Posto di blocco

Serie: Prima della fine del mondo


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: E' così importante?

Quella sera avevo fatto tardi con gli amici. Si era bevuto troppo. Si era giocato troppo. A quell’ora, su quella strada, non è sicuro. Specie se hai il bagagliaio pieno.

Avevo incrociato poche auto. Pochissime. Forse due fino a quel momento. La terza mi avvertì.

Non potevo rischiare. D’accordo, forse si sarebbero limitati a fermarmi, a controllare patente e libretto. Poi, come spesso avveniva, la raccomandazione: «Attenta, signora: queste strade, a quest’ora…». Bambocci patetici.

Quella sera, però, lo sapevano. Mi aspettavano. Qualcosa era andato storto giorni prima. Qualcuno aveva parlato troppo. Lui aveva capito. Ma non sarebbe stato lui a fermarmi. Peccato.

In ogni caso non potevo rischiare. Accostai. Presi la valigia e mi inoltrai un po’ nel bosco. Non potevo metterci troppo: avrebbero capito. Perfino loro. Sarei tornata con calma a finire il lavoro.

 

La terra era umida quanto basta. Morbida. Il muschio autunnale, lo adoro. Non c’era tempo, ma non potevo fare a meno di pensarci: sarebbe stato un piacere scavare, il giorno dopo. Sono questi i momenti perfetti. Quel brivido che ti percorre la schiena mentre, per un breve istante, diventi preda. La preda che occulta la preda. La preda che occulta il predatore.

Un fruscìo mi fece sobbalzare. La torcia elettrica non era stata abbastanza rapida o abbastanza potente. È pieno di bestie, qui. La notte è il loro momento. Poteva esser stata una volpe, una lepre. Non credo un cinghiale: il rumore era stato rapido e leggero.

Eppure, non potei fare a meno di pensare a quelle parole: ‘Un cinghiale della selva la devasta’. Mi fermai. Dov’era il cinghiale? Chi era il cinghiale? ‘Sorgi signore e giudica la tua causa’ aveva detto il leone. La preda, il predatore. Per un attimo, un attimo solo, ebbi un dubbio, un capogiro.

Andò come avevo previsto. Patente, libretto, raccomandazione. Tutto secondo copione: tranne l’ultima cosa. ‘Apra il bagagliaio per favore’.

Sorrisi.

Serie: Prima della fine del mondo


Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Questa serie mi sta, alla lunga, ricordando un po’ Twin Peaks: non tanto per il contenuto, molto diverso, ma per quell’atmosfera di intangibilità e di incapacità nel comprendere realmente i fatti, come se l’autore si divertisse a giocare con gli spettatori (lettori, in questo caso), senza, però, giungere ad una conclusione eloquente, che sia in grado di rispondere a tutte le domande che, inevitabilmente, sono nate lungo il percorso.

  2. Concordo appieno con te sull’apprezzamento del racconto e dell’autore, però quella del punto di vista è di Pippo l’amico di Topolino. “Strano come una discesa vista dal basso somigli tanto ad una salita…”

  3. Proprio interessante. Dovrebbe essere utilizzato per insegnare la figura retorica del climax ascendente. Mi piacerebbe leggere, di Ian Elias, un racconto brevissimo fondato su climax e anticlimax.

    1. Chi scrive ringrazia a nome di Ian Elias. Il climax è importante per Ian Elias. Il climax costituisce un problema per Ian Elias. Non un problema retorico, un problema pratico. Tu come vedi il climax? Ian Elias suggerisce di cambiare il punto di vista. E vedrai climax e anticlimax.