
Logos
Serie: Hýlē
- Episodio 1: Logos
STAGIONE 1
Non c’era un cielo.
Solo una distanza che respirava.
Una vibrazione prese forma. Lentissima, inudibile.
L’origine aveva ricordato qualcosa.
Una presenza minuscola che si accendeva da dentro.
Non era nuova.
Era in attesa.
Quel luogo — se così si poteva chiamare — non aveva materia, ma aveva densità.
Era fatto di ciò che precede le cose. Tempo prima del tempo, forma prima della forma.
Non c’erano pareti. Solo contorni che si intuivano. Stanze mai riempite. Soglie che tornavano indietro.
Una frase attraversò il silenzio come una crepa.
«È tempo.»
La frase non era un ordine, ma una verità che stava accadendo.
In quel momento, qualcosa si inclinò. Non nello spazio, ma nella direzione dell’essere.
Un punto. Una piega.
Da quella torsione apparve Isen.
Le sue vesti erano di materia che sembrava acqua, ma non si muoveva. Le mani unite davanti al petto. Gli occhi fermi.
Niente nei suoi gesti chiedeva attenzione.
La vibrazione, ora, si condensava. Fatta di pensieri mai pensati. Di domande lasciate a metà. Una goccia che cade e diviene lago.
L’aria si curvò.
Lo spazio intorno cominciò a piegarsi.
Chi era presente lo avvertì.
Alcune figure osservavano. Nessuna si avvicinò.
Una restò in piedi dietro una soglia, immobile. I suoi occhi erano più chiari del bianco, eppure nulla riflettevano. Non parlò. Non si avvicinò. Ma qualcosa nel modo in cui guardava lasciava intendere una conoscenza antica. Una pazienza feroce.
Un’altra figura fluttuava come una veste vuota, fatta solo di memoria. L’eco di un’eco. Era già stata lì, mille volte.
Isen alzò la mano. Il movimento era lento, senza gravità.
La vibrazione lo riconobbe.
Entrò nella sua pelle senza bruciare. Si fuse con il suo respiro.
In quell’istante, l’idea aveva un vettore. Un corpo. Una direzione.
«Consegnala a chi la realizzerà nell’ Hýlē», disse ancora la voce.
Non era una benedizione. Né una speranza.
Era il passo successivo.
Dietro la soglia, l’osservatore — quello dagli occhi troppo chiari — inclinò leggermente il capo. Fece un gesto quasi impercettibile.
Poi, tutto svanì.
Isen era già altrove.
Nel tempo, forse. O nel corpo che l’avrebbe contenuta.
L’idea era in viaggio.
E qualcuno, in un mondo ancora ignaro, iniziò a sognare suoni che non aveva mai udito.
Serie: Hýlē
- Episodio 1: Logos
Il tuo è un testo che mi ha colpito per la sua intensità silenziosa. Sembra di assistere alla nascita di qualcosa di enorme, ma raccontata con parole leggere, sospese. Non c’è fretta, non c’è rumore, solo una presenza che cresce piano, come un’idea che prende corpo. Leggendolo ho avuto la sensazione di trovarmi davanti a un sogno antico, o a un inizio che riguarda tutti, anche se non lo sappiamo. Un racconto che resta dentro, come un’eco.
Complesso… Tanto da doverlo leggere più volte. E nello stesso tempo magnetico: le frasi brevissime e asciutte danno un senso di sacralità al racconto. Aspetto gli sviluppi di questa nuova serie, il “passo successivo”.