
LUVART
Serie: REALTÀ NASCOSTE
- Episodio 1: LUVART
- Episodio 2: L’INGRESSO DELL’ANTRO
- Episodio 3: DEMONI
- Episodio 4: UN OSPITE INATTESO
- Episodio 5: IL PATTO
- Episodio 6: LO STREGONE
- Episodio 7: IL VOLTO NELL’ACQUA
- Episodio 8: VELENO SUICIDA
- Episodio 9: LA FINE DEL MONDO SOTTERRANEO
- Episodio 10: LUPO MANGIA LUPO
- Episodio 1: IL CROLLO DELLE ILLUSIONI
- Episodio 2: RINASCITA
STAGIONE 1
STAGIONE 2
La linea dell’orizzonte sfumava nella nebbia, mentre lui si stava allontanando a grandi passi. Ai lati del sentiero sfilava la fitta boscaglia, illuminata dagli argentei raggi della luna. I rami secchi degli alberi sembravano tanti spettri filiformi e contorti, una folla di presenze immobili in osservazione. Ebbe un brivido.
Non si sarebbe voltato indietro, per nessuna ragione. Sarebbe semplicemente sparito in quella nebbia, e basta.
All’improvviso, però, avvertì qualcosa di viscido che gli stava sfiorando la caviglia. Si fermò all’improvviso e guardò in basso, cercando di decifrare una qualche immagine tra i fumi della foschia. Fu allora che vide una specie di tentacolo verdastro che ora lentamente aveva preso ad avvinghiarglisi attorno al piede. Istintivamente si voltò per verificare l’origine di quell’arto molliccio. Ma si ricordò troppo tardi della regola che si era dato: non voltarsi, mai, qualunque cosa fosse accaduto. E ora ne doveva pagarne le conseguenze.
Una creatura alta un paio di metri e simile ad una piovra si stava avvicinando a pochi metri di distanza. Si riuscivano già a distinguere chiaramente i suoi due piccoli occhi gialli incastonati tra i tentacoli. Emanavano una strana luce che inspiegabilmente aveva un effetto di attrazione magnetica sulla psiche dell’uomo. Non riusciva praticamente a staccare lo sguardo da quel bagliore. Notò poi che anche i tessuti verdastri del corpo lasciavano trasparire la stessa luce, estesa in venature ramificate. Sembrava che all’interno di quell’organismo si sprigionasse una fonte di energia, che pulsava ritmicamente.
Il mostro scagliò un secondo tentacolo, che andò ad attorcigliarsi all’altro piede, facendo perdere l’equilibrio all’uomo. Una volta a terra si sentì tirare: la creatura lo stava trascinando verso di sè. Provò dolore intenso alla schiena nuda mentre veniva strascicato sulla terra fredda. Provò a liberarsi, inarcandosi facendo leva sugli addominali, cercando di afferrare i tentacoli e sciogliere quelle morse. Ma inutilmente. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, per disperazione e per rabbia. Ormai era vicinissimo a quell’essere, ne poteva sentire distintamente l’odore che sapeva di alghe e di muffa.
《Vattene!》 gli urlò di nuovo contro. Ma la bestia stava già spalancando le fauci, mostrando due fila di denti piccoli e aguzzi. Muoveva all’impazzata tutti gli altri sei tentacoli liberi, come se stesse pregustando con quella danza macabra il pasto che stava per consumare. Ancora uno strattone e sarebbe finito all’interno di quella bocca putrida.
L’uomo chiuse forte gli occhi, irrigidendosi dalla paura e aspettando ormai inerme il momento nel quale quella creatura avrebbe iniziato a dilaniarlo…
《Bentornato.》
Quando riaprì gli occhi si ritrovò avvolto dal freddo umido di una grotta. Si guardò attorno stupefatto, incredulo di essere sopravvissuto all’essere mostruoso che qualche minuto fa l’aveva attaccato. Dove si trovava ora? Si accorse di essere seduto a terra, con la schiena appoggiata contro una parete di roccia e le gambe raccolte contro il petto. Se non fosse stato per una fioca luce in lontananza – probabilmente prodotta da una lampada o una torcia, pensò – tutto l’ambiente sarebbe stato avvolto dalla più fitta oscurità.
Alzò lo sguardo, in direzione della voce che aveva sentito. Vide una figura che sembrava un corpo umano, ma non riusciva a distinguerne i particolari in quanto era in controluce.
《Come sta? E’ rimasto svenuto per parecchio tempo.》 Dal timbro probabilmente era un uomo.
《Dove mi trovo?》 domandò allora a quello sconosciuto.
《Siamo in una grotta. L’ho trovata disteso fuori, svenuto, nella radura vicino al bosco. Non si ricorda cosa le è successo?》
Riemerse subito nella mente dell’uomo il ricordo della creatura tentacolare che stava per sbranarlo. Ebbe un sussulto, ma cercò di calmarsi per ragionare meglio. Sicuramente non era possibile che si trattasse di un mostro reale. Era quindi possibile che fosse solo il frutto di un incubo di quando era privo di sensi. Restava il fatto che, nonostante si sforzasse, non riusciva a ricordare come era capitato in quel luogo.
Percependo la sua difficoltà nel rispondere, l’altro lo tranquillizzò dicendogli che non importava se non ricordava niente adesso e che era importante che riposasse. Dopo forse avrebbe riacquistato la memoria e allora sarebbe stato tutto più chiaro.
《Grazie. Mi scusi, lei è tanto gentile e io non mi sono ancora presentato. Comunque piacere, Arkon.》 Si alzò e tese la mano all’altro uomo.
《Ma si figuri, lei avrebbe fatto lo stesso per me. Piacere mio. Il mio nome è Luvart.》 Ora che si era avvicinato, erano visibili i suoi folti capelli neri e la barba incolta. Dai lineamenti del volto e dalla consistenza della pelle doveva avere sui trent’anni. Indossava dei jeans e una camicia a quadrettoni neri e bianchi, in stile boscaiolo, con le maniche tirate su. La sua stretta di mano era potente, segno che si trattava di una persona sicura ma anche aggressiva. Decise perciò che sì, si sarebbe fidato di lui, ma che avrebbe comunque fatto attenzione a quell’uomo. In fin dei conti non lo conosceva per niente.
Dopo essersi presentati, Luvart si congedò dirigendosi in direzione della luce, rinnovando l’invito all’altro di riposarsi. Sarebbe tornato più tardi con del cibo, così che avrebbero mangiato insieme.
Una volta rimasto solo, Arkon si rimise a sedere e incominciò a interrogarsi sul perché si trovasse in quel posto. Come diavolo era capitato lì? E soprattutto, quando?
Notò solo adesso che era vestito da trekking: aveva indosso una maglietta blu di quelle tecniche e traspiranti, un paio di pantaloncini ad altezza ginocchio color sabbia, dei calzettoni pesanti e un paio di scarponcini da montagna ai piedi. Forse l’ipotesi più plausibile indicava che, recatosi a fare un’escursione in un posto non ben identificato – lo sconosciuto in fin dei conti gli aveva detto che lì vicino c’era un bosco, e poi si trovavano in una grotta – magari aveva avuto un incidente, sbattendo la testa da qualche parte. Ecco spiegato il suo abbigliamento. Ed ecco spiegata anche l’amnesia.
Restava il fatto che comunque non riusciva ancora a ricordare nulla da quando era scappato con la refurtiva.
Serie: REALTÀ NASCOSTE
- Episodio 1: LUVART
- Episodio 2: L’INGRESSO DELL’ANTRO
- Episodio 3: DEMONI
- Episodio 4: UN OSPITE INATTESO
- Episodio 5: IL PATTO
- Episodio 6: LO STREGONE
- Episodio 7: IL VOLTO NELL’ACQUA
- Episodio 8: VELENO SUICIDA
- Episodio 9: LA FINE DEL MONDO SOTTERRANEO
- Episodio 10: LUPO MANGIA LUPO
Ciao Nicola! Inizio ora la tua serie.
Si parte già con tanta curiosità👏🏻
Ehi, grazie 1000! Spero ti piacciano anche gli altri episodi 🤞Fammi sapere. E buon divertimento 😉
Certo!👍🏻
Ciao Nicola, ho appena iniziato la tua serie.
La scena del mostro mi ha dato l’idea di un sogno, ma chissà da cosa è dipeso lo svenimento. Il finale, poi, apre ad altre domande.
Ti seguo!
Ciao Melania 🤩 innanzitutto grazie 🙏 per aver iniziato a leggere il mio racconto breve. Spero ti appassionino anche gli altri episodi, dove non mancano i colpi di scena 🫣😁
Sono molto curiosa di sapere cosa succederà dopo. Ho qualche domanda, ma vediamo come andrà avanti la storia. Perché, anche se l’incontro con il mostro era un sogno, come faceva a sapere che esiste una regola che dice di non voltarsi? 🤔🤔🤔
Eccomi qui, ho appena letto il primo episodio del tuo racconto. Come molti qui già sanno, amo questo genere di storie! Ti seguo volentieri 🙂
Grazie di ❤️ Arianna 🙏
Gli elementi introdotti con questo primo capitolo sono già molto intriganti: il mostro, la grotta, l’amnesia.
Andrebbe data una rilettura per asciugare un po’ il testo e renderlo più scorrevole e dovresti usare i caratteri « e » per le caporali, invece di quelle che hai usato. Ma, a parte queste cose tecniche, facilmente risolvibili, è certamente una storia che seguirò con piacere.
Ciao Nicola, inizio ora a leggere la tua serie!!! Mostri, amnesie, boschi, foschia… Sono veramente incuriosito!!! 👍
Grazie!!! Spero che anche i prossimi capitoli catturino (positivamente 😄) la tua curiosità e ti piacciano.
Buono, mi piace il senso di spaesamento del protagonista e poi quell’ultima riga…attendo il seguito!👏👏
Ciao Nicola. Concordo con Cristiana: ottimo inizio. Lascia aperti molti interrogativi che aspettano risposte nei prossimi episodi.
Mi piace molto questo inizio di serie davvero originale. I mostri ci accompagnano da quando siamo bambini. Continuare a vederli forse è segno di una buona fantasia. Il finale è intrigante e apre a nuove possibilità narrative. Se posso permettermi un consiglio, un rilettura in più del testo con un ulteriore facile editing, renderebbe il testo e soprattutto i dialoghi più scorrevoli e piacevoli alla lettura. Seguirò volentieri la tua storia.
Ok, grazie mille per i suggerimenti, sicuramente molto utili e indispensabili per chi ha voglia di migliorare. E che cercherò di metterli subito in pratica già dal prossimo episodio. Un saluto e grazie di cuore