L’ultima arma del diavolo

Era stata una cerimonia bellissima, un matrimonio perfetto.

Quando mostravano agli ospiti le loro fotografie, finivano sempre col commuoversi.

Flavio e Sandra si erano conosciuti qualche anno prima ad uno spettacolo teatrale, dove Sandra era protagonista. A quel tempo Flavio aveva appena pubblicato con successo il suo primo libro di poesie, mentre Sandra girava l’Europa con la sua compagnia di danza classica.

Alla fine dello spettacolo Flavio si avvicinò a Sandra e le chiese l’autografo.

Invece dell’autografo si scambiarono il numero di cellulare e così iniziò tutto…

L’anno dopo la loro fama aumentò, Sandra continuò a realizzare altri spettacoli in giro per l’Europa e per l’Asia e Flavio scrisse il suo secondo libro di successo, un romanzo ambientato su un pianeta lontano dove i due protagonisti erano una graziosa strega e un simpatico filosofo.

Il brano che Sandra apprezzò di più di questo secondo libro diceva così: Ogni giorno si impara qualcosa in più parlando con l’aria e con il sole, ma preferisco conoscere la realtà guardando il viso delle persone e scoprire la fantasia attraverso gli occhi dei bambini.

Decisero di sposarsi, fu un periodo magico nella loro nuova casa e con il loro volpino Siwa.

Subito dopo il matrimonio, Flavio iniziò la sua opera più singolare. Sì, perché ciò che aveva iniziato a scrivere su un serial killer notturno, divenne realtà dopo nemmeno ventiquattro ore, con gli stessi particolari che lui aveva pensato. Coincidenza?

No, perché Flavio (che era rimasto scioccato) cambiò storia ed anche questa si concretizzò nelle immagini del telegiornale del giorno dopo. Aveva in mano l’ultima arma del diavolo.

Flavio, allora, iniziò a scrivere della sua vita, modificando qua e là le cose che non apprezzava e perfezionando le altre. In poche ore la vita di Flavio cambiò notevolmente.

Flavio continuò a scrivere come se stesse facendo la lista della spesa, scriveva ininterrottamente e in maniera insensata tutte le richieste anche le più assurde. Esse da semplici parole prendevano forma reale, una dopo l’altra ed in breve tempo la situazione degenerò tra vizi, soldi, amanti…fino agli inferi.

I successi travolgenti insospettirono Sandra che però non riusciva a comprendere la causa ed il perché delle circostanze. Non sapeva cosa stesse accadendo, era come se la loro vita stesse diventando un enigma.

Una domenica pomeriggio, Flavio preso il suo manoscritto e il suo pc, partì di nascosto per le Maldive. Conosceva poco quei luoghi ma aveva un amico, un vecchio compagno di università di nome Marcel che dopo aver studiato lettere aveva optato per la gestione di alcuni locali di famiglia, tra cui una discoteca ed un hotel.

Marcel aveva raccontato a Flavio la sua storia già in passato ma la riscrissero con l’esito che aveva sempre desiderato. La nave di famiglia capitanata dal padre era affondata nell’oceano facendo perdere ogni traccia e lasciando la famiglia nell’ombra della tristezza. La sorellina di Marcel, da quel giorno, aveva smesso di parlare e di comunicare con il mondo…

La “nuova” fine di questa storia fu il ritrovamento della nave e del ritorno della pace in famiglia. Marcel promise sua sorella in moglie a Flavio, ma lui rifiutò, e dopo un’altra settimana di vacanze spensierate, ritornò a casa.

Appena arrivato, nascose il libro nel giardino di casa, sotto un vaso di fiori, simulando una calma innocente come se non fosse avvenuto niente e alla cascata di domande di Sandra, rispose con qualche smorfia ed una sola frase: “sono stanco, buonanotte a te”.

Quella notte, Sandra non riuscì a prendere sonno, aveva troppe domande che sfilavano frettolosamente nella sua testa. Cosa stava succedendo? Dove era stato Flavio per più di un mese?

Che cosa devo fare io? Il peso la stava per soffocare, quando decise di alzarsi e scendere in cucina per prendere qualcosa di fresco.

Scese lentamente le scale di legno scuro, sfiorando il muro ruvido con la punta delle dita, poi attraversato il largo corridoio si ritrovò subito in cucina di fronte al camino.

In attesa di un bebè avevano comprato una cucina americana che avevano ben collocata in un vasto soggiorno in stile moderno e dai colori caldi, tutto era fermo tranne un piccolo e allegro movimento di Siwa che giocava spensierato con un sacco di pelle sporco di terra.

“cosa fai nel cuore della notte, brutto cattivone?”

La risposta fu uno sguardo misterioso e lo scodinzolare scatenato della coda.

“con che cosa stai giocando?”

Siwa lasciò cadere nelle mani di Sandra la sacca di pelle umida per la bava e sporca di terra.

Sandra l’aprì lentamente come se fosse un tesoro fragilissimo, da non far vedere a nessuno.

Nelle sue mani ora c’era il manoscritto maledetto, lo sfogliò con rabbia e capì che Siwa le aveva consegnato le risposte che stava cercando da tempo. Accese il camino ed iniziò a leggere le pagine scritte a mano da Flavio.

Sandra nel buio della notte e a voce bassa disse: “ho capito, i desideri scritti sono diventati realtà in poche ore, sarà la mia fortuna o la mia rovina?”

Dopo circa un paio di ore di lettura, Sandra eseguì la sua vendetta: strappò tutte le pagine scritte finora, tranne quelle su Marcel che nascose in un vaso, tutte le altre le regalò generosamente al fuoco del camino. Poi prese una penna e scrisse i suoi desideri contro Flavio, in poche righe distrusse tutto il mondo creato fin a quel momento. Le pagine successive furono peggiori, perché Sandra cadde nella stessa trappola delle perversioni che aveva incatenato Flavio. Poi nascose il libro.

La mattina dopo Flavio non riuscì ad alzarsi dal letto e nonostante le lacrime e le urla, non ebbe nessuna risposta da Sandra e non capì perché le sue gambe fossero paralizzate. Il dolore e l’ansia da panico lo fecero svenire mentre Sandra vedeva realizzarsi i suoi desideri in modo inverosimile.

In poche ore la casa fu invasa da regali, fans e nuovi amanti.

La situazione iniziò a degenerare anche per lei.

A fine giornata Sandra aiutò Flavio a capire cosa fosse successo raccontando i particolari della notte precedente. Flavio urlava dall’ira ma non poteva muoversi o ribellarsi per la paralisi desiderata e scritta da Sandra. Era indolore, ma era la peggiore vendetta che poteva infliggergli, la tortura più grande che avesse mai ricevuto. “sai caro, avresti fatto bene ad avvertirmi prima ed ora buonanotte a te”. Sandra uscì dalla stanza lasciando Flavio in un letto di lacrime.

I giorni passavano tra la vita frenetica ed impazzita di Sandra e quella immobile e umiliante di Flavio.

Fino al giorno in cui sul letto, e precisamente sulle gambe di Flavio, apparve Siwa che giocava con un sacco di pelle nera. Non riusciva a credere ai suoi occhi eppure era proprio lì, il manoscritto funesto, la causa di tutti i suoi problemi e della guerra con Sandra.

Così vicino e così lontano, era una situazione scomoda, avere la soluzione a portata di mano ma non poterla afferrare, come fare? Questa era la domanda che infiammava i pensieri di Flavio.

“Siwa bello vieni qui, avvicinati fammi vedere il tuo giocattolo bavoso”

Siwa rimase fermo come offeso da qualche parola.

“forza bello, vieni qui” non riuscì a trattenere un urlo.

Siwa lasciò la sua preda nel letto e uscì dalla stanza con il libro.

“no no, ti prego torna qua”

Nessun rumore e nessuna risposta.

Fece uno sforzo incredibile per tentare di alzarsi ma l’unico risultato fu un bagno di sudore freddo.

Mentre ansimava con lo sguardo perso nel vuoto, si sentì leccare il volto, il respiro caldo e la lingua umida di Siwa lo riportarono alla realtà.

“ciao bello, ciao, scusa per prima”

Questa volta Siwa scodinzolò felice.

“dove hai portato il tuo giocattolo?”

Siwa indicò con un orecchio il libro poggiato alla porta.

“bene, bello, ora devi fare una cosa molto semplice, distruggilo, mangialo, pestalo, insomma fai quello che ti pare”

Siwa lo guardò dispiaciuto e lentamente, come se fosse legato con una corda invisibile, si diresse verso il libro.

“forza, ti darò tantissimi biscotti”

All’ultima parola magica Siwa fece un balzo e ridusse in brandelli il libro, lo lanciò in aria ed infine fece anche un po’ di pipì, come colpo finale.

Lo scossone di un’onda d’urto colpì Flavio e la casa, tutto sparì e tornò alla normalità in un istante.

Flavio si alzò e fece festa a Siwa, poi prese il libro e l’usò per accendere il camino e nonostante il caldo asfissiante della giornata si gustò il fuoco e i suoi colori.

Flavio e Siwa si sedettero in giardino in attesa di Sandra, che arrivò dopo soli venti minuti.

Appena si incrociarono i loro sguardi, scoppiarono entrambi in lacrime, per la rabbia di aver perso le cose desiderate ma soprattutto per aver rovinato l’uno la vita dell’altro.

Si abbracciarono forte, si dissero sussurrando: “Scusa” e chiusero gli occhi per cancellare ogni ricordo.

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