Gli sguardi che ti incatenano

Serie: La luna che risplende nella notte


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Selina Welmart viene costretta a sposare il Principe Ereditario. La loro unione è un'occasione di gioia per tutto il Regno di Fort, ma i due sposi sembrano pensarla diversamente...

Il mattino seguente, Selina si diresse verso il Palazzo del Re per porgere i suoi saluti come richiedeva l’etichetta. Fuori dall’ingresso c’era il Principe Lantis ad aspettarla, la guardò con aria sospetta e disse “Se avete qualcosa da dire, meglio che lo facciate prima di incontrare Sua Maestà…”. Lei si chinò per salutarlo e gli sorrise, per un istante si intravide un’espressione di stupore sul volto di lui, ma si girò subito dall’altra parte quasi volesse nasconderla e chiese alle guardie di annunciare il loro arrivo.

I due entrarono nella Stanza del Trono, una stanza immensa dove non c’erano sedie, solo un lungo tappeto rosso e una lunga scalinata alla fine della quale vi era Re Amedeus seduto sul trono dorato. Si fermarono ai piedi della scalinata, si inchinarono e rimasero con il capo rivolto verso il basso.

“Si dice che una figlia debba seguire le volontà del padre e una moglie quelle del marito…” – continuò il Re – “Cosa ne pensate Principessa Consorte?”.

Selina alzò lo sguardo, Re Amedeus era lì a guardarla dall’alto del sul suo trono, come un dio pronto a dare il giudizio finale con quella presenza schiacciante propria di un monarca. Quella domanda velata da una delle massime del libro “Virtù di una donna” era fin troppo chiara per la ragazza: le stava chiedendo di scegliere tra suo padre e il suo sposo. Nonostante avesse capito le sue intenzioni e sapesse quale fosse la risposta pretesa, Selina non riuscì ad aprire bocca.

Uno…due…tre…

Passarono solo tre secondi e il Re disse ridendo “Figlia mia, non vi preoccupate, non è ancora giunto il momento per la vostra risposta…un giorno… più avanti…”.

Appena usciti dalla Stanza del Trono la Principessa perse per un istante tutte le forze, ma prima che potesse accasciarsi a terra Lantis l’afferrò per un braccio.

Siete sicura di essere una Welmart?” – disse ridendo – “Ad ogni modo non preoccupatevi, nemmeno il Re può fare nulla alla figlia del grande Primo Ministro”. Selina, imbarazzata, allontanò la mano del Principe e con aria scocciata gli rispose “Non sono più una Welmart, ma una Van Der Bilt” e se ne andò.

“È la vostra risposta alla domanda di sua maestà?” – chiese ad alta voce mentre guardava la sua figura allontanarsi, lei si girò e disse sorridendo “No. È semplicemente un dato di fatto, non una scelta.”.

Appena tornò al suo palazzo le guardie all’ingresso la avvisarono dell’arrivo del padre, tuttavia una volta entrata non lo vide. Si diresse verso le sue stanze private e vide Chloé, una delle sue nuove serve, fuori dalla porta “Vostra Altezza, il Primo Ministro la sta aspettando nelle vostre stanze”.

Selina fece un respiro profondo ed entrò.

“Vi porgo i miei saluti, Principessa Consorte” – La ragazza strinse i pugni nel tentativo di sopprimere la sua rabbia nel sentirsi chiamare così dal proprio padre – “Dovete aver pazienza, sono sicuro che il Principe Ereditario con il tempo si aprirà a voi.” Strinse ancora più forte i pugni e sorridendo gli rispose “Vi ringrazio per le vostre parole di conforto, Primo Ministro.”.

Dopo che il padre uscì dalle stanze, Selina aprì le sue mani e vide del sangue. Avrebbe voluto urlare, ma quella sensazione di avere un cappio al collo non glielo permise, il respiro iniziò a farsi pesante, come se l’aria non fosse mai abbastanza… Accorse alla finestra e la spalancò di colpo, guardò dritta verso il cielo perché quell’immagine era l’unica cosa che era rimasta uguale; c’era un sole talmente abbagliante che la costrinse a distogliere lo sguardo, quasi come se volesse respingerla. E improvvisamente quell’azzurro e quella luce si trasformarono nell’immagine di suo padre mentre parlava con i servi e le guardie…

La ragazza scoppiò a ridere.

Una delle prime regole da osservare a Palazzo era la riservatezza e, nonostante vi fossero varie aree frequentate dai nobili e dai ministri, le stanze private dei reali non erano accessibili agli esterni senza autorizzazione; il Palazzo era un luogo dove un servo poteva perdere la vita per una parola di troppo e una guardia poteva essere uccisa senza motivo dalla famiglia reale.

La principessa aveva capito due cose da quell’incontro con suo padre: la prima era che il Primo Ministro poteva comandare delle guardie reali, la seconda è che c’erano delle spie nella servitù.

Selina passò il resto della giornata nelle sue stanze, da sola.

Serie: La luna che risplende nella notte


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Mi piace il piglio che hai dato alla tua protagonista, il suo silenzioso “prendere le misure”. Prevedo che la giovane manifesterà poco a poco un carattere deciso e darà prova di coraggio pur senza alzare la voce, giudicando con equità senza farsi manovrare da nessuno.