La mia estate
Ti guardo mentre ti allontani e non ti volti nemmeno a guardarmi. Io invece lo faccio, più e più volte, sia mai che non riesca a cogliere l’attimo. Mi siedo in auto e aspetto come una bambina impaziente, ma tu non arrivi mai. Ripenso alle mie cosce tese, alle tue dita che le accarezzano. Accendo l’auto e guido veloce, anzi, velocissima, lo sfioro quel guard-rail. “Pensami” e io lo faccio, non poco, non ogni tanto, non raramente. Un chiodo fisso nelle mie tempie che brucia e fa male. Mi hai sfiorato i pensieri, le paure e le mani. Quando ci siamo seduti vicini e tu non hai preso le distanze da me ma le hai accorciate. Un bacio, poi due e poi altri cento. “Sollevami come fossi leggerissima” pensavo e tu, senza neanche farlo apposta, mi facevi sentire peso piuma. Come se le ossa non ci fossero più, e nemmeno tutti i muscoli. Ero neve sciolta fra le tue dita. Te ne stavi a fianco a me, spalla contro spalla, fumavi e anche l’odore di sigaretta era dolce sui tuoi vestiti. Ho temuto questo momento per mesi e ora, orgogliosa, non ho più paura. Mi hai insegnato a non averne più, a non saltare i pasti, a non dare sempre tutto per scontato (io a te non ti ho dato per scontato mai.) L’auto corre veloce sull’asfalto, i chilometri che ci dividono non li posso più contare sulle dita. La malinconia è arrivata e mi ha preso tutto. Chiudo la giacca e sento comunque un freddo che mi avvolge, chissà se mi passerà o se invece me lo porterò dentro fino alla prossima estate, (tu sei la mia estate). Faccio spallucce come mio solito e mi ripeto che non mi importa, che riuscirò a ingoiare il pranzo e anche questo nodo stretto.
“Non è Gennaio ma puoi baciarmi ancora, come se avessi fretta e io avessi un po’ di eternità”.
Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Brava Carolina, un altro testo che colpisce, breve, quasi in punta di piedi, ma dritto verso l’obiettivo. La fragilità è parte di ciascuno di noi. Saper riconoscere e accettare la propria è un privilegio. Affidarsi a qualcuno affinché la si condivida e pesi di meno, una vittoria.
Ho trovato molto maliconico e delicato questo brano, mi ha colpito. Rivolgersi a qualcuno in sua assenza è la prova più tangibile di quanto si senta la sua mancanza e di quanto i sentimenti possano condizionare le proprie giornate.