VIOLEnTANGO

Chiara l’abbraccia e chiude gli occhi. Sulle prime note di un “Vals Criollo”, senza riflettere decide che quella è la volta buona per ballare come aveva visto fare qualche volta alla splendida Paola Flor, nei video su Youtube. “Chissà cosa si prova a ballare ad occhi chiusi” si era chiesta ogni volta.

E poi c’è qualcosa in quel giovane ballerino, le ispira fiducia nonostante non l’abbia mai visto prima. Sarà il modo di abbracciarla lento e attento, come fanno i maestri, o quel profumo d’ammorbidente alle viole, il suo preferito, ritrovato sulla camicia nera di lui, poco importa.

In un baleno, le altre coppie eleganti, la Orquestra, le pareti ingiallite dalle luci calde e basse scompaiono.

Cambio di peso leggero, impercettibile spinta del petto e del ginocchio di lui e la donna allunga con sicurezza la gamba destra indietro. La camminata è armoniosa, quasi disinvolta.

Un due tre, un due tre. I comandi sono appena accennati e Chiara deve concentrarsi il più possibile per sentirli ed eseguirli. Mani, fronte e petto sono attaccati a lui come ventose di elettrocardiogramma, a captare ogni minimo impulso trasferito al cervello e giù svelto ai piedi. Scivolano le mezzepunte sul parquet. Come una matita la punta del piede disegna sul legno un’ellisse, e poi un’altra, e un’altra ancora, e poi una quarta e una quinta. Un disagio nell’insolito ripetere di quel passo s’insinua in lei.  Chiara stacca la fronte dalla guancia dell’uomo e apre di scatto le palpebre. Ma ecco che lui la strattona con forza: “Chiudi gli occhi”, scandisce un chiaro rimprovero all’orecchio di Chiara che allontana di più la testa per interrogare il suo sguardo e “Aaaah!” urla: un dolore  lancinante al polpaccio destro. Qualcuna scalciando un voleo energico le ha trafitto la gamba con il tacco.

“Chiudi gli occhi!” le ripete l’uomo sostenendola nella perdita d’equilibrio.

Un due tre, un due tre. Striscia pesantemente i piedi sul legno mentre il dolore rimbomba nella testa. Sente il sangue caldo colare fino alla caviglia ed entrare nella scarpa. “Basta!” gli urla. Fa per staccarsi, riapre gli occhi, cerca un aiuto con lo sguardo. Mentre si volta a sinistra ecco arrivarle dritto sul naso un gomito ossuto. Grida, singhiozza e si dimena. Lui le afferra la testa e la spinge contro la sua spalla. Un alone di lacrime e muco si allarga sulla stoffa scura fino al colletto. Chiara ne respira l’odore misto al fondotinta sciolto. Trascina i piedi come una marionetta esanime fino all’ultima terzina in cui l’uomo le fa distendere di lato la gamba ferita, quasi a sfoggiarla come un trofeo.

La musica cessa finalmente. I singhiozzi restano intrappolati in gola, Chiara non ha il coraggio di riaprire gli occhi. Trema, mentre lui l’accompagna ad una sedia sorreggendola per le spalle. II tallone incollato alla suola dal sangue rappreso la fa zoppicare maggiormente. Lui le guida una mano insicura su una spalliera e si allontana.

Immobile, la donna avverte la sua assenza. Il battito cardiaco rallenta. Un brivido la scuote appena e pare d’un tratto rianimarla. Come una fiammella nutrita dall’ossigeno, cresce in lei un pensiero diverso. La mano stringe più forte la spalliera, le labbra si spingono l’una contro l’altra: “Ma chi cazzo è questo stronzo! Ora me la paga”. Gli occhi aperti saettano la sala. “Dove sei pezzo di merda!”. Nessuno risponde. La sala è ormai vuota, sul palco solo alcuni strumenti, le luci del bar sono spente. Solo un vecchio a bordo pista le da le spalle. È vestito di nero. lndossa una camicia che pare incollata alla spalla destra mentre a fatica strofina via il sangue dal parquet.

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Grazie per i commenti, troppo buoni e apprezzo tanto l’avermi fatto notare l’errore di battitura Tiziano, è dovuto a troppe modifiche ed evidentemente troppo poche riletture.
    Correzione fatta 
    La copertina, come le altre, è fatta con Canva. Scelgo il formato Kindle, aggiungo sfondo, elementi, testi, modifico colori e il gioco è fatto. Se ho bisogno di immagini particolari, come l’accendino per “L’Uomo onesto” cerco su Pixabay. Il tutto è alquanto divertente.
    In questa copertina, ci sono anche i consigli di un’amica che lavora con le immagini. A volte il lavoro a 4 occhi e 4 mani dà risultati migliori, no?

  2. Mi è piaciuta molto questa storia, che ha aperto la mia giornata regalandomi una ventata di ironia mattutina che non guasta. Indovinata anche la scelta del genere (thriller) per la dose di tensione crescente nella trama. Segnalo solo una probabile distrazione di battitura nella frase: “Chiudi gli occhi!” le ripete l’uomo sostenerla nella perdita d’equilibrio.” Stile impeccabile e copertina da urlo (a proposito, come le fai?).