IL TRINCIAPOLLO

                         

Tutto m’ispira finché non spiro, e lo spero il più tardi e non me ne dispero. Nel mio girovagar un “pollontano” mi avventurai sulle Alture di Polazzo (Fogliano di Redipuglia – GO). L’ispirazione mi venne dai polli visti e ben in vista di un pollaio.

Parlar da polli ai polli non è “pollemica”: anzi è licenza poetica o meglio “polletica“.

Così parlo anche se non mi è stato permesso, ma me lo concedo lo stesso.

Di polli ne ho visti tanti: di “pollinsaturi” e “pollisaturi“.

Del pollo mi piace il petto e la coscia e poscia anche l’anca: o meglio “PollAnka”.  Soprattutto i polli giovani, i pollastri e “Poll Young” oggi più “Poll Old”.

E poi “Poll McCartney più che da “poll” canta da Beatles ma ti mette sempre in armonia. Sting non è un pollo ma cantava in un complesso pollo: “The Pollice”.

Non mancano i polli classici: la “Pollacca” o la “Pollonaise” suonata da un pianista, forse allergico: Pollini.

In tavola la scelta è vasta: pollo 🐔 al curry, pollo 🐔 al limone 🍋, pollo 🐔 alla cacciatora, pollo 🐔 arrosto, pollo 🐔 alle mandorle, pollo 🐔 al forno con le patate, pollo 🐔 impanato, fino al pollo 🐔  “cosutu ‘nculo” e nel “Pollesine” anche con la “pollenta”.

Son nato a “Polla” in Istria e quindi sono “Pollesano” di origini.

I mie discorsi sono “polliptoti” ed uso la “pollisemia” nei giochi di parole e doppi sensi.

Non sono “polligamo”, non pratico la “polligamia”.

Non amo il “pollitichese” ma il “pollitically” correct.

Non amo i “pollitici”, con i loro discorsi affabulatori rivolti ad una platea di polli.

Nell’arte ammiro il Pollaiolo, artista “pollivalente”, di umili origini e di padre pollaiolo dacché il nome d’arte.

Frequento il “Polliteama” Rossetti  e preferisco i posti in prima fila: in “polle position”.

Al cinema guardo i film di  Pollack ed i suoi film dell’orrore per polli: I 3 giorni del condor e Corvo Rosso non avrai il mio scalpo. 

Sono “polliedrico” e vesto “Poll & Shark”. Ho il pollice verde.

Alle superiori avevo una docente Polla di cognome e poi ho studiato al “Pollitecnico” di Milano. Non potevano mancare le mie conoscenze sul “pollitetrafluoroetilene”, “pollivinilcloruro ” ed il “pollivinilpirrolidone” oltre al “pollistirolo” ed il “pollireutano” espanso.

Adesso lavoro al “Polliambulatorio” dove fanno i raggi o meglio le “pollastre”.

Al “Polliclinico” sono ricoverati i polli più sfortunati: i “polliomelitici” ed un pollo un po’ fuori di testa che si crede un’aspirapolvere: un “Polletto”.

Poi un caso pietoso, un pollo gigante con un solo occhio al centro: “Pollifemo”.

Amo i viaggi in “Pollonia” ed in “Pollinesia”.

Di religione non sono “polliteista”.

Pratico sport alla “Pollisportiva” di “Pollignano” a Mare.

Di salute,  o meglio di malattie, soffro di “polliartrite” ed ho scampato una “pollmonite” e sono allergico al polline. Ma sono ottimista ed alzo il pollice.

Sono un po’ lento: un “pollentone”. Sennò mi vengono i crampi al “pollpaccio”.

Ho sempre sete perché soffro di “pollidipsia” e  bevendo tanto non mi manca neanche la “polliachiuria” facendo spesso il bisognino.

Sto attento al “pollonio”  ed alla “Pollizia”

Ora indaga la “Pollinvestigation” con l’ispettore “Polliandro”.

Faccio perdere la pazienza anche ai polli .

Odio il brodo se di pollo. 

Ho visto una Polleria con l’insegna: 

“POLLI CINO TORTORELLA”. 

Son caduto come un pollo: ma vendono pollastrelle o tortorelle? Ma è un mago o un pollaiolo? 

Per finire mi mancava un bel libro di “Pollyanna” ed una immancabile polluzione notturna. 

Scrivo ai polli e faccio ridere i polli. 

Non so perché ma la mia scrittura non spopola.

Anzi spappola, maciulla, schiaccia, sfracella, spiaccica come un trinciapollo.

Fabius P.ollo

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Discussioni

  1. Questo tuo esercizio di stile mi ha fatto molto sorridere, complimenti. Giocare con le parole è un viaggio dalla destinazione incerta ma quello che conta è che il percorso sia divertente, come in questo caso. Ciao!