INTRO

Serie: IL CORAGGIO DI UNA SCELTA


L'amore non corrisposto di un uomo si trasforma in un gioco perverso e pericoloso. La rivalsa però avrà dei risvolti imprevedibili

    STAGIONE 1

  • Episodio 1: INTRO

Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata capace di tanto. Non lo aveva previsto. Non lo aveva voluto.

   Ma adesso era ormai troppo tardi per tirarsi indietro. Aveva passato il confine, il punto di non ritorno.

   Adesso c’era solo lei. Da sola. E lui.

1

   I tuoi occhi. Il tuo sguardo.

   Sembrano quelli di un cervo indifeso, implorante. Come di fronte alla canna del fucile di un cacciatore privo di pietà. D’altronde, se quel cacciatore era riuscito ad attendere nascosto nella boscaglia tutto questo tempo, per ore e ore, che pietà poteva avere adesso? Adesso che finalmente era riuscito a prenderlo, a ferirlo. Adesso il cacciatore doveva venire assolutamente ripagato di tutta quella pazienza, fatica, attesa. Lo brama con tutto sè stesso, lo sento. Freme, con l’indice che circonda il grilletto. Percepisce il freddo di quel piccolo pezzo d’acciaio ricurvo. Una leggera pressione. E poi subito un’altra, decisamente più forte. BLAM! In mezzo a quegli occhi imploranti adesso sgorga un rivolo di sangue. Adesso quegli occhi non sono più imploranti: si stanno lentamente velando di morte.

   Ma tu non sei ancora morto. Tu sei qui accanto a me. Guardi fisso la parete e non immagini minimamente cosa ti sta aspettando.

   Tremi. Hai freddo? Ma certo, che hai freddo. Aspetta, ecco. Una bella coperta di lana. Ti pizzica? Beh, meglio che soffrire il freddo, no? Perchè mi guardi in quel modo? Perchè mi guardi? Non guardarmi. Non guardarmi. NON…

2 BRIAN

   Domenica sera. D’inverno, a quest’ora, c’è già buio. E fa freddo un freddo diabolico, con questo vento gelido che mi schiaffeggia la faccia. Forse non avrei dovuto tornare a piedi. Avrei dovuto prendere un taxi. Pensavo che ci avrei messo di meno ad arrivare al mio appartamento.

   Ho lasciato l’auto nel parcheggio del pub. Bevuto troppo. Non potevo guidare. Scelta responsabile. Ma non per non mettere in pericolo gli altri, no. L’ho fatto solo per me. Per non rischiare di andare a sbattere o, peggio, che qualche poliziotto troppo zelante mi ritirasse la patente. Troppo zelante, penso e rido. In fin dei conti i poliziotti appostati fuori dai locali fanno solo il loro mestiere. Si assicurano che nessuno si faccia male. Che nessuno rechi danno a nessuno. Che l’illusione di un cosiddetto ordine venga mantenuta intatta, almeno agli occhi dei bravi e onesti cittadini che si svegliano riposati e in forma ogni mattina. Vabbè, sono il solito egoista molesto ubriaco del cazzo, che fa pensieri a vanvera. Pensieri di chi ha esagerato nel bersi la vita.

   Holly. Ti penso ancora sai? Ti penso quasi ogni sera. Ti ho pensata anche questa sera, quando con quei tre amici scapestrati ho brindato decisamente più di una volta a te. Sorso dopo sorso, ho ricostruito la tua immagine nella mia testa un miliardo di volte. Loro ridevano. Il locale era tutto un chiasso e fumo. Ma io ti sentivo e tutto intorno era ovattato: i suoni, le voci, la musica. Dopo il sesto whiskey ho teso la mano ai miei ricordi, e ho visto che quella che ne è emersa era la tua, di mano.

   I tuoi occhi. Ridono, insieme alla tua bocca. Scuoti la testa e i boccoli danzano addosso alla tua fronte. Che buon profumo che hai. Balsamo. Balsamo alla pesca, credo. Voglio baciarti la spalla nuda, ma tu ti ritrai di scatto. Dici di no, non adesso. Ridi, e non ti alzi dal letto per andartene. Mi guardi come si guarda una preda.

   Afferro l’asciugamano e tiro con forza. Tu fai resistenza. Per gioco. Mi avvisi di nuovo che non possiamo adesso, che devi andare. Ma l’asciugamano scivola sul tuo corpo, scoprendolo a poco a poco. Rimani completamente nuda, seduta sul materasso con le ginocchia leggermente piegate. Non ridi più, sorridi silenziosa. Maliziosa. In attesa della mia mossa.

   Mi avvicino carponi, lento e sinuoso come un felino in procinto di spiccare un balzo. Ma non salto, mi struscio invece semplicemente sul tuo corpo. Ti bacio il collo, afferrandoti un seno. Che buon profumo ha la tua pelle. Olio di mandorle. E bagnoschiuma alla mela verde. Dolce e salato, adesso che ti lecco il collo, fino al lobo dell’orecchio. Stringo di più il tuo seno nella mia mano. Sospiri, e mi accarezzi i capelli. «Si» mi sussurri.

   La mano adesso scende in mezzo alle tue gambe. Trovo una tenerezza bollente e già tutta bagnata. Muovo piano il medio dentro di te, mentre serri le cosce in uno spasmo di piacere. Dentro e fuori. Cerchi la mia bocca e la mia lingua. Dentro e fuori. Mi afferri i glutei e strizzi. Dentro e fuori. La mia erezione sta crescendo. Sento le tue dita che si chiudono sul mio pene. E che lo guidano: dentro e fuori.

   «Cazzo fai? Fissi il vuoto? Ehi, ragazzi: Brian è già ubriaco marcio! Ahahahah.» Volto la testa e vedo il mio amico Tom che mi sputacchia addosso la sua grassa risata. Presto raggiunta dalle altre due bocche dei miei amici al tavolo.

   «Dai, bevi!» mi esorta Igor. «Che non è vero che sei già distrutto. Cosa che non si può dire di Alfred» conclude indicando con il pollice il diretto interessato. In effetti, dopo lo scatto di risa, il ragazzo è crollato sul tavolo, facendo cadere la sua bottiglia di birra. «Bah, non tiene un cazzo» sentenzia Igor, quasi schifato ma al contempo divertito. Alfred è sempre stato quello che reggeva di meno l’alcol e per questo è oggetto di scherno preferito da tutti. Alto, magro, quasi emaciato, con quel suo capello biondissimo corto, fa ancora più impressione quando collassa da qualche parte, con la bocca spalancata e lo sguardo perso tendente al KO. E anche in questa occasione devo dire che non si è smentito.

Serie: IL CORAGGIO DI UNA SCELTA


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Erotico

Discussioni

  1. Di fronte alle storie erotiche mi insospettisco perché non so mai come l’autore interpreterà il genere. Spesso mi capita di leggere trame inesistenti accompagnate da minuziose descrizioni del rapporto sessuale (la sua mano va qua, il mio pene di là…condito, ogni tanto, da un po’ di turpiloquio per spezzare il ritmo). Ma non è il caso di questa introduzione in cui, sia chiaro, la descrizione meccanica dell’atto c’è, ma è in secondo piano rispetto al contesto; rispetto allo struggimento del protagonista; rispetto al tentativo di superare il distacco da una relazione attraverso le goliardate con gli amici. L’atto c’è, ma è una suggestione momentanea, presto interrotta dalle risate degli amici. Seguo questa Serie, sperando non scada nel trash. Come scritto nel regolamento: “sappiamo già come nascono i bambini”. Raccontaci invece una storia che non conosciamo, Alan.

    1. Tiziano, non ti preoccupare. Di porno c’è nè già troppi e francamente hanno stufato. Ritengo molto più erotico far intuire, non descrivere minuziosamente anatomie in movimento. Ho in mente una trama che toccherà l’argomento sessualità, ma ti assicuro che alla fine sarà il pretesto per dare spazio alla psicologia dei personaggi e per descrivere realtà che spesso passano in sordina. Questo il mio intento. Spero di riuscirci e che piaccia. Ovviamente mi aspetto volentieri anche le critiche costruttive di chi avrà la pazienza di leggermi, sia dal punto della tecnica di scrittura sia riguardo la struttura del racconto. Un saluto e (spero) a presto.