
Quando Maggie chiama
«Sembra l’Inghilterra» commentò Rupert.
«È certo! È per questo motivo che questo arcipelago deve rimanere un possesso della Gran Bretagna».
Rupert fissò in tralice il commilitone. «Vaglielo dire agli argentini, Felix».
Ma Felix non era di umore cupo, anzi, era felice e contento. «Non me ne frega nulla di quelli… queste sono le Falkland, non le Malvinas. Che poi, sì, è il Sudamerica, ma rimane il fatto che questo è un territorio della Corona». Sputò nell’erba di quella brughiera in cui stavano marciando. «All’inferno gli argentini!».
Il plotone si stava incamminando in quella zona dell’isola occidentale e un minuto prima Rupert aveva sentito che il Belgrano era stato silurato da un battello britannico.
Era chiaro che stavano vincendo la guerra, anche se solo Rupert pensava al conteggio dei morti.
Ma se lui si faceva tutte quelle preoccupazioni, il resto del plotone dei Royal Marines pensava a camminare.
In cielo passò un Harrier, Rupert aveva saputo dagli argentini che il nemico li chiamava la Muerte negra per il loro colore ardesia, ma poi vide in cima a quell’altura degli sbuffi di fumo.
Il tenente osservò tutto con il binocolo e poi annuì. «Pronti all’attacco!».
«Pronti all’attacco!». I Royal Marines si prepararono e di lì a un minuto si posizionarono.
Si erano lasciati alle spalle i bergen e con i baschi neri si avvicinarono strisciando all’altura.
In cima a quel rilievo, si vedevano gli argentini con le loro uniformi ridicole, più da parata che da campagna, e Rupert si ricordò che Maggie li aveva chiamati a fare il loro dovere. Preoccupazioni o no, pensieri o no, l’avrebbe fatto lo stesso.
Con gli SA80 fecero fuoco e gli argentini risposero con i FAL, poi il tenente gridò: «Granate!».
Strapparono con i denti le spolette e lanciarono.
Ci furono delle esplosioni e pezzi di carne caddero intorno assieme a frammenti di legno, metallo e zolle di terra.
Adesso quella piccola fortificazione argentina era un campo di morte e Rupert non distinse altro che distruzione. Nessuno era rimasto in vita.
Il tenente si mise a imprecare e Rupert lo osservò curioso. «Cosa succede?».
L’ufficiale fece un versaccio. «Felix è morto…».
Per un attimo Rupert ci rimase male, ma poi lasciò perdere. «È solo la guerra, signor tenente. Che poi non l’abbiamo voluta noi… è stato solo che Maggie ci ha chiamato».
«Sì, è vero».
Lasciarono Felix a una body-bag e ripresero la marcia.
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Ciao Kenji, come al solito con te non si finisce mai di imparare. Ho recuperato una pagina di storia, la contesa per le Isole Falkland, e rivolto un pensiero alla Lady di Ferro
Grazie Micol per la gentilezza!
Il finale lapidario sembra richiamare l’assuefazione alla morte e al dolore che porta la guerra. Complimenti sempre molto informato sui fatti storici
Grazie Alessandro 🙂
“Lasciarono Felix a una body-bag e ripresero la marcia.”
questa chiusura cala come una mannaia, per dire che è di grande effetto e comunque lascia una profonda tristezza. Mi è sembrato di vederli questi uomini “costretti” sulle alture e anche di ascoltarli.
Grazie per il tuo commento, hai colto lo spirito del librick!