cecilia
Cecilia
Sono in fila alle poste per una raccomandata, dovrei sbrigarmi in fretta, siamo in pochi allo sportello, ma il primo della fila sta creando problemi: la donna davanti a me comincia a sbuffare. Sospira, si volta, alza gli occhi al cielo, poi esclama: – Che palle! Datti una mossa! – Giovane e abbronzatissima, capelli neri e riccioluti, ha due occhi così verdi che ci si può specchiare. Si sposta da un piede all’altro, si morde le labbra, alla fine decide di averne abbastanza, – ho capito, vado via! – Esclama e si gira di colpo, mi sbatte contro, perdo l’equilibrio e cado goffamente per terra. Lei ride contagiando i presenti.
-mi dispiace, mi dispiace…- Continua a ripetere – l’aiuto, prenda la mia mano – ma non riesce a trattenersi dal ridere.
– Faccio da solo – rispondo furioso, ancora per terra.
-E’ sicuro di farcela? – Mi domanda coprendosi la bocca, ride ancora.
– E’ tutto a posto – Rispondo e mi alzo.
– Vuole un bicchiere d’acqua? – Mi fa. Mi sta deridendo e la cosa non mi piace per niente.
– Sto bene, stia più attenta piuttosto! –
-E che ho fatto? L’ho appena toccata, lei stava troppo attaccato… –
– Adesso dirà che le stavo palpando …
– L’ha fatto? Non mi era sembrato. – ribatte soffocando le risa. Si sta prendendo gioco di me alla grande.
Non sono un vecchietto, ho da poco superato i cinquanta, incomincio a incazzarmi.
– Sto bene, si tolga di torno -le rispondo irato. Lei non mi molla, mi prende per il braccio e ribatte:
– No, no, le resto vicino, non si sa mai. – Ci ha preso gusto a far ridere tutti. Che situazione del cazzo, devo fare qualcosa, qualsiasi cosa. Penso in fretta, mi appoggio al suo braccio con forza e mi lascio cadere trascinandola in terra con me, poi con fare dispiaciuto mi scuso.
– Come mi dispiace! Si è fatta male? – Adesso non ha più voglia di ridere, è seria. Mi alzo per primo e le tendo la mano, lei mi guarda con occhi di fuoco poi scoppia in una fragorosa risata, afferra la mia mano e si alza. Il gioco è finito, fa la faccia contrita e si scusa dicendo:
– Le offro un caffè? Io sono Cecilia.
– Luciano –
– Napoletano vero? Mio marito ci ha fatto il militare in Campania –
– È da un po’ che non si fa il militare. – rispondo.
-E’ vero, ma mio marito avrà la tua età- dice passando a darmi del tu -Vai per i sessanta vero? Non ce la posso fare con questa! faccio la faccia cattiva.
-Dai, non te la prendere, scherzo! Mio marito è davvero più vecchio di te –
– Ne ho cinquantadue, li porto così male?
– Li porti bene, lo sai… Fai palestra? –
-La smette di prendermi in giro? – Continuo a darle del lei.
-Non ti prendo mica in giro, hai un bel fisico. –
– Mai fatto palestra. Corro al mattino, cerco di tenermi –
– Scusa se ho riso quando sei caduto, ma eri così buffo – e ride di nuovo.
– Sa, la stavo palpeggiando davvero, mi ha colto di sorpresa – Butto lì la frase lasciandola a mezz’aria. Lei rimane interdetta per un attimo poi però si riprende e sorride:
– Adesso sei tu che prendi in giro me. Vieni, andiamo in un bar –
– Non deve ritirare qualcosa alla posta? io ho una raccomandata da prendere –
– Io un pacco, ci torniamo dopo pranzo, c’è meno gente. –
– Veramente io dovrei andare al lavoro, ho dei negozi da mandare avanti –
– allora dammi l’avviso, te la ritiro io, così ho la scusa per rivederti. Non ti va di conoscermi meglio? – Mi studia da sotto le ciglia con un’espressione incantata. Non ce la posso fare con questa.
– Non ti ci vedo in fila alle poste come un pensionato, che lavoro fai? – Mi chiede
– Ho dei negozi, e lei…?
– Smettila di darmi del lei, potrei essere tua figlia! Io? Io faccio la moglie, fatico a far sera.
– E i lavori di casa? –
– Ho una governante e una che viene a pulire. Mia figlia mi impegna un pochino ma adesso è a scuola, fa il tempo pieno fino cinque, mio marito invece è sempre al lavoro…- Sospira, fa una pausa poi dice:
Ti va di pranzare? – Bella sbrigativa la tipa, va subito al dunque.
– Sei gentile, va bene – rispondo. Le ho dato del tu.
Al ristorante è conosciuta, al tavolo facciamo le due, tento di pagare ma il tipo alla cassa mi dice che la signora ha il conto aperto, è già tutto pagato.
-Sei single? – Mi chiede – Non hai avuti difficoltà a pranzare con me –
– Ho famiglia anch’io, sono a Napoli, non hanno resistito quassù –
– Non posso dar loro torto, da voi si sta così bene. I negozi li hai qui in città? –
– No, ma sono tutti equidistanti da qui.
– Piacerebbe anche a me avere un negozio
– Potresti lavorare per me – le dico scherzando.
– Magari anche sì – Risponde- ma ne vorrei uno mio, mio marito non vuole che lavori, dice che sono incostante, che cambio idea facilmente, che non sono affidabile – Qualcosa mi dice che il suo matrimonio non va, il suo umore improvvisamente è cambiato. Dovrei dire qualcosa di carino per tirarla su, farla ridere ma non mi viene, per fortuna mi squilla il telefono, è la mia segretaria che mi ricorda un appuntamento importante. Le confesso che devo scappare, le allungo il mio biglietto da visita ricordandole della raccomandata e le dico:
– Chiamami domani mattina – e mi sgancio. Risponde tra i denti qualcosa che a malapena riesco a sentire:
– Ci puoi scommettere. – Poi porta due dita alle labbra e le appoggia sulle mie.
Alle nove di sera qualcuno bussa al citofono, rispondo pensando al solito scherzo cretino.
– Mi apri? – Non ci credo! E’ lei, ed è venuta fin qui. Ho tanto disordine in giro, tento di mettere ordine, ma è già su e bussa alla porta. Entra, dice ciao, mi accarezza il viso e ispeziona la casa.
– Carino! Lo ha arredato tua moglie? – domanda.
– No, no, sono stato io. – rispondo convinto
-Bugiardo, c’è la mano di una donna –
– Sì, di un arredatore finocchio, mi è costato parecchio-
– Un tuo amico? – Domanda con leggera ironia. Capisco e rispondo.
– Lo è diventato, ma non nel senso che intendi. Sorride e intanto si siede sulla sponda del letto:
– Lo proviamo? – mi fa.
– Sei fuori – Le dico accompagnando la frase con un gesto delle dita nell’aria.
– Sì, e voglio provarlo. – ribatte alzando le spalle – sono venuta per questo! Fai conto di aver chiamato una Escort…
– Wow! Sei una che va subito al dunque! Non so nemmeno chi sei. –
– Sono Cecilia e sono qui per scopare, cos’altro devi sapere? Non sarai di quelli che fanno sesso solo da innamorati? –
Non lo so di che tipo sono, vorrei ribattere che non me lo sono mai chiesto, ma non me ne dà il tempo, si alza e lascia cadere il vestito per terra. Non ha reggiseno né mutande, si avvicina, mi bacia e mi affonda le unghie nel collo. Sento la fitta fino alla punta dei capezzoli.
-Non farti pregare! – sussurra e si stacca, dà un calcio al vestito, si siede di nuovo sulla sponda del letto e apre le gambe. Rischio di fare cilecca in queste occasioni. Mi è già capitato. Quando incontro una così, la mia mascolinità si blocca, ma non ho scelta, mi tocca buttarmi. La prima così così, meglio la seconda. Alla fine senza parlare, lei lascia il letto e va in bagno, ci resta qualche minuto, torna, si infila nel vestito, prende la borsa e va alla porta, prima di aprirla poggia qualcosa sul comò, si volta e mi dice:
– Qui c’è la tua raccomandata, deve essere una multa, comincia col sette, ti chiamo – e si allontana canticchiando per le scale. Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e respiro felice, mi alzo e vado in bagno a lavarmi ed è lì che un pensiero maligno mi afferra: Cristo! L’ho fatto senza precauzioni e con una sconosciuta!
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Potrei anche offendermi (lo scrivo con il sorriso fra le labbra) al pensiero di un “vecchio” di 52 anni (avendone io quasi 53). Ho apprezzato la tua cifra narrativa, pulita e venata di ironia. Le storie, anche quelle vere, sono così: nascono per un caso fortuito e prendono vita e dimensione sotto i nostri occhi e il nostro cuore
Bello, mi è piaciuto molto perché ho visto una scrittura calibrata, sapiente ed ironica, ma sopratutto autentica, di vita vissuta, di quel genere realista che potrebbe essere “slice of life”, vita di tutti i giorni (Raymond Carver, in USA, ne è il maestro). Ma aldilà della tecnica fondata sul Realismo, ho apprezzato di più la vena comica modello Neorealista, in particolare ho provato empatia per quanto riguarda il protagonista, un simpatico signore azzimato che mi ha ricordato il personaggio del film “Umberto D”. Un uomo di esperienza non ha bisogno di seguire gli altri, ma ha la saggezza per correggere il tiro, diffondere meglio il su messaggio e tu ci stai riuscendo.
Non so cosa dire se non ringraziarti per il tuo commento
Forte questo racconto 🙂
Grazie. Non è una storia vera. Le donna però esiste davvero,Eravamo in fila quando si gira e io casco in terra. Il resto è pura immaginazione.