IL VERO AMORE

Ci sono giorni in cui vorresti solo star fuori a camminare, per far volare i pensieri dal cervello e lasciarli librare nell’aria, quieti. Questo era uno di quelli. Il mio amico Alex ed io avevamo appuntamento al porto, per stare all’aperto e parlare. Di cosa poi? Alla fine avremmo filosofeggiato sui tanti argomenti che ci interessavano: donne, musica, sport, il modo di condurre la nostra vita e come la conducono gli altri, motociclette ed altre cose che ci interessavano meno, come ad esempio la religione e la politica, che ci piaceva argomentare come se fossimo esperti, ma che poi non ci portavano a nessuna conclusione. Era da tre settimane che non vedevo Alex, lo avevo sentito per telefono più entusiasta del solito, aveva voglia di raccontarmi un fatto sconvolgente. Parole sue.

-Hey amico!

-Ciao Alex!

Ci demmo un grande abbraccio, ci abbracciamo sempre quando ci vediamo, lui abbraccia forte. Ha un carattere buono e forte, molto forte. Una passione viscerale per le motociclette. Infatti si era presentato all’appuntamento con la sua vecchia Ducati, alla quale dedicava amore e cure, come fosse una figlia. Dotato di uno spirito competitivo, soprattutto con se stesso, che gli era servito in passato per pagare il conto alle difficoltà che la vita gli aveva presentato. Il mio amico Alex, solare, spigliato, sempre con una parola confortevole per tutti, ma con qualcosa di obliato dentro di sé di cui non voleva parlare. Una volta, in confidenza, mi disse che erano i suoi mostri rinchiusi in gabbia. Non ne parlammo mai più.

-Amico mio, ti devo parlare di un fatto nuovo, ho incontrato una ragazza speciale.

-Alex, tu che incontri una ragazza non è cosa nuova. Ho perso il conto di quelle di cui mi hai parlato e non conosco il numero di quelle di cui non mi hai parlato. Tu vuoi bene tanto, sei affettuoso, ma non ti innamori mai. Me lo hai detto più di una volta, mi hai sempre preso in giro quando ti parlavo dei miei amori passati, e futuri che immaginavo. Raccontami di questa poveretta che si innamorerà di te e tu non di lei.

Però era strano il suo sguardo, era sempre luminoso, ma mai così. Era fulgido che sembrava commosso.

-Lo so amico mio, sono cosciente di come sono, un riflessivo lo sai, non mi lancio mai a capofitto. E non l’ho fatto neanche adesso.

-Dai racconta.

-Te ne parlai mesi fa, Adele, ti ricordi?

-No Alex, di solito quando mi parli delle tue conquiste non ricordo mai i nomi.

-La ragazza che mi aveva dato buca ad un appuntamento un anno fa.

-Beh ogni tanto può succedere anche a te, ma non mi sovviene il suo nome.

-Circa un mese fa, mi ha contattato per chiedermi di vederci. Un appuntamento in piena regola, con tanto di locale carino, aperitivo al tramonto e smancerie varie. Con l’obbligo di doverlo organizzare io.

-Tu? Lei ti invita ad un appuntamento organizzato da te?

-Sì, questa cosa mi ha fatto sorridere, e credimi amico mio, mi ha entusiasmato. Non so il perché, ma il suo modo di porsi, dopo mesi che mi aveva dato buca, mi ha estasiato.

Il mio Alex aveva uno sguardo che parlava più delle parole stesse. Lui aveva lei in quello sguardo, non aveva il racconto.

-L’appuntamento è andato a meraviglia. Abbiamo bevuto, ci siamo baciati e abbiamo fatto sesso.

-Il tuo solito protocollo Alex, niente di nuovo.

-No amico, era tutto nuovo.

-Spiega.

-Ci siamo baciati tantissimo, con voluttuosa tenerezza, abbiamo fatto sesso scomodamente e abbracciati tutto il tempo, abbiamo parlato amico mio. Abbiamo parlato tanto, ci siamo interessati con fervore ognuno alla vita dell’altra.

-Decisamente non è il tuo protocollo Alex.

-Già amico. Ci vediamo e sentiamo tutti i giorni, prima e dopo i giri voluttuosi nel letto ci abbracciamo e coccoliamo per ore. Parliamo amico mio. Parlare con lei è la cosa più bella che io avessi mai fatto. Mi ha insegnato tanto in così poco tempo. Ha abbattuto i muri costruiti con tanta fatica per difendermi dai mali della vita e acquietato i mostri che ho dentro.

-I tuoi mostri Alex. Me ne avevi accennato una volta, ma non ne abbiamo mai parlato da allora.

-Sì amico, mi ricordo. Non avercela con me, ma sono riuscito ad aprirmi e a parlarne solo con lei. Adele li ha domati. E io in cambio, ho placato i suoi. Anche lei ha i propri tormenti dentro, ma non li ha ognuno di noi? Io credo di sì, altrimenti non saremmo umani.

-No Alex, non ti preoccupare per non esserti aperto con me, certe cose o le tieni dentro per sempre o puoi esprimerle solo con la persona giusta. Ma ti fidi di lei? La conosci da così poco.

-No amico, io non solo mi fido di lei, ma mi fido e affido a lei. Lei fa altrettanto con me. In molti argomenti che trattiamo, ci coniughiamo alla prima persona plurale. Parliamo spesso di noi, e non di me e di lei separatamente. Questo vuol dire affidarsi.

-Alex, ti rendi conto di quanto è grande questa cosa? Mi sembra di parlare con un’altra persona. Tu che non pensi aldilà di una settimana, tu che non ti innamori mai, tu che metti te e la tua motocicletta sopra ogni cosa. Ti rendi conto di cosa stai parlando? Questa è una roba enorme. I poeti gli hanno dato molti nomi.

-Sì amico, credo di rendermi conto di come si chiami questa cosa enorme. Io sento Adele accanto a me sempre, anche adesso, in ogni respiro che faccio. E questa cosa un nome ce l’ha.

-Alex, questo è il vero amore. Così si chiama.

-Lo so amico mio, lo so. Mi sono innamorato veramente, per la prima volta in vita mia. E credo che sia una cosa rara, per pochi. Non pensavo potesse succedere a me.

-Adele è perfetta Alex. Non riuscirei a spiegarmi questa cosa altrimenti.

-No amico mio, lei non è perfetta. La perfezione è banale, lo sai. In una persona perfetta non ci sarebbero le sfaccettature che la renderebbero unica e irripetibile. Adele non è perfetta, è bellissima. Non intendo solo fisicamente., è bellissima quando parla allegra e sorride, è bellissima quando i suoi occhi sono colmi di gioia nell’incrociare i miei, è bellissima quando cammina stanca, è bellissima quando mi bacia e poi ride perché ho il suo rossetto sulle labbra e mi pulisce con un fazzoletto, è bellissima quando ha gli occhi cupi per il dolore che ha dentro, è bellissima quando ha i suoi sbalzi d’umore per cose che a me sembrano futili, ma per lei sono importanti, è bellissima quando si sistema i capelli, è bellissima quando ascolta la musica che a lei piace e a me fa cagare, è bellissima quando sorride perché la chiamo piccola, è bellissima quando piange, è bellissima quando sale con me in moto, è bellissima quando mi dice di smetterla, è bellissima quando è nervosa. Lei non è perfetta, lei è bellissima sempre. Che è molto più che essere perfetta.

-Alex, le hai detto che la ami?

-No amico.

-Corri a dirglielo. Deve saperlo, anche se penso lo sappia già. Ve lo meritate Alex. La luce dei tuoi occhi, mi dice che voi due lo meritate il vero amore.

-Ok amico, corro da lei.

Mi diede un abbraccio forte, molto più del solito e molto lungo. Si sentiva che gli era esploso l’amore dentro. Ne aveva tanto da dare. Correva forte da lei il mio Alex, sulla sua vecchia Ducati. Aveva gli occhi gonfi d’amore, il sorriso incantato e la gioia nel cuore. Come mai lo avevo visto in tanti anni. Correva forte e sicuro Alex, aveva in testa solo e soltanto quell’unica frase, quelle tre parole. Se le ripeteva in continuazione nella testa, come per non essere impreparato, era meticoloso, più ripeteva quella frase e più era felice. Mancava solo un incrocio per arrivare da lei, con diritto di precedenza. E lui aveva tutto il diritto di procedere verso il cuore della sua amata. In un solo attimo fu come deflagrasse il mondo. L’istinto da pilota collaudato del mio amico Alex di frenare la moto, il gigantesco SUV a velocità inaudita in uscita dallo stop alla sua destra, un fragore interno, senza dolore, un rumore sordo sentito dentro il cervello, come se il rumore venisse da dentro di se, le ossa che si frantumavano con uno scricchiolino come legna che arde, e quelle parole uscite dalla bocca del mio amico Alex, un istante prima che le vertebre cervicali esplodessero lacerandogli il midollo spinale. “Adele ti amo”.

DEDICATO A ROBERTA

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Discussioni

  1. Ciao Fabio, ho cliccato sul tuo racconto, affascinata dall’immagine che lo rappresenta. Adoro i baci e li ficco dentro praticamente ovunque. Mi piace scriverne e mi piace guardarli. Poi, ho cominciato la lettura, attirata dalla tua scrittura fluente e innamorandomi dell’immagine di Adele vista attraverso le parole, appassionate, di una persona innamorata. Verso la fine ho cominciato a sentire sulla pelle quello che mi aspettava dietro l’angolo e che tu hai saputo descrivere con parole forti e delicate allo stesso tempo. La morte mi è parsa dolce. La dedica commovente. Molto bravo. Spero di rileggerti presto.