Il re del mondo

In un pomeriggio nebbioso d’autunno a Cape Canaveral City, mi lanciano nello spazio, nudo sotto una lampada abbronzante dentro un razzo. Arrivato su Marte, faccio una chiamata interstellare a Elon Musk: “Ehi Elon, come va con quella tua condizione… come la chiami? Asperger? Senti, ti propongo un affare: io ti uccido, e tu mi dai in cambio tutti i voli per Marte.”

Mi sveglio di soprassalto, come al solito. Non so chi sia Elon Musk e non so cosa sia Marte. Vivo eternamente nel passato, condannato a riviverlo all’infinito. Noi dipendenti affettivi lo riviviamo ogni volta che subiamo un abbandono: in ogni istante della nostra vita.

Ogni momento è un pretesto per sentire quella sofferenza lancinante dell’abbandono: quando vediamo qualcuno lasciare la nostra casa, quando vediamo qualcuno uscire da un bar con cui avevamo appena bevuto un caffè, quando qualcuno esce di scena dalla nostra vita. Quando vediamo noi stessi scomparire nello specchio come vampiri che non possono riflettersi. Quando abbandoniamo noi stessi e dimentichiamo chi siamo. Anche questo accade.

“Elon, non dimenticare chi sei quando sarai su Marte. Se ti svegli in un posto diverso, in un momento diverso, sei anche una persona diversa, Elon? Elon??? Rispondimi, cazzo.”

Adesso sono in cima a un colle, con un’ascia vichinga in mano. Sotto di me l’intera popolazione mondiale. Sono nudo, ma sulla schiena ho delle magnifiche ali di piume nere e posso correre veloce come un lampo. Il sole sorge al di là della collina. È rosso e così diventano i miei occhi. Mi lancio giù per la collina, e per ogni essere vivente che incontro, affondo la mia lancia divina, decapitando con precisione. All’inizio sono solo animali ringhiosi e malati che cercano di sbranarmi, poi compaiono loro: gli esseri umani, la feccia dell’universo, il dolore del mondo. Coloro che hanno fatto innalzare oceani e ingrigire cieli e laghi.

Coloro che stanno distruggendo questo mondo con il loro veganesimo e la loro ingordigia da obesi, con la loro totale incoordinazione dei sentimenti: la loro totale incoerenza di intenti. La prima testa vola e si schianta a terra. Io, come l’angelo vendicatore di Dio, l’angelo del Giudizio che ripulirà il mondo da tutti i mali. La seconda testa vola e urlo al cielo. Io, figlio di Dio, portato qui per giudicare i vivi e i morti. La terza testa rotola via. Volano decine di teste. Io che urlo al cielo per ogni colpo dato, scendendo verso la riva. Centinaia di migliaia. Il sole è alto e brucia ardente, mi scotta la fronte. Milioni. Alla fine, cado stremato sulla spiaggia bianca, il sudore dalla fronte che cola e buca la sabbia, che si cosparge di rosso.

Ho sterminato l’intera razza umana. Il mondo adesso è libero. Apro gli occhi e fisso il soffitto. Un altro dannato incubo. Mi passo la mano sulla fronte, vedo le dita sporche di sangue. Dorothy, saprai aggiustarmi adesso?

Nel frattempo, Carnival sta facendo un sacco di chiamate, presto tornerà nel campo dove è stata trovata la strana coppia.

Poi ho visto una barchetta ancorata al molo. Ci sono salito sopra e, a braccia aperte come se volessi volare, su una gamba sola, ho urlato: “SONO IL RE DEL MONDO! SONO IL RE DEL MONDO!”

Mi sono svegliato, ho guardato il soffitto ed ho continuato a urlare: “SONO IL RE DEL MONDO! SONO IL RE DEL MONDO!” Le vene sulle tempie pulsavano in un battito impazzito.

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Discussioni

  1. Un trip sonno-veglia quasi ingestibile, come se non ci si riuscisse a svegliare. Poi, la domanda è, quando sono sveglio e quando non lo sono? Trovo molto interessante questo tuo modo di scrivere, a scatti e salti temporali e di luogo. A volte, il pensiero di uccidere qualcuno può essere molto liberatorio, ma non urliamolo troppo.

    1. Voleva essere molto forte ma allo stesso tempo anche ironico. Rileggendolo non si capisce in effetti bene l’intento… faceva parte di un piccolo libro che ho scritto un paio di anni fa, lo vorrei aggiustare al meglio.

      1. In realtà, mi pare sia ben riuscito nel senso che non è sempre detto che si debba srotolare il tappeto ai piedi del lettore per rendergli la lettura più semplice. Quando si affrontano certe tematiche è maggiormente interessante inciampare in quel tappeto e trovare il modo di rialzarsi da soli. Piuttosto, se fossi in te (ricordandoti che io non so assolutamente affrontare questi temi quando scrivo) io penserei in grande e svilupperei la situazione senza pormi limiti di parole e magari rallentando l’evoluzione dei pensieri perché secondo me lo merita.

  2. “In posti diversi, siamo persone diverse”, se è vero nella vita vera, figuriamoci nel mondo dei sogni. Penso sia un bel spunto di riflessione il tuo, e penso sia necessario a volte uscire dai propri panni e sentirsi re del mondo, anche per poco.

  3. A mio parere, un esempio egregio e coinvolgente di sdoppiamento punitivo, con il massacro di una umanità che non è più tale da quando è catturata dal potere supremo dell’arcicattivo Elon Musk. Efficacissima trasposizione pseudo onirica. Perché non proseguire?

  4. “o, figlio di Dio, portato qui per giudicare i vivi e i morti. La terza testa rotola via. Volano decine di teste. Io che urlo al cielo per ogni colpo dato, scendendo verso la riva. Centinaia di migliaia.”
    Liberatorio. Centinaia di migliaia di Elon Musk.

    1. Ho dato sfogo alla creatività diciamo. Questi sono tutti pezzi che ho scritto un paio di anni fa. Li sto riprendendo per correggerli e metterli insieme. Grazie per la lettura!