L’inizio dell’avventura

Serie: Come le farfalle


Camminai per un lungo sentiero senza voltarmi indietro neanche un secondo, seguivo quell’uomo dal villaggio dove sono cresciuta.

Il cammino era stato a dir poco lungo, sentivo a malapena le gambe ma di certo non avrei rinunciato.

Si fermò all’ombra di un albero e io mi fermai qualche albero indietro, non doveva vedermi. “Sei una signorina, comportati come tale” la frase di mia madre continuava a risuonarmi in testa… sarò anche una signorina ma questo non significava che non potevo fare quel che volevo.

Si fece sera e l’uomo si addormentò, io decisi però di ricominciare a camminare passando tra le spighe di grano dietro di lui. Dovevo arrivare al villaggio del re prima di lui, dovevo fingermi una dama di corte prima del suo arrivo.

Continuai a camminare fino all’alba quando, per la stanchezza, decisi di chiedere aiuto a una casa lì vicino.

“Entra pure, signorina” mi disse amorevolmente una donna bionda, mentre ordinava alle due figlie di preparare qualcosa da mangiare da darmi. Spiegai loro il motivo di questo lungo viaggio e che necessitavo aiuto per riuscirci. Dalla porta entrarono due ragazzi alti, con lo stesso sguardo della signora.

“Madre, lei chi è?” chiese uno dei due gemelli.

“Sono Crystal, del villaggio Mouneston, sono in viaggio verso il villaggio Embr”

“Il villaggio reale, cosa deve fare lì?”

“Un uomo si sta avvicinando per colpire il re, non so come lo farà… l’ho seguito tutta la giornata passata e, mentre lui ha riposato durante la notte io ho continuato fino ad arrivare qua” spiegai rapidamente, sicura di potermi fidare.

“Colpire il re?” Chiese l’altro ragazzo, “come è possibile superare tutte le guardie?”

“È questo il punto! Quest’uomo usa la magia della notte!” dissi disperata.

“Come vorrebbe entrare lei, invece?”

Sapevo che reazione avrebbero avuto tutti alle mie seguenti parole “con la magia della natura”

“Lei è una…” si bloccò la signora, spaventata.

“Fralla, sì. Avrei delle idee, se volete aiutarmi” guardando i gemelli, mi resi conto che avevano occhi differenti.

“Sono Peter” si presentò guardandomi con gli occhi azzurri, indicò suo fratello “Lui è Bruno” mi sorrise, i suoi occhi marroni erano trasparenti e si poteva notare la preoccupazione e la curiosità. Peter, invece era quasi impercettibile il suo sentimento verso questa situazione.

“Ti aiuteremo” sorrise ancora una volta Bruno.

“Vengo anche io” disse la ragazza più grande, che mi diede da mangiare, “sono Marine”

Sorrisi a quelle parole, la madre anche era d’accordo ma solo ci avrebbe coperto dal marito. Non doveva sapere nulla, e le altre due figlie l’avrebbero aiutata.

Andammo nella stalla e presero la carovana trainata da due cavalli, il padre dei ragazzi era fuori fino a tarda notte e aveva ordinato ai due maschi di andare al villaggio Ameys per vendere qualcosa. Posizionammo la carovana e i cavalli nel grande campo e li feci fare cinque passi dietro me, non potevamo perdere tempo.

Incrociai i pollici e i mignoli, chiusi gli occhi e aspettai che la natura facesse la sua parte. La brezza cessò e le nuvole si fermarono, l’erba sotto i nostri piedi iniziò a crescere fino a coprire la carovana, sentivo la paura dei tre giovani alle mie spalle. Aprii gli occhi e iniziai a modellare la carovana rendendola completamente diversa, l’erba ritornò allo stato di origine e gli occhi dei ragazzi si riempirono di meraviglia. Era diventata una carrozza reale.

“Ora tocca ai nostri vestiti” annunciai sorridendo.

Continua…

Serie: Come le farfalle


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