Madeleine

Serie: Errori


Nessuna risposta. Si vede che la doveva far cadere dall’alto, proprio uno stronzo.

Finalmente si mosse e andò alla porta, aprì lo spioncino e guardò di là dalla porta, dove una donna stava facendo lo stesso. Entrambi scrutarono per un momento stupiti l’occhio dell’altro, poi richiuse in fretta lo spioncino.

Mise il catenaccio alla porta e cautamente aprì uno spiraglio tra le due parti.

– Si?

– Salve Mike, ci potrebbe far entrare per favore?

Squadrò la strana combriccola che si trovò di là dalla porta.

La donna allo spioncino si rivelò essere un’elegante signora sulla settantina, con un lungo cappotto azzurro nascondeva una figura a prima vista slanciata, e da un cappello invernale intonato faceva capolino un grosso pon-pon cadente sul dietro. Ai suoi lati due uomini alti come lei indossavano due giacche blu su misura e pantaloni abbinati.

Nessuno dei tre sembrava essere bagnato, nonostante fuori stesse nevicando da un po’ di tempo. Probabilmente venivano da uno degli appartamenti nel palazzo, ma non gli sembrava di averli mai visti.

Il suo buon animo stava per togliere il catenaccio quando si rese conto di non aver la minima idea di chi fossero.

– Ehm… chi siete voi?

Gli porse la mano e lui istintivamente arretrò un poco.

– Salve, Madeleine, siamo stati mandati per salvarla. Loro sono Dean e Adrien –. indicando poi i due uomini.

– Adesso ci lascia entrare per favore?

Più per confusione che per altro (salvarlo? da che cosa?) accostò la porta, tolse il catenaccio e timidamente la aprì loro.

– Grazie – e Madeleine entrò facendo segno agli altri due di seguirla, si sedette sul divano mentre i due presero una sedia ognuno dal tavolo di cucina, e aspettarono che si unisse a loro.

– Come posso esservi utile? Posso offrirvi qualcosa? Un tè? Non caffè purtroppo.

– Per me un tè va benissimo, grazie, voi?

– No grazie, non possiamo prendere nulla in servizio – rispose Dean, con un leggero accento francese, quasi impercettibile.

In quel momento si rese conto della situazione. Aveva fatto entrare in casa tre sconosciuti, di cui due uomini abbastanza piazzati e una donna che sembrava quasi volesse vendergli qualcosa, di quelli che ti entrano in casa con una scusa, si accomodano e iniziano a farti vedere il depliant con i modelli di aspirapolvere disponibili.

Però la donna sembrava tranquilla e i due uomini non degli attaccabrighe, solamente un po’ stanchi, ma mantenendo un atteggiamento quasi militare, seduti composti a testa alta (guardavano lui) sulla sedia sulla quale lui solitamente si sedeva scomposto per mangiare la cena o fare quel poco di colazione che era solito fare.

Decise che non sembravano un pericolo, quindi perchè non stare al gioco

Dopo un attimo di riflessione partì in direzione della cucina per riempire il bollitore d’acqua mettendola poi a riscaldare, si girò e vide la donna seduta (pure lei elegantemente) sul divano dove fino a dieci minuti prima stava dormendo.

Restò in piedi e guardò dapprima i due uomini che aspettavano diligentemente sulla sedia e poi Madeleine, la stanza era immersa nel leggero ronzio del computer e del frigorifero.

– Che fa, resta in piedi? Guardi che è ancora casa sua questa.

Si sedette pure lui sul divano, nell’angolo opposto rispetto a lei, per mantenere quell’educata distanza che c’è di solito tra gli sconosciuti.

Solo adesso però si ricordò di cosa stesse facendo fino a quel momento, doveva correre in ufficio per portare l’articolo e non essere licenziato, così aveva detto Steve. Si alzò in piedi.

– Scusate devo uscire, vi dispiace tornare un’altra volta? Ho una faccenda molto importante da sbrigare, ne va del mio lavoro. Quindi per favore se non vi dispiace uscite così posso tornare alle mie cose.

Nessuno però si alzò o diede segno di volerlo fare, anzi uno dei due uomini si risistemò sulla sedia sgranchendosi le gambe. Anche Madeleine si risistemò la gonna e appoggiò la schiena sul divano, lasciandosi scappare un sospiro di stanchezza (o forse era scocciatura?).

– Tranquillo non ci sono problemi, non ti dovrai preoccupare di quello adesso, siediti pure.

Quello era troppo. Tre sconosciuti entrati in casa senza nemmeno sapere chi fossero e che volevano fargli pure perdere il lavoro.

– No, adesso uscite tutti e tre e io vado a riprendermi il lavoro, quindi per favore alzatevi e andate fuori.

Si diresse verso la porta e la aprì per farli uscire. Ma la porta non si apriva. – Ma cos… – Riprovò un’altra volta e un’altra ancora, ma la porta non dava segno di volersi aprire. Eppure era sicuro di non averla chiusa, perchè avrebbe dovuto chiudersi dentro dopo averli fatti entrare. Si girò verso i due uomini, che lo guardavano pazientemente (o forse era compassione?), e verso la donna seduta sul suo divano, che gli fece segno di sedersi accanto a lei.

– Prego si sieda. Davvero, non si preoccupi per il suo lavoro, siamo qui per questo.

Non stava capendo più nulla. Li aveva mandati Boss? Quei due erano lì per pestarlo? Probabilmente non sarebbe arrivato a questo per un semplice articolo non inviato, ma non si sa mai di cosa sono capaci certe persone.

Madeleine lo invitò di nuovo a sedersi con un gesto che ispirava calma e tranquillità, ma allo stesso tempo preannunciava qualcosa di spaventoso, gli ricordava quando lo invitarono a sedersi all’esame di maturità, la stessa finta calma e la stessa attesa dell’ignoto.

Un po’ per confusione, un po’ per curiosità, abbandonò l’idea di uscire e si arrese a questi tre sconosciuti, sedendosi sul divano, un po’ più vicino di prima ma sempre a debita distanza.

Serie: Errori


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Discussioni

  1. ” seduti composti a testa alta (guardavano lui) sulla sedia sulla quale lui solitamente si sedeva scomposto “
    Ripeti “seduti composti” poi “sedia” poi ancora “seduto composto”. Il lettore qui vorrebbe dire tanto “ho capito che siete seduti e siete tutti persone educate, la facciamo finita con il gioco delle sedie? che sarà la terza volta che me lo fai presente?”. Farei qualche piccola correzione, decisamente. La frase nel complesso è lunghissima e fornisce mezzo milione d’informazioni, tutte a parer mio interessanti, dicono molte cose su di lui, sui tre intrusi e sulla stranezza della situazione rispetto alla familiarità della propria casa. Spezzerei questa frase almeno in tre parti e direi tutto con più calma. Però, è sempre a tuo gusto personale!

  2. “un po’ stanchi”
    In onore del mitico e indiscutibile “show, don’t tell” ti consiglierei più che dire che fossero stanchi, mostrare i segni della stanchezza sul loro viso, sul vestiario sfatto magari, sui capelli disordinati. Anche perchè dopo ti concentri sulla descrizione militare e il lettore subito capisce che stai dando un suggerimento riguardo il loro background che ti interessa molto di più della loro aria stanca. L’effetto è quello di infastidire un po’ il lettore, che già sente il suono dell’areoplanino che precede il cucchiaio che gli ficcherà il boccone direttamente in gola. La questione secondo me è sempre quella di mostrare le cose importanti e tra di essere cose meno importanti, il lettore in questo modo può pensare “oh diavolo secondo me questa cosa è importante” e vedere più avanti se ha ragione! Però, è sempre un gusto personale.

  3. “quasi”
    Toglierei il “quasi”, a Max SEMBRAVA qualcuno che volesse vendergli qualcosa, ma è sottinteso dal “sembrava” che ha parecchi dubbi al riguardo. Insomma non sono un grande estimatore dei “quasi”, priva un po’ la frase della sua efficacia in questo caso.

  4. “Per me un tè va benissimo, grazie, voi?”
    Non si capisce bene chi parla in questa frase, sebbene sia probabile che si tratti della donna, ma metterei comunque qualche cenno per identificarla. Però, è sempre a tua discrezione.

  5. “, e”
    Toglierei “, e” per sostituirli con un punto. Seguito da una breve introduzione alla scena ad esempio “Quando furono tutti accomodati aspettarono che si unisse a loro”. Però vedi tu, questo punto “.” servirebbe per mettere spazio tra il momento in cui i due prendono la sedia e quello in cui seduti si mettono tutti e tre a fissarlo aspettando che faccia lo stesso. Però è a tua discrzione!

  6. “due uomini”
    Avendo dedicato tante attenzioni alla descrizione dei vestiti della donna, potresti aggiungere qualcosa in più sui due uomini, anche una battuta su quanto fossero anonimi. C’era un passaggio di John Constantine in cui lui descrive due tizi dicendo solamente qualcosa del genere: “uscirono dal bagno due tizi che avevano la faccia di pietre tombali”, mi ha sempre fatto ridere, sferzante ed evocativo, penso che qui potresti dare sfogo all’estro ironico\cinico di Max, che è sempre presente in sottofondo, ma non espliciti mai, anche se invece è molto interessante.

  7. “sul dietro”
    Scriverei “sul didietro”, o meglio ancora elimini il dettaglio che cadeva didietro e scrivi “un grosso pon-pon che cadeva floscio”, o qualcosa del genere, ma questo è un aggiustamento completmente personale quindi prendilo alla leggera.

  8. “Si vede che la doveva far cadere dall’alto, proprio uno stronzo.”
    Non ho capito questo passaggio, scusami ahahah non è facile dire una cosa così ad uno scrittore, ammetto che a me verrebbe un infarto, quindi scusami di nuovo. Spero che sia colpa mia che non ho afferrato la battuta, ma nel caso dovessi trovarlo necessario potresti ritoccare questa parte per lasciar intendere a cosa si riferisca.