
Qualche miglio nel Wyoming
Serie: Vendetta Piumata
- Episodio 1: Qualche miglio nel Wyoming
- Episodio 2: Raymond, il Vecchio
- Episodio 3: Figlio del capo tribù Arapho, Giovane Corvo
- Episodio 4: Sheridan City
STAGIONE 1
Owen Turner non fu più in grado d’indossare quell’uniforme.
Per lui, simbolo del terribile massacro compiuto in nome del dollaro:
la ricchezza per pochi in cambio della morte di tanti.
Un prezzo, che non fu più disposto a pagare, a costo di esser marchiato a vita come un traditore.
Fedifrago, lui, che servì la patria fin dai suoi sedici anni, a cui dedicò totalmente la sua vita nell’inseguire il sogno di diventar soldato, far rispettare la legge, poter salire pian piano di grado e perché no diventare un domani, generale.
Ma quelle immagini ancora lo tormentavano, pronte a fargli compagnia ogni giorno, ogni notte.
Così tanto incollate alla sua anima da non lasciargli alcun scampo: il viscido calore del sangue sulle mani, le grida dei bambini che scappavano, tutti quegli spari assordanti, il fuoco a divorar tutto ciò che incontrò nel suo cammino… cavalli morti, a terra, calpestati dai pochi indiani rimasti che scappando, cercavano di mettersi in salvo.
Dentro la sua testa quelle loro urla riecheggiarono, ancora fortissime, così forti, da rendergli persino insopportabile qualsiasi persona che alzasse la voce poco più del dovuto senza una ragione valida.
«Eddie! Kid Joe…! Sbrigatevi, abbiamo poco tempo, datevi una mossa!» esclamò Owen, in maniera sbrigativa.
«Questa dannata giornata è quasi conclusa, non voglio farmi altre quaranta miglia fino a Sheridan senza mangiare quella vostra schifezza nordica e buttar giù del torcibudella a sciacquarci la gola» aggiunse, stizzito.
Sputò, a schiarirsi la voce, poi prese una piccola sacca dalle bisacce legate sul cavallo e vi estrasse del tabacco.
«Hei capo, che ne dici se leghiamo i cavalli da qualche parte?» intervenne il vecchio Murray. Tod, Murray.
«Non vorrei che, se qualcuno decidesse stupidamente di venir fin qui a darci fastidio, possa trovare modo di uccidere questi maledetti ronzini per impedirci la fuga o peggio, rubarceli nel sonno» continuò, nel frattempo che Owen camminando verso lui, si apprestò ad interromperlo bruscamente:
«Stammi bene a sentire, avanzo di galera! Primo, non permetterti mai più di dar del ronzino al mio cavallo.
Secondo, se li tenessimo lontani, non sentiremo mai qualcuno avvicinarsi di soppiatto, in gran silenzio.
Queste bestie da te ritenute stupide sentono i suoni da molto più lontano di noi, avvertendo presto il pericolo.
Se sapessi ascoltarle bene, capiresti se ci troviamo soli o se qualche piantagrane del cazzo ha deciso di venir fin qui a rompere le scatole» gli disse, togliendosi il cappello e buttandolo davanti a sé, sopra l’approntato giaciglio.
«E adesso la prima ora di guardia spetterà proprio a te, visto che hai tanta voglia di legar ben cinque cavalli chissà dove, in mezzo al nulla di questo maledetto angolo di Wyoming, porca puttana. E vedi di tener bene gli occhi aperti, cazzo, dannato bastardo» aggiunse Owen, che ridacchiò apprestandosi a rollare una sigaretta.
«Ben aperti eh, Tod! Non come l’ultima volta che dopo esserti scolato una fiaschetta di whisky hai sparato mille colpi ad cazzo di lepre pensando fosse chissà che, svegliando tutti con le tue urla da forsennato» disse, con strafottenza, il più piccolo del gruppo. Joe. Kid, Joe, che concluse la frase poggiandosi con l’avanbraccio sulla spalla di Andrews.
Non si rese conto che sfottere Tod in quel modo fu decisamente pericoloso, eppure disse ciò che tutti pensavano: Murray, era realmente un esaltato ubriacone e strafottente figlio di puttana, però se faceva parte del gruppo fu proprio perché Owen sapeva bene come potesse tornargli utile e più avanti, se ne sarebbero accorti tutti.
«Se non fosse stato il capo ad averti inserito tra i nostri, a quest’ora ti avrei già spaccato il muso con il calcio del mio Charleville Carbine, moccioso!» esordì Tod puntando il fucile scherzosamente, in direzione del ragazzino.
«Hai sentito, faccia da latte?! Eh?! Non rispondi?» aggiunse, mentre il ragazzo gli diede le spalle, facendo prima un sonoro gesto con la mano atto ad intender di volerlo lasciar perdere e che quello, non fosse certo momento in cui perdersi tra inutili battibecchi. Passò così quasi un’ora, o circa.
Eddie riordinò gli strumenti serviti per fare il brodo, e finì di masticare un po’ di carne essiccata rimastagli preparandosi a dormire, pensieroso per i suoi compagni di cui ancora sapeva poco.
Disponevano di tre ore per riposare, l’incontro che gli attendeva città doveva avvenire al più presto.
Chissà se Giovane Corvo è già arrivato, oppure sarà ancora nascosto nella miniera abbandonata ad Est nei pressi di Sheridan, quel diavolo rosso, si chiese Turner.
Non riusciva a dormire, nelle sue orecchie risuonava il fischio dei proiettili che passavano sopra la sua testa, mentre sdraiato e ferito a una gamba, continuava ad assistere al massacro.
Nonostante passò molto tempo da allora, gli sembrava ancora che fossero trascorsi solo pochi giorni.
Il trauma era così radicato in lui, che a distanza di tutti quegli anni fu un vero miracolo se riuscisse a dormire anche solo per un paio d’ore. Nel frattempo Andrews diede il cambio a Tod, anche il suo turno di guardia era ormai verso la fine ed a breve toccava a Kid Joe. I piani di guardia furono fatti proprio da Owen, sapendo bene che tener il ragazzo per ultimo avrebbe reso il trovare una scusa per sgombrare, ripartendo prima del previsto, molto più facile.
Quindi si alzò, fumando, ed andò verso il gruppo di cavalli.
Diversi lunghi minuti dopo, arrivato al cospetto dello splendido e fidato destriero, strinse forte le già serrate cinghie degli straccali per fermare bene la sella. Gli diede due solide pacche sulla parte alta della gamba posteriore, poi disse: «Sei un fratello. Il mio, fratello. Il migliore fidato fratello che ogni uomo possa mai desiderare, Fulmine» e lo baciò, poco sopra le narici. «Non dimenticartelo mai, vecchio mio!» aggiunse.
Subito dopo fischiò forte, con due dita e gli altri, assieme a Kid Joe già in piedi, si mossero, lentamente.
«Forza, luridi maledetti che non siete altri, muovetevi! Perché l’incontro avvenga senza problemi dobbiamo arrivare prima dell’indiano, altrimenti quello non si farà vedere. È un posto pericoloso, pieno di occhi indiscreti.
Dobbiamo essere veloci ed invisibili. Dovrete reggermi il gioco ogni volta che la situazione lo pretenderà, non possiamo fallire» sbottò Owen a gran voce.
E tutti annuirono, rimanendo così immersi in un tacito e rigoroso silenzio
Turner non temeva più nulla, figuriamoci quelle quattro mezze cartucce.
Serie: Vendetta Piumata
- Episodio 1: Qualche miglio nel Wyoming
- Episodio 2: Raymond, il Vecchio
- Episodio 3: Figlio del capo tribù Arapho, Giovane Corvo
- Episodio 4: Sheridan City
Ciao Loris, è insolito leggere un racconto western ma, essendo cresciuta a pane e fumetti, è un genere che mi piace molto. È per questo che sono finita a leggere la tua storia e che continuerò a seguirla, apprezzando molto il tuo obiettivo di raccontare le tante ingiustizie e massacri subite dai nativi americani. Si percepisce che hai scritto di getto e che alcuni punti potrebbero essere migliorati, ma il personaggio principale è affascinante, così come è molto interessante il suo desiderio di vendetta. Bravo!
Son molto lieto di questo tuo commento! Io lessi i miei primi fumetti Western già dalla prima elementare, credo che Tex Willer mi abbia influenzato e non poco. Come hai detto tu, ci sarebbe tanto da migliorare, più o meno ormai nell’ultimo periodo scrivevo solo di getto, ragion per cui ho preferito fermarmi e ragionarci sopra. Nel sito qualcosa è rimasta ma , compresa questa storia, i racconti son tutti in “laboratorio” per cui ci vorrà tempo per il seguito. Non posso che ringraziarti per aver lasciato un segno della tua lettura, davvero 😎
Ciao Loris! Eccomi, come promesso, a leggere i primi episodi della serie! Il western non è mai stato uno dei miei generi di riferimento eppure, ogni volta che mi trovo a guardare i film western, resto sempre affascinato dalla loro forza narrativa. Credo sia il genere che meglio consenta una completa libertà di rappresentazione di tutte le sfumature umane, soprattutto delle zone grigie. Il western, a mio parere, tende a stilizzare il superfluo, lasciando pieno spazio alle dinamiche umane – quelle più ancestrali – e consentendo sempre una doppia lettura dei personaggi, sia come singoli che come metafore universali. Qualcosa di molto simile ai miti greci, non so se mi spiego😅. Al di là delle considerazioni sul genere, non posso che farti i complimenti per questo ottimo inizio di serie!👏🏻
Si, ti sei spiegato benissimo! Diciamo che è un genere un pò sottovalutato anche a causa di un suo “uso” un pò sfruttato. Con questo racconto, cerco di offrire giustizia al genere stesso nonchè agli indiani, popolo davvero decimato brutalmente e ingiustamente in diversi casi. Popolo, che mi ha sempre affascinato per la loro cultura e per la grande connessione con natura e spiritualità
Un genere, quello western, molto sottovalutato o, forse, talmente abusato in passato che ora su di esso sembra quasi esserci una sorta di tabù.
Questo primo capitolo mi ha molto incuriosito e coinvolto. Sono ansioso di leggerne il seguito.
Ciao Giuseppe, ebbene sì! Mi trovi completamente d’accordo sul fatto che sia un genere abusato, con la mia storia non solo cerco di dargli nuova vita ma bensì di offrire anche una rivalsa al popolo indiano. Il secondo capitolo inserisce un nuovo personaggio, presto scoprirai chi è e che ruolo avrà nella storia. Ci sarebbe tanto da dire anche sull’arco temporale in cui si svolgono gli eventi, poiché non tutti conoscono bene gli anni del Far West, le guerre di indipendenza e di secessione. Son temi delicati e anche un pò complicati, con continui cambiamenti e diverse realtà in base al territorio statunitese
Per essere stato scritto di getto, come dici tu, direi che è scritto bene. Curioso e interessante, ci si potrebbe fare un fumetto al vecchio stile Disney. Bello
In stile Disney, dici? Forse io preferirei un po meno fantasy/cartoon. Parlo da uno che da bambino è cresciuto leggendo Tex Willer, in parallelo ai diversi film Disney anni 90 😎
Capita di rado in racconti western. Cinematograficamente sono un genere che a me piace. Vediamo cosa succede quando hanno la forma di un racconto. Nota sul linguaggio un po’ da duro e caricaturale dei personaggi: mi fa sorridere, trovo che alleggerisca la storia
*capitano di rado
È un genere secondo me molto sottovalutato e con storie molto simili fra loro, diciamo che il mio obiettivo sarebbe rispolverarlo un pò e rendergli maggior “giustizia”. Riguardo il linguaggio si, i personaggi sono molti e con personalità molto diverse, vorrei per questo cercare di evidenziare più possibile queste differenze anche attraverso il loro modo di parlare
Per chi arrivasse a legger fin qui, ci tenevo a specificare chr questo estratto è stato scritto di impulso, una sola volta, senza correzzioni di forma e/o sintassi ma solo correzzioni ortografiche
Rievochi – o immagini- efficacemente uno dei tanti Sand Creek che costellano la storia statunitense. Onore al merito e anche alla scrittura che, bur basandosi su topos – o forse proprio per questo- risulta colorata e ruvida al punto giusto.
Ciao, grazie mille per aver commentato. Posso ben dire che la storia è totalmente articolata dalla mia fantasia, poiché nonostante faccia uso sia di realtà a livello storico che temporale, ne fà poi un mix totalmente soggettivo. Il protagonista è un ex soldato, cresciuto con valori molto ferrei e che mai si sarebbe sognato di diventare un fuorilegge. Solo dopo un trauma enorme, il massacro a cui partecipò con il proprio plotone, decise di cambiare vita. Quindi c’è anche una rivalsa del popolo indiano, aiutato da americani che poi tanto tali non si sentono. Alcune sfumature possono sembrare già conosciute, ma ho diviso il racconto in episodi perché è davvero molto grande. E posso assicurarti che nessuno ha mai inventato una storia come questa, anzi…ti chiederò, se avrai pazienza, di leggerla ancora…oggi ho pubblicato un altro piccolo pezzo 😎
Scritto bene, con un linguaggio appropriato ai personaggi e un tema importante.
Dai,grazie per il sincero commento! Mi fa molto piacere,è un tema a cui tengo molto,con il quale vorrei regalare una mia personale rivalsa alle tribù indiane per via di tutto ciò che hanno subito ingiustamente.
*subìto
Grazie per aver commentato, Francesco. Il tema si svolgerà sempre di più, dovendo rientrare nelle 1000 parole son stato costretto a dividere la storia in più episodi. Ma credimi, quando dico che la rivalsa indiana con l’aiuto di americani che non si sentono poi tanto tali sarà forte, beh…non sbaglio! Spero avrai voglia di continuare a leggere…grazie ancora