarebbe come perdere se stessi