
Raymond, il Vecchio
Serie: Vendetta Piumata
- Episodio 1: Qualche miglio nel Wyoming
- Episodio 2: Raymond, il Vecchio
- Episodio 3: Figlio del capo tribù Arapho, Giovane Corvo
- Episodio 4: Sheridan City
STAGIONE 1
Fortunatamente per lui, tra la grossa mole di quella grigia nube di brutti pensieri, forte ed improvvisa, sopraggiunse la voce del nonno e per un attimo, la percepì come se fosse ancora nella realtà.
Così viva, limpida, gloriosa e vibrante come solo lui la potesse avere!
E se la ricordò, ancora, ed ancora, mentre lentamente rimbalzava a passo cadenzato, sulla groppa del suo amato Fulmine. Cambiò dunque umore, ritornando lucido, freddo e… calcolatore.
Rifletté, ed iniziò a intravedere lo svolgersi delle loro azioni future, le quali mormoravano fin dal principio, una cosa sola: la morte di quei due pidocchiosi, il Tenente Colonello Michael Bennet ed il suo Generale.
Finalmente sobbarcato dai pensieri di quando fosse adolescente, scavò allegro fra i ricordi.
Amò farne di tutti colori, con il nonno. Ad esempio una delle cose che più piacevano ad Owen fu quella in cui capitasse, finalmente, che qualche ora prima del tramonto potessero dedicarsi alle armi da fuoco. Si, proprio così.
E grazie a Raymond ne avevano davvero una vasta gamma, da quelle che Owen stesso maneggiasse già bene e anche qualcosa di diverso calibro, più grande, con maggiore peso da sostenere e idem il rinculo, assai differente.
Uno degli esercizi più tosti e divertenti per lui, fu proprio quello con le piccole rocce.
Allenamento, che consisteva nel migliorare ed innalzare rapidità e destrezza negli scontri a fuoco.
Iniziava tutto come la calma e consapevolezza di un rito, in cui il signor Raymond piazzava diversi sassi, al di sopra una grande roccia basaltica dalla forma superiore abbastanza piatta ad una distanza esattamente uguale fra loro.
Ciò che fu complicato, data anche la colorazione, di quei sassi.
Esattamente uguale a quelle di tutte le altre rocce intorno, in più le piazzò a ben venticinque metri dal nipote.
E l’unico modo per farlo era quello di colpirle in pieno, in maniera assai precisa. Quelle da colpire erano in tutto esattamente sei. Sei, come i proiettili che il tamburo della sua Colt Walker calibro 44 potesse contenere.
La difficolta dell’esercizio stava non solo nel colpirle, ma anche farlo esclusivamente in maniera progressiva:
dopo il primo sparo su di una pietra esclusivamente esterna, quelli successivi sarebbero dovuti avvenire in sequenza laterale. Quindi occorreva che i colpi venissero esplosi molto veloci e ravvicinati, data la grande probabilità che una delle pietre colpite potesse spostandosi, far cadere quella a fianco e quindi vanificare il tutto.
In tal caso l’esercizio si doveva ripetere e anzi, ad ogni qualsiasi errore o interferenza che ne disturbasse il corretto compimento, si iniziava di nuovo, da zero. E successe spesso, credetemi, anche se per il giovane Turner non fu certo un problema visto quanto fosse portato nonché, desideroso, di eccellere davanti agli attenti occhi del nonno.
Questa, ed altre rigide severe minuziosità negli addestramenti, furono tutte peculiari prerogative, a cui il nonno non poté assolutamente rinunciare, per nessun motivo al mondo. Il vecchio Raymond era consapevole dei suoi sbagli, in passato, ed acquisì con il tempo piena consapevolezza del fatto che il nipote meritasse molto di più, ragion per cui con Owen non avrebbe assolutamente commesso quegli stessi errori.
No, con il piccolo Turner di casa non sarebbe mai successo, lui sarebbe diventato un soldato!
E un domani chissà, magari una carica di tutto rispetto, come un grande generale.
Per questo fu così duro con Owen, ed in poco tempo rese il suo amato Bang (questo, il soprannome da lui imbastitogli) un ragazzo prodigio: a soli diciotto anni, padroneggiò l’uso di ben tre diverse tipologie di fucile a lunga gittata, sparava contemporaneamente con due pistole insieme e sapeva esser talmente preciso anche solo con una, tanto, da colpire perfettamente una bottiglia persino cento metri di distanza.
Inoltre, fu pienamente in grado di cavalcare come un adulto, il peso minore lo avvantaggiava rispetto a quest’ultimo ed era tanto spericolato quanto minuziosamente avveduto. Tra le cose che più amava fare a cavallo, ci fu quella in cui si calava su di un fianco del destriero durante il galoppo, tenendosi bene saldo alla staffa con una sola gamba per sparare in corsa, a dei bersagli, precedentemente piazzati con maestria. La sua velocità d’estrazione dell’arma fu davvero notevole, cosa che aggiunta all’ottima mira e alla strafottenza dettata dall’età lo rese particolarmente abile rispetto a tutti i suoi coetanei, dai quali venne tanto ammirato quanto temuto.
Con il tempo cresceva, e Owen non desiderò altro che far parte di un corpo militare, ne fu letteralmente ossessionato.
D’altronde furono svariati, coloro che accedettero alla milizia solo grazie al facoltoso parente che sborsava chissà quanti quattrini al Tenente Maggiore o chi, semplicemente grazie al cognome paterno, se ne assicurasse un posto al suo interno pur facendo nulla per meritarlo e senza possedere chissà quali capacità.
Per uno come lui invece, cose come quelle furono impensabili.
Un Turner quel posto se lo sarebbe dovuto sudare eccome. A tutti i costi, utilizzando ogni mezzo possibile a sua disposizione. Owen in quegli anni, non fu ancora in grado di rendersi conto che nel prossimo futuro, sarebbe stato a dir poco grato verso il nonno. Per tutto quello che fece per lui, per come lo stesse crescendo e per quanto lo stesse rendendo uomo in così breve tempo. Persino durante gli stremanti allenamenti fisici come ad esempio le lunghe ed estenuanti corse d’inverno nella vallata a sud del ranch, sia sotto la pioggia che cadeva incessante o con i piacevoli quaranta gradi di Gladstone in quelle torride estati del New Mexico, Raymond fu sempre lì.
Stava seduto, intorno al grande recinto dei cavalli che predominava quasi tutta la proprietà oppure lo seguiva, a passo d’uomo in sella a Nebbia, sua fedele cavalla pezzata.
In un modo o nell’altro, il suo occhio vigile e paterno fu sempre puntato sul nipote.
Il vecchio signor Turner, più tosto e duro del più massiccio granito di tutte le cave americane.
A ormai sessant’anni suonati sbrigava ancora ogni tipo di lavoro, nel suo ranch.
Non si tirava mai indietro, sempre pronto ad impartire ordini agli altri e controllando che ogni cosa venisse svolta al meglio. Era un grosso omone alto un metro e novantadue, con una folta barba incolta, puzzolente come la polvere da sparo e da un mezzo sigaro Alamy sempre stretto fra i denti.
Serie: Vendetta Piumata
- Episodio 1: Qualche miglio nel Wyoming
- Episodio 2: Raymond, il Vecchio
- Episodio 3: Figlio del capo tribù Arapho, Giovane Corvo
- Episodio 4: Sheridan City
Interessantissimo questo nuovo personaggio, viene voglia di saperne di più sul passato del protagonista. Bello come il ricordo del nonno rappresenti un punto fermo e un appiglio tra tanti brutti pensieri. Bravo!
Bellissimo questo primo approfondimento del passato di Owen. Narrazione snella ma efficace, si sente l’odore del far west! (O almeno: quello che immagino fosse 😊)
Mi fa piacere che ti abbia comunicato questo! Io a volte rileggo e penso a quante cose avrei potuto scrivere diversamente e a quante altre ne cambierei ora, dovrei invece esser contento dell’opera così com’è. Ma più passa il tempo più mi sento insoddisfatto, penso che magari più che correggere il passato sia importante concentrarsi nel scrivere meglio i prossimi capitoli
Giustissimo, Loris! Anche perché verrà sempre l’impulso di cambiare qualcosa. Credo che l’importante sia arrivare a capire qual è la giusta misura per noi stessi, il margine di miglioramento, poi, continuerà a esserci.
Questo flashback sulla giovinezza di Owen e sulla figura del nonno introduce nuovi e interessanti elementi narrativi. Mi chiedo se il personaggio del padre sarà, in qualche modo, determinante nel prosieguo della storia.
Ovviamente non posso esprimere in anticipo quale ruolo coprirà il padre del protagonista, sicuramente ha contribuito con le sue azioni alla formazione caratteriale appunto, di Owen. Presumo che il terzo capitolo continui ad esser un flashback che darà una mano a capire come il protagonista si sta sviluppato, fino a renderlo così com’è ai giorni nostri.
Mi fa molto piacere come stai percependo la storia 😎
“Era un omone alto un metro e novantadue, da una folta barba incolta, puzzolente come polvere da sparo e con un mezzo sigaro Alamy sempre stretto fra i denti.”
Belle le descrizioni, molto vivaci. Questo episodio assomiglia a un racconto di formazione. L’ambientazione mi piace. Mentre ti leggevo mi veniva in mente che l’ultimo e forse l’unico romanzo di genere western che ho letto, è Abel di Baricco. Quindi, forza, bisogna volare alto:)
Son contento che ti sia piaciuto, se riesco a comunicare qualcosa al lettore per me è già una grande soddisfazione. Diciamo che l’obiettivo finale di questa storia è pretendere di diventar il mio primo piccolo romanzo. Alcune parti son già scritte, altre stanno prendendo forma e altre la prendono appena apro Edizioniopen e inizio a scrivere