NAPOLEONE (biografia non autorizzata)

Mi sono chiesto spesso da cosa o da chi derivi il nome del più famoso personaggio storico: parlo ovviamente di Napoleone; Gesù è fuori concorso per le sue sembianze più divine che terrene. Il nome Napoleone potrebbe derivare dal celtico Nab e Leon col significato di figlio del leone o molto più semplicemente significherebbe originario di Napoli. L’ho letto su Google: si tratta di fake news o si tratta della derivazione della tratta Napoli-Lione, abbreviata in NapoLione che poi napoletani mattacchioni l’hanno trasformata in Napoleone? Di mezzo c’è sempre lo zampino partenopeo o è una pura combinazione?

Oggi più siamo sommersi dalle informazioni e meno crediamo alle notizie; non crediamo più a niente, e a ragione.

A proposito di Napoleone, ecco una mia biografia sul generale francese che nessuno vuole pubblicare perché dicono sia palesemente falsa. Fabius P. non è una fonte credibile: dicono. Giudicate solo dopo averla letta. L’ho scritta parecchio tempo fa: ecco un breve sunto.

Ricordo, in particolare, che in/il generale Napoleone fece della campagna la sua ragione di vita e, visto che di vite ne aveva tante come un gatto, ne fece molte. Iniziò subito, fin da giovane con la campagna d’Italia, una campagnetta per lui, niente a confronto della più estesa campagna di Russia dove passo dopo passo – step-pa by step-pa – si impantanò (o meglio si impantasì) qualche anno dopo, fermato solo dal Generale Inverno (Gheneraljevic Invjernikovskji per dirla alla russa, non a Ignazio dal quale è meglio mantenere le distanze per i suoi lineamenti e atteggiamenti un po’ talebani, e per non usare inglesismi come Winter General). Non fu una semplice campagna, mica come quella d’Egitto! Veramente anche quella d’Egitto non fu uno scherzo; coltivare la sabbia si rivelò un’impresa faraonica, più che rivoluzionaria, soprattutto per la scarsità d’acqua: gran parte veniva utilizzata per soddisfare la “sete” del defunto e imbalsamato faraone Ramsete (un mio amico egittologo e tuttologo afferma che la memoria dell’acqua derivi filologicamente dalla radice RAM di Ramsete: lui evince ma non mi convince). L’acqua veniva convogliata in un pozzo senza fondo di un fondo, accatastato extra lusso vip superior, di pertinenza della tomba faraonica. Napoleone non era ancora Imperatore ma già in lui si faceva strada il sogno di emulare i faraoni costruendo a sua volta un grande piramide, grande non per contenere le sue contenute spoglie mortali ma la “grandeur” della Francia: “La pyramide de Napoléon” (Napoleone, dopo aver trafugato innumerevoli opere d’arte, pensò di trasportare anche una piramide ma non se ne fece niente perché il trasloco, più che titanico, si rivelò faraonico). Per niente faraonica è la Piramide di vetro del Louvre di appena 21,64 metri: Napoleone si rivolterebbe nella tomba degli invalidi (des Invalides) alla vista di quella piramidina. 

Personaggio di grande statura morale e politica – salvo nella statura per i suoi 138 cm al garrese – è stato solo un piccolo grande amore e niente più, frutto della Rivoluzione Francese, talmente rivoluzionario da far perdere la testa, senza più ritrovarla – e non per lo Chanel n. 5 ma per un taglio netto: “Zac!” – molti dei suoi amici più vicini, e a entrare nella testa dei tanti fuori di testa che si credono Napoleone per il suo bel cappello con la “N” in fronte denominato “Petit chapeau”. 

Dal carattere schivo, lo vediamo dipinto nei quadri con una mano nella giacca e l’altra dietro per evitare pericolose strette di mano, non per fissazioni igieniche – il bidet* all’epoca veniva usato solo nella Reggia di Caserta -, piuttosto per scansare i poco graditi compromessi. 

Corso di nascita, ha fatto il corso della storia, oltre qualche Corso o Boulevard di tante città. Nato ad Ajaccio, ha lasciato l’isola in giovane età per intraprendere la carriera militare che lo porterà in giro per l’Europa sui più importanti campi di battaglia della storia, spesso accampandosi in tende di fortuna, lamentandosi di quella vita vissuta per così dire all’addiaccio: da Ajaccio all’addjaccio, questa la sintesi. Napoleone, stanco dei disagi e delle scomodità patite, e prima di passare alla storia, decise di passare al Gran Hotel Astoria; quella sì che era tutta un’altra storia per comfort e benefit dove non disdegnava trovare qualche campagnola pronta per pochi marengo a riscaldargli il lettone pre-putiniano; una vita davvero campale: dalle campagne militari impegnative ma soddisfacenti alle campagnole non sempre soddisfatte ma compiacenti. D’altronde come biasimarle!; lamentarsi delle debacle prestazionali di Sua Maestà l’Imperatore accorciava di molto le aspettative di vita, già corte per l’epoca.

L’incoronazione di Napoleone a Imperatore venne celebrata in pompa magna nella chiesa di Notre-Dame anche se, viste le sue dimensioni contenute – non quelle della cattedrale – era più auspicabile una piccola pompa: un pompino, che però lo avrebbe messo in cattiva luce davanti alla Chiesa – non davanti al sagrato di una Chiesa – non più come un leader illuminato ma come un leader spompato. N.d.A: dopo aver scritto cotanta scemenza sono esausto e spompato come Napoleone, senza però essere illuminato (ho solo una Poldina!).

La sorella minore di Napoleone, Paolina, fece scandalo per aver posato nuda davanti al Canova e sposato (vestita) Charles Leclerc prima, e Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese, dopo (nome completo per l’anagrafe).

Paolina, per non sentirsi da meno – era pur sempre la sorella dell’Imperatore – pretendeva di essere annunciata negli avvenimenti mondani e ufficiali con sei nomi per par condicio col marito: Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Bonaparte (Ivan Graziani prenderà più tardi l’ispirazione per la sua famosa canzone, di cui non ricordo il titolo ma il ritornello: Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina Paolina, brano inciso e sponsorizzato ovviamente dalle edizioni Paoline, anche se Paolina non era stata proprio una santa con i suoi tanti amanti ufficiali e sottufficiali, che frequentava di buon grado indipendentemente dal grado. 

Come indicato poc’anzi, il primo marito era un famoso pilota monegasco, Leclerc, il secondo un sommergibilista comandante della Xa MAS, il principe Valerio Borghese. Il primo era legato al rosso dei cavallini di Maranello, il secondo al nero di Mussolini e dei suoi seguaci col manganello. La storia studiata su Google è tutta un’altra storia, non ne siete convinti? Qui ne avete la prova**. E poi la storia non ha mai insegnato niente, meglio investire nel digitale. 

Napoleone era il figlio della Rivoluzione, non di quella copernicana perché non era un fisico e non ne aveva neanche il fisico, era semplicemente un generale fortunato, sempre risparmiato dal fuoco nemico pur trovandosi in prima fila sui campi di battaglia, non come i tanti generali russi mandati anch’essi in prima linea in una semplice operazione militare speciale, dove, in molti, ci hanno rimesso semplicemente, ma non tanto, la pelle. Tra le tante medaglie ricevute quella alla memoria i generali russi non l’avevano considerata: “Non si scorderanno mai di lui (Vladimir Vladimirovič Putin), un lieto fine era previsto e assai gradito, e forse è stato anche un po’ colpa loro”. Parole profetiche tratte dalla canzone di Giusy Ferreri “Non ti scordar mai di me” non proprio una Ferrari della canzone italiana ma una collaudatissima Panda sì, o al limite una Punto di riferimento.

Dopo alterne vicende Napoleone è stato confinato sull’isola d’Elba, isola da cui è sconfinato rocambolescamente per non partecipare alle prime puntate di quel reality che, duecento anni dopo, prenderà il nome dell’Isola dei Famosi, dove tutti si credono Napoleone.

In cento giorni ricompatta un nuovo esercito, ma poco dopo viene definitivamente sconfitto in quella famosa battaglia che lo porterà alla resa definitiva, quella stessa battaglia che qualche secolo dopo consacrerà gli Abba alla storia della musica: la vittoriosa battaglia di Waterloo all’Eurofestival del 1974. 

Napoleone ha passato bona parte della sua vita combattendo e un’altra bona parte studiando tutte le mosse sul campo, anche le più ardite, come un abile giocatore di scacchi, trasformando i campi di battaglia in una scacchiera dove poter muovere tutte i pezzi a suo piacimento, prevedendo le mosse avversarie in grande anticipo. In questo ultimo finale di partita lo scacco matto però era inevitabile; questa volta era lui lo sconfitto. La parabola napoleonica era giunta all’epilogo e difatti non riceveva alcun segnale sull’isola di Sant’Elena dove era stato esiliato. 

Ei fu. In vita fino al 5 maggio 1821; dopo non più, siccome spirò. 

Un piccolo Napoleone, in fondo, vive in tutti noi anche se non lo vogliamo ammettere.

Dopo aver riletto questa biografia mi sono chiesto: ma chi ha scritto questa fake? Trump? No, troppo lunga per rientrare in un tweet. In ogni caso sarà di qualcuno che come lui si crede Napoleone.

* Il bidet, nonostante fosse un’invenzione francese di Christophe Des Rosier, non divenne mai popolare neanche  tra la nobiltà francese perché nessuno ne ravvisò l’utilità; evidentemente solo noi italiani ravvisiamo la necessità di mantenere le mutande pulite, sempre. Lo spero!

* * Il primo marito di Paolina Bonaparte fu Charles Victoire Emmanuel Leclerc, un generale vicino a Napoleone di cui rimase vedova nel 1802. L’anno successivo sposò Camillo Filippo Ludovico Borghese, duca di Guastalla, VI principe di Sulmona e VII di Rossano. Entrambi cornuti, secondo indiscrezioni mai smentite.

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Discussioni

  1. Tra guerra in atto, guerra atomica annuncuata, crisi economica che incombe e altri problemi quotidiani di cui non sto a tediarti, a volte l’ ansia diventa galoppante; oppure mi faccio il sangue “amaro”. Prima di cedere alla tentazione di un lexotan o di un altro ansiolitico blando, essendo poco propensa ad assumere farmaci, mi dico: “Vediamo se Fabius c’e´”. Anche oggi, dopo aver letto la tua originale biografia, l’effetto sperato l’ ho avuto. Per un po´, l’ansia e´ stata sedata. Ho riso, sorriso e condiviso. E il riso fa buon sangue. Mi sono detta quindi: ” Meno male che Fabius c’e´”. Poi ho rifettuto: “Faccio bene o male a dirglielo?” E se poi chiede l’ incoronazione?

    1. Anche ‘sta volta 1.500 parole esatte, nè una più nè una meno: il limite è stato raggiunto con difficoltà. Quello della decenza l’ho già ampiamente superato senza difficoltà. Grazie Carlo.