Lettera dall’aldilà

Serie: L'eredità di Giacomo


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Thomas si inerpica sui monti alla scoperta del luogo e di se stesso.

Entrai in casa che era già metà pomeriggio e, dopo essermi liberato da sudore e fatica con una lunga doccia, sentii il desiderio di riposare. Scelto un disco dei Pink Floyd che accompagnasse i miei pensieri, mi sdraiai sul letto chiedendomi se non stessi forzando troppo la situazione, poiché mi sembrava chiaro che anche ora, con la notte lontana, stavo cercando un pretesto per arrivare al sogno. In breve, decisi che la mia era solo normale curiosità e finalmente mi rilassai. Il sonno giunse puntuale come poi il sogno nel quale, per la prima volta, oltre a vedere sentii. Erano poche frasi di Giacomo, istruzioni che, immediatamente sveglio, eseguii. Scesi in cucina, trovai le chiavi nel seminterrato dove mi era stato detto di cercarle; con pazienza spostai decine di cassette contenenti una gran quantità di cianfrusaglie posizionate col preciso intento di nascondere una botola che, sollevata, dava l’accesso a una scala in legno che scendeva ancora. Individuato un interruttore accesi la luce e mi apparve un ampio locale, anche questo interamente rivestito in legno, un vero e proprio ufficio con computer, stampante e varie attrezzature; l’unica cosa apparentemente fuori luogo era un lettino posizionato a fianco della scrivania. Seguendo le indicazioni di Giacomo tolsi dalla parete una stampa incorniciata del celebre Urlo di Munch, dietro il quale era murata una piccola cassaforte che aprii con la seconda chiave.

All’interno una lettera e una chiavetta usb.

Lessi la lettera a me indirizzata.

Ciao Thomas, se mi leggi significa che, per ora, tutto è andato per il meglio. So che avresti molte domande da pormi ma ti chiedo di pazientare per le risposte che aneli. Era mio desiderio parlartene di persona, sarei stato tanto felice nel rivederti, ma la malattia e poi la morte non me lo hanno permesso.

Mi fermai confuso: era chiaro che mi aveva già incontrato, ma io non ne avevo ricordo.

Continuai a leggere:

Io ed altre persone, compresi eminenti studiosi, crediamo che dopo la vita terrena la nostra anima sopravviva al corpo, questa mia lettera ne è la dimostrazione e anche tu, leggendomi ora, ne hai la prova.

Nulla a che vedere con interpretazioni religiose, è solo fisica di una realtà che ancora non è chiara al genere umano. Comunque sia, mi trovo in un luogo intermedio dove queste anime sono in attesa di ‘ricollocazione’, una sorta di reincarnazione, se vuoi. Le anime sono grosso modo divise in tre fasce: giuste, che qua non si fermano nemmeno e rinascono subito in qualche nuova forma; indifferenti che sostano solo il tempo necessario a trovar loro una adeguata collocazione e, quindi, una nuova opportunità e, infine, malvagie o presunte tali che, se riconosciute colpevoli di particolari nefandezze, verranno cancellate. Io, purtroppo, sono tra queste ultime e, finché non dimostrerò la mia innocenza, non avrò possibilità di essere ‘riassegnato’. Se è vero che da giovane non ero proprio un sant’uomo ti assicuro che non sono un’anima persa e le mie umane colpe le ho già pagate nella vita terrena.

Intorno ai cinquant’anni nel paese dove abitavo scomparve una bambina che, dopo alcuni giorni, fu trovata morta alla base di un dirupo. L’avevo vista, in sogno imboccare una strada di campagna e poi correre piangente inseguita da un uomo che conoscevo e lo comunicai a chi investigava. Ovviamente non menzionai il sogno e affermai di averlo visto coi miei occhi e fu un errore che segnò la mia vita: l’uomo che avevo accusato si avvalse della testimonianza di due amici che confermarono fosse con loro, ben lontano dal paese. Ci fu un processo che lo assolse con formula piena e il triste fatto fu archiviato come disgrazia. Io, però, ebbi una condanna per falsa testimonianza e l’ostilità di molti abitanti del paese. Ero un buon amico dei genitori della bimba e loro sapevano che ero in buona fede, così come sospettavano che Rino fosse un viscido pedofilo. Il clima astioso mi obbligò, infine, a lasciare la Val di Non e a trasferirmi in Baviera dove, investendo i miei risparmi, rilevai una gelateria. Un giorno raccontai questi fatti a Jurgen, un professore universitario che mi aiutò come interprete nelle pratiche burocratiche e col quale nacque una grande amicizia. Restò molto colpito e mi parlò dei suoi studi e degli esperimenti dei suoi colleghi chiedendomi se fossi disposto a una lettura della mente. Inizialmente scettico accettai e in seguito, positivamente coinvolto, abbracciai la loro visione di diverse realtà.

È Jurgen che ha trascritto questa lettera con i miei pensieri provenienti da un’altra dimensione.

Ora ti starai chiedendo cosa ci faccia tu in questa storia. Ricordi il sogno in cui ti vedi bambino? Lo sguardo era il mio e fin da quel giorno riuscii a capire quanta forza sprigionasse la tua mente. Ora puoi aiutarmi: l’anima dell’uomo che ha causato la morte della bambina è qui e dimostrando la sua colpevolezza la mia sarà libera. Tu hai la forza mentale che io non ho più e potrai affrontarla e batterla. Semplice no? No, non sarà semplice, è forte, meno di te, ma lo è. Una cosa che devi tenere presente, sempre, è che fisicamente non potrà nuocerti ma se riuscisse a sovrastare la tua mente potrebbe ridurti alla pazzia. Ho distribuito il tuo impegno in tre anni, qua il tempo ha una dimensione diversa, quasi non esiste, ma nel tuo potrai crescere per conoscenza e consapevolezza e per questo ti invito a contattare Jurgen e farti aiutare. Non ho altro da aggiungere e, se fuggirai da tutto questo, avrai, comunque, la mia comprensione.»


Porca di una porca puttana! Esclamai a voce alta.

Accertato che non fosse un brutto sogno lo ripetei:

Ma porca di una porca puttana!

Avevo pochi giorni a disposizione prima che cominciasse la settimana di passione. Dovevo valutare cosa fare. Tornarmene a Bologna cercando di scordare tutto o trovare questo Jurgen e farmi aiutare ad affrontare una situazione di cui non sapevo quasi nulla.

Vado a camminare, mi dissi, mi aiuterà a capire.

Serie: L'eredità di Giacomo


Avete messo Mi Piace7 apprezzamentiPubblicato in Horror

Discussioni

  1. Ciao Giuseppe, molto interessante questo episodio. Le dimensioni ultraterrene, la diversa concezione del tempo, la reincarnazione, sono temi che mi attraggono da sempre. Interessante anche la divisione delle anime in giusti, indifferenti e malvagi. Non posso perdermi il prosieguo della storia.

  2. Ok, non so da dove cominciare: questo episodio mi è piaciuto un sacco! Prima cosa: “il luogo” in cui si trovano le persone dopo la morte del corpo, col tempo che funziona in maniera diversa (o non esiste affatto) è esattamente ciò che credo avverrà realmente (tranne il fatto di reincarnarsi, questo spero di evitarlo😅). Poi, Giacomo che gli parla attraverso il sogno, quella lettera, la lettura della mente…Wow! Cioè, questo episodio è un’esplosione di idee! E adesso, questo misterioso Jurgen (spero di avere più informazioni su questo
    personaggio nel prossimo episodio). Bravo, davvero!

  3. Colpo di scena! Mi sono letta gli ultimi tre episodi insieme, e non mi aspettavo questa svolta…quindi Giacomo e Thomas si conoscevano già, e Giacomo ha buone intenzioni, almeno così sembra. Ha un retrogusto dantesco l’immagine dello spazio dove si trova Giacomo, la divisione in tre dei tipi di anime…mi è piaciuta!

  4. Che svolta! Questa non è una semplice storia di fantasmi, è molto più originale e interessante. Bellissima l’idea della lettera come metodo di comunicazione. Mi fa piacere scoprire che Giacomo non abbia intenzioni ostili, anche se ha affidato a Thomas un compito difficile e, probabilmente, pericoloso.
    Bravo Giuseppe!

  5. Qui si sale di livello, la questione su cosa ci sia dopo la morte stuzzica tutti. La tua fantasia ha partorito una spiegazione pseudo-scientifica e benché la suddivisione delle anime ricalchi la visione dantesca dell’aldilà, sembra non esserci nessun giudice in questo spazio ultraterreno, ma si subisce il giudizio morale della gente, di quando si è in vita. Solo attraverso la correzione di quel giudizio l’anima potrà essere salvata. In altre parole, qualsiasi cosa sia l’anima (fosse anche il semplice ricordo del defunto), il riscatto dall’ignominia diventa una possibilità per non scomparire nel nulla.

  6. Direi, a questo punto, la seconda soluzione! Finalmente il protagonista tocca con mano le proprie paure, quello che nel sogno lo spaventa tanto si è materializzato sotto forma di una lettera con le indicazioni da seguire. La storia è davvero originale e, come accennavamo nei precedenti commenti, l’atmosfera di mistero tipica del genere horror si interseca con il romanzo di formazione. Perché il protagonista deve, a tutti gli effetti, compiere un cammino che, a quanto pare, non sarà facile.