
La signora con la scopa
Il giovane aveva trentacinque anni, non era riuscito a sposarsi, era timido con le ragazze, non riusciva nemmeno a parlare con loro, diventava rigido come un pezzo di legno, tutto duro, come di marmo.
Aveva un grosso problema: il sesso! Non sapeva cosa significasse fare il maschio, giacere con una ragazza, andare a donne, niente!
Quando era piccolo vedeva tutti i suoi compagni che bene o male riuscivano ad avere dei rapporti con l’altro sesso, come normale che fosse, lui invece rimaneva in disparte, si ci metteva e si ci trovava per scelta o per necessità. I suoi compagni su questo lo bullizzavano, lo sfottevano sempre, si sa come sono i ragazzi, si divertono con le debolezze altrui, un classico.
Fin quando non ne poté più e decise di “sverginarsi”, cioè di farsi sverginare da una donna, qualunque donna che era disposta a farlo con lui.
Una volta, mentre i bulli si divertivano con lui, si trovava accanto a loro un uomo di mezza età, quando il ragazzo rimase solo e sconsolato egli si vide rivolgersi la parola da questo signore. Quest’uomo, inteneritosi, gli disse una cosa, non prima di essersi meravigliato che un ragazzo a quell’età fosse ancora vergine, o solo che avesse dei problemi con l’altro sesso (lo trovava stranissimo), cioè gli disse di una situazione che forse lo avrebbe potuto aiutare. Anzi ne era certo.
Dopo aver fatto delle domande specifiche, che non sto a raccontarvi, e sinceratosi dell’effettivo problema del ragazzo, decise ancora di più di intervenire.
“Senti, se vuoi ti posso aiutare.”
Il ragazzo diventò subito tutto orecchie, anzi addirittura si avvicinò a quel signore per sentirlo meglio.
“Per cominciare, devi farlo con la signora con la scopa, senti a me. La vedi quella casa?”
E fece segnale verso una casa sulla strada, su, in una salita ripida.
“La vedi?”
“Si, la vedo” disse il ragazzo interessato.
“Bene, la signora quando non c’è suo marito, mette la scopa dritta fuori, se la scopa è così, (in quel momento per terra), non c’è bisogno che vai perché il cornuto è dentro casa, ma se sta all’impiedi, dritta, allora puoi andare tranquillamente.”
“Ma sicuro..sicuro che funziona?”
“Eh, se te lo dico io! Certo qualche cosa la vuole, hai capito? Non è che vai, fai e te ne vai così.“
“Ho capito..ma cerca troppo?” disse il ragazzo tra l’eccitato e l’impaurito.
“Niente di particolare… se vuoi, vuole cinquanta euro, ma proprio perché ti voglio veramente aiutare, se vuoi, te li presto io, non penso che ce li hai…no?”
“Grazie… no non ce l’ho.” disse un po’ imbarazzato il giovane. E accettò l’offerta.
L’uomo gli diede i soldi. Poi si diedero appuntamento fra una settimana allo stesso posto per restituire il prestito.
“Stai attento alla scopa dal venerdì al martedì mattino, abbi fede.”
“Sicuro? Come fa a saperlo?”
“Sicuro. Il giovedì, il cornuto va fuori città e torna il martedì pomeriggio. E se non vedi la scopa fuori, allora la signora ha qualcuno dentro.”
Tornò a casa tutto contento, e non faceva altro che pensare al giorno dopo.
Guardava i cinquanta euro che l’uomo gli aveva prestato, se li mise accanto. Sicuro! Quell’uomo era intervenuto, come mandato dalla provvidenza, pensò fosse qualche sua preghiera che era riuscita ad intenerire qualche santo.
Era la provvidenza!
Appare un uomo, lo scuote, lo convince, gli presta i soldi e lo incoraggia: se non era la provvidenza questa!
La signora lui spesso la vedeva in giro, e la guardava come tutti gli altri: era una bellissima donna, alta, bionda, sui quaranta, ben curata. Quando lei usciva, tutto il paese si fermava a guardarla, lei lo sapeva, e consapevolmente si atteggiava, come in una passerella, si divertiva ad esibirsi: sfruttava queste uscite come un adescamento, un vero e proprio piacere particolare.
Il ragazzo guardava e basta. Per lui era una meta irraggiungibile. Come poteva arrivarci lui a quella donna bellissima! E poi? Sarebbe stato capace di fare tutto?
Aveva e si faceva tutti i problemi di questo mondo.
Come ogni sera, quando usciva, tutto eccitato, il ragazzo, guardava sempre il muretto vicino la porta d’ingresso della casa della bionda signora, si vedeva a letto con quella donna, tutta sua. La scopa dritta e nessuno ad aspettare!
Poi, inevitabilmente, doveva dare retta alla realtà, che la scopa stesse all’impiedi, e accertarsi di quante persone ci fossero prima di lui. Solo allora, con il campo libero, poteva nutrire qualche speranza.
Tanto si avvicinava a quella casa più sentiva il suo sangue ribollire.
“Stasera, se riesco ad entrare, farò scintille.”
Pensava nel frattempo che si avvicinava alla scopa.
Ma, come sempre, rientrava a casa, depresso, sempre più depresso.
Un giorno, appena alzato, deciso, si disse con caparbietà che sarebbe andato in quel posto a guardare la scopa, se questa era all’impiedi, sarebbe schizzato come un razzo, anche se c’erano altri maschi prima di lui: era esausto di aspettare!
Scope che volavano, scope che si alzavano da sole, scope che da terra si mettevano all’impiedi, appoggiate al muro della speranza, e tutte cantavano insieme:
“È arrivata l’ora, l’ora è arrivata.”
La signora con la scopa si affacciava, e guardandolo gli disse:
“Vieni, tocca a te… vieni da me… vieni… vien… vie….”
Lui si avvicinò piano piano. Prima di entrare guardò bene la scopa, si assicurò che era all’impiedi, e tutto teso entrò in quella casa.
Vide il letto sfatto, usato sicuramente da poco. Non sapeva cosa fare. Era imbarazzato. La signora con la scopa gli si avvicinò, e cominciò a toccarlo, e piano piano a spogliarlo; lui era con gli occhi semichiusi, non sapeva bene dove si trovasse, in quale mondo vagava la sua mente in quel momento.Poi la signora con la scopa gli prese la mano e cominciò ad indirizzarla su di sé, e lui niente, era come un pupazzo, aspettava come un salame. La signora con la scopa intanto lo baciava e gli diceva delle parole dolci, dolcissime, tanto che il ragazzo godè tanto, tanto, tanto.
Senza far nulla si era divertito assai.
La signora con la scopa, quando finì di accarezzarlo, si allontanò un po’ da lui per guardarlo meglio, lui era rosso come un pomodoro, tremava, ma quando aprì gli occhi egli si vide in un letto come fosse stato un campo di battaglia. Si mosse di scatto a cercare la signora con la scopa, ma non la vide. Si alzò in fretta e furia, accese la lampada, ma della signora con la scopa nemmeno l’ombra.
La signora con la scopa era scomparsa. E con lei i cinquanta euro che la sera prima si era messo accanto.
Quando dovette alzarsi per andare in bagno, vide l’orologio, erano le tre di notte.
Sentì sua madre dal corridoio dirgli:
“Ancora all’impiedi stai?”
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa
Sembra quasi una di quelle barzellette che si lasciano interpretare dall’ascoltatore.
Una narrativa umoristica molto ben fatta e molto piacevole.
Ciao Giuseppe, si, un problema molto sentito da alcuni giovani, i quali ne subiscono i tormenti. Storie che spesso assumono anche caratteristiche divertenti.
Fantastico questo librick!
Grazie Kenji
secondo me l’idea c’è e non è affatto male. Forse bisognerebbe introdurre qualche elemento che renda più chiara la natura dell’avvenimento. Sogno, fantasia, o cosa? Ma lo so che quella della chiarezza è una mia fissazione.
Ciao Francesca. Il ragazzo, come hai notato, si sveglia. Sogno o fantasia, non cambia molto. Il problema sta nel sottosuolo del giovane. Si lasca interpretare come meglio uno crede di farlo. Il bello dei racconti, secondo me, è proprio questo.