Il Tentativo Di Frank

Frank aveva deciso di non arrendersi, nonostante i graffi sulle mani e le contusioni sul corpo, frutto della sua determinazione a superare la superficie fredda e ostile del muro. Le mani, segnate dal dolore e dalla fatica, insistevano a creare una breccia nella crudele barriera che lo separava dal mondo a colori – un mondo di luci brillanti, suoni vivaci e odori penetranti.

Ma ogni tentativo sembrava inutile. Il muro era impenetrabile, indifferente alle sue suppliche e ai suoi sforzi eroici. Ad ogni avvicinamento, Frank sentiva il soffio gelido del muro respingerlo con forza nel grigiore che lo circondava. Nonostante tutto, continuava a guardare con speranza oltre quella severa frontiera, desideroso di vedere almeno l’ombra di un colore che potesse indicargli la strada verso la vita.

In quel mondo in bianco e nero, Frank era un’anima determinata, destinata a lottare contro la monotonia. Ma, con il passare del tempo, il suo spirito si stava logorando. Aveva cominciato a temere che non avrebbe mai conosciuto i colori che si trovavano oltre l’opacità di ciò che lo circondava. Gli edifici intorno a lui erano come strutture senza vita, prive di vitalità o carattere. Il cielo sopra era costantemente coperto, proiettando un’ombra triste su tutto. E Frank, con i suoi vestiti monotoni e la sua esistenza di routine, si fondeva perfettamente con questo mondo incolore. Ma nel profondo conservava un barlume di speranza che un giorno, in qualche modo, si sarebbe liberato da questa esistenza muta e avrebbe scoperto la bellezza e la meraviglia della vera vita a colori.

Mentre affrontava per l’ennesima volta il muro, aveva notato qualcosa di strano: sembrava che il muro stesse perdendo la sua durezza gelida. Frank, preso da una nuova curiosità, si era avvicinato con cautela. Aveva allungato le mani e questa volta, invece del freddo abituale, aveva sentito un calore provenire dalla parete. La sorpresa lo aveva fatto barcollare indietro, ma non appena ripresosi era ritornato verso il muro, toccandolo di nuovo.

Il cambiamento era innegabile. Il muro, inizialmente freddo, ora irradiava un calore che gli riscaldava le mani. A dispetto della stanchezza e del dolore, Frank aveva cominciato a battere contro il muro con rinnovata energia. I suoi occhi brillavano di speranza mentre continuava a picchiare con tutta la sua forza, sperando di far crollare la barriera.

Frank iniziava a percepire dei cambiamenti nel grigiore che lo circondava. La monotonia stava lentamente cedendo il posto al cambiamento. Gli edifici intorno a lui sembravano meno opachi. Il cielo sembrava meno coperto. Anche i suoi vestiti grigi sembravano essere meno monotoni.

Frank continuava con rinnovata energia e ogni colpo sembrava risuonare con una vibrazione diversa. Si sentiva come se stesse lentamente scrostando le vecchie tinte di grigio, lasciando spazio a nuovi colori mai visti. Il muro, che prima sembrava un nemico implacabile, cominciava adesso a mostrare segni di cedimento sotto i suoi sforzi incessanti.

Era come se la guardia invisibile che continuava a respingere i suoi attacchi fosse diventata meno sicura della sua posizione. Frank poteva sentirlo. C’era un sentimento di incertezza nell’aria che non era presente prima. Lui sapeva che quello era il momento giusto per agire e così, con un ultimo sforzo eroico, aveva sferrato un potentissimo colpo in direzione del muro.

Il muro tremava e Frank avevo potuto notare una fessura aprirsi sotto la sua mano. Un bagliore di colori era esploso da quella fessura, illuminando tutto intorno a lui. I colori che aveva solo potuto immaginare erano lì, di fronte ai suoi occhi – brillanti e vivaci come niente che avesse mai visto prima. Il mondo in bianco e nero si stava dissolvendo lentamente, rivelando un paesaggio variegato di sfumature e tonalità.

La vista era così travolgente che Frank aveva dovuto chiudere gli occhi per un momento, incapace di sopportare la bellezza di ciò che lo circondava. Appena riaperti, si era accorto che il muro non era più lì. Al suo posto c’era una porta aperta, un varco verso il mondo colorato che aveva sempre desiderato. Tutti i colori che aveva immaginato erano diventati realtà, ancora più luminosi e vibranti di quanto avesse mai sognato. Il verde dell’erba fresca, l’azzurro del cielo sereno, il rosso dei fiori e tante altre sfumature e tonalità che non aveva mai visto prima.

Era come se fosse nato di nuovo. Ogni cosa che guardava aveva un senso ed esprimeva un sentimento diverso. L’aria sembrava più pulita, il sole più caldo e la vita più vera.

Improvvisamente tutto intorno a lui aveva iniziato ad avere un senso. Gli edifici sembravano danzare nel loro nuovo abito colorato, il cielo sembrava sorridere e persino i suoi vestiti grigi sembravano aver assunto un colore nuovo e brillante.

Frank osservava tutto con stupore. Sentiva una gioia travolgente che lo riempiva fin nel profondo. Era finalmente libero dal grigiore della monotonia e poteva godere della bellezza dei colori. Ma era durato tutto troppo poco, all’improvviso la luce si era attenuata nuovamente. Frank aveva guardato verso il cielo, scoprendo che una nube grigia stava avanzando rapidamente, oscurando l’azzurro brillante che aveva appena scoperto.

Il verde dell’erba cominciava a sbiadire, il rosso dei fiori virava verso un triste bordeaux e gli edifici colorati perdevano il loro smalto. Un senso di panico si era impadronito di Frank, mentre i suoi vestiti riacquistavano la loro monotona tonalità grigio.

Si era voltato per affrontare il muro, sperando che la fessura da cui erano esplosi i colori fosse di nuovo visibile. Con disperazione, si era avvicinato al muro ormai familiare, ma la sua superficie era tornata fredda e compatta come prima. Il calore che prima irradiava era scomparso, sostituito dall’antica freddezza gelida.

Ora Frank era in ginocchio davanti al muro, esausto. Aveva avuto un assaggio della bellezza del mondo oltre il grigio e ora sembrava ancora più desolato e monotono rispetto a prima.

La guardia invisibile sembrava aver rafforzato il suo dominio, rendendo il muro ancora più impenetrabile di prima. C’era solo silenzio – un silenzio pesante, denso come un manto di nebbia. Un silenzio che avvolgeva tutto come una cappa grigia e opaca.

Frank era rimasto lì per un momento, con lo sguardo fisso sul muro grigio davanti a lui. Le lacrime cominciavano a scorrergli lungo le guance, gocciolando sulla superficie fredda del muro. Aveva provato la libertà e adesso era tornato in prigionia. La sua speranza si era accesa come un fiammifero per poi spegnersi ancor più velocemente.

Ma un pensiero si era fatto strada nella sua mente. Quel breve assaggio di colori, la bellezza che aveva avuto la fortuna di vedere…era reale. E se c’era riuscito una volta, poteva farlo di nuovo.

Si era tirato su da terra, asciugando le lacrime e fissando il muro con determinazione. Non era finita. Non avrebbe permesso alla guardia invisibile di vincere così facilmente. Aveva già superato quel muro una volta e ci sarebbe riuscito di nuovo.

Aveva raccolto tutte le sue forze, attaccando il muro con rinnovata energia. Batteva i pugni sulla superficie fredda, ma non sentiva il dolore. Sentiva solo la determinazione che montava in lui, l’impeto di raggiungere l’altro lato, di rivedere i colori che aveva appena scoperto.

“Non mi arrenderò!” 

La voce echeggiava contro il muro freddo e grigio. “Vedrò di nuovo quei colori!”

E continuava a battere, le mani ormai insensibili dal freddo e dallo sforzo. Ma aveva deciso, non poteva fermarsi. Ogni colpo sembrava risuonare nel suo petto, come un richiamo alla vita e alla libertà.

Dopo ore che erano sembrate giorni, aveva notato qualcosa. Il muro cominciava di nuovo a tremare sotto i suoi colpi, piccoli frammenti di pietra iniziavano a cadere ai suoi piedi.

Un sorriso gli illuminava il volto mentre continuava a colpire con rinnovata energia. E finalmente, quando era così stanco da poter a malapena reggersi in piedi, prima un rumore fragoroso e poi… il silenzio.

Frank aveva perso i sensi per qualche istante. Riprendendosi dopo qualche minuto, si era ritrovato appoggiato con la schiena a qualcosa di freddo e spigoloso. Niente di più del grigio cemento della sontuosa costruzione che aveva cercato di abbattere. Il muro era ancora lì. Intatto. Severo. E la guardia invisibile sulla sommità. Sorridente e soddisfatta.

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Discussioni

  1. “Si era voltato per affrontare il muro, sperando che la fessura da cui erano esplosi i colori fosse di nuovo visibile”
    Mi piacciono molto i tuoi racconti che parlano di riscatto. Credo che i colori li dobbiamo cercare dentro. Lui ce la fa per un attimo, poi nel finale sembra tutto perduto. Io credo di no. Un buon testo e scritto molto bene. Mi hai tenuta incollata.

    1. Ti ringrazio. Potrebbe, in effetti, non essere tutto perduto. Dipende molto dal grado di ottimismo. Io sono portato a pensare che il muro sia più forte. Ma già vedere qualche sfumatura di colore…non è poco.

  2. Un interessante e significativo racconto allegorico, che segue le orme della distopia Orwelliana e Dickiana unitamente al criticismo fantascientifico di Bradbury.
    Come sempre, i tuoi racconti sono molto profondi e peculiari, una caratteristica senza dubbio ricercata e ben sviluppata.

    1. Ti ringrazio. Cerco, per quanto possibile, di presentare la mia visione di ciò che accade, intorno a me e non solo. Creando, il più delle volte, mondi distopici o surreali. Luoghi dove mi trovo a mio agio. E nei quali provo a far entrare chi ha la pazienza e il tempo di leggere.

  3. Un bel racconto simbolico, a quel muro i lettori possono dare ognuno il proprio significato. Quel che accomuna le interpretazioni è, chiaramente, che per quanto ci si sforzi di abbatterlo quel muro è più forte.
    Se mai ci fosse una canzone adatta – e quasi sicuramente ci sarà – questa sarebbe la trama per un bel videoclip.

    1. Il muro, in effetti, si può prestare a più interpretazioni. Accade per molti scritti e ancor di più per quelli brevi, dove spesso è chi legge che ne estende la “durata” ben oltre il limite della brevità. Concordo sul fatto che il muro è più forte e non sarà mai possibile abbatterlo (a meno che non lo decida chi lo ha costruito…così…per finta pietà).

  4. Un poetico ed esasperante intreccio fra il muro di Berlino ed il mito di Sisifo. Mi ha davvero fatto pensare a come, dopo quarant’anni di grigiore seguiti da qualche decina d’anni di speranza, sia.o tornati a parlare di guerra mondiale e di bomba atomica. E, assurdo, i personaggi sono sempre gli stessi. America repubblicana e Russia in mano a un pazzo. Con l’Europa campo di battaglia.

    1. Potrò apparire pessimista, ma grigio era e grigio rimane. Anzi, forse, neppure grigio. Per quanti sforzi o tentativi uno possa fare per alimentare la speranza. Che è dura da sconfiggere, ma si infrange sempre. Per poi rinascere e infrangersi nuovamente. Nello stesso punto. E nello stesso modo.