Il linciaggio degli strani stranieri

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Accadde in autunno.

Nicholas era appena arrivato a Parigi, aveva sentito di strani eventi che turbavano la popolazione. Non che lui avesse un ruolo ufficiale, ma visto che la Francia combatteva gli inglesi, il borgomastro gli aveva dato l’incarico di calmare i villici soprattutto perché era un dotto e aveva le conoscenze giuste per invitare le persone a tranquillizzarsi e capire che non stava succedendo nulla di sgradevole.

Adesso che era sceso nella locanda dove veniva servito il vino – alloggiava al piano di sopra – stava per rivolgersi all’oste per chiedere indicazioni, quando udì un certo clamore.

L’oste si distrasse da lui. «Cosa succede?».

Nicholas pensò che riguadagnare l’attenzione del padrone sarebbe stato difficile, almeno finché non avessero capito cosa stesse accadendo. Allora uscì e, seppir il padrone non l’avesse seguito, vide, poco lontano dall’abitato, che quella che sembrava un’arca stava scendendo dal cielo.

Aveva un aspetto metallico e sembrava un piatto capovolto. L’estremità più alta era bombata e Nicholas non capì di che cosa si trattasse. Un’arca, senza dubbio, ipotizzò ricordando la prima impressione. Forse di angeli.

Con cortesia, si spinse nella folla per verificare da vicino cosa fosse e dal piatto si allungarono delle zampe simili a quelle di un ragno e l’arca atterrò.

La gente fece un «Oooh» di sorpresa. Tutti fissarono la scena.

Nicholas, che era in prima fila, vide il piatto aprirsi e da lì uscire una lingua. Poi, degli esseri curiosi scivolarono a terra. Erano simili agli uomini, ma più bassi, e di colore verde.

«Esseri del demonio» gridò una popolana.

Tutti la guardarono.

«Sono esseri del demonio» ripeté un’altra voce, che Nicholas non riuscì a individuare in mezzo alla folla.

«No, sono messaggeri del demonio» urlarono tutti, o quasi, tranne Nicholas.

Gli uomini presero dei randelli, i bambini misero mano alle pietre e le scagliarono sugli angeli, poi gli uomini gli furono addosso e colpirono le creature a suon di bastonate.

«No, no, che fate!» provò a fermarli Nicholas. Invano.

Dopo che i popolani avevano ridotto in brandelli i visitatori, forse provenienti da un mondo straniero, fissarono in tralice Nicholas.

Nicholas capì che la situazione stava volgendo al peggio per lui. Gli strani stranieri erano morti, lui era ancora vivo e non intendeva rinunciare a vivere. Corse alla locanda, avrebbe abbandonato in fretta Parigi.

Così fece.

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