
Incontri fortuiti
Serie: Un destino (S)critto male
Venti anni fa, non saprei dire chi salvò chi...
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
STAGIONE 1
“Anche gli dei piangono le disgrazie degli uomini.”
Euripide, Andromaca
Ogni tanto, una musa sente il bisogno di immergersi nei drammi umani per sfuggire ai propri. Così, dopo l’ennesima discussione con Calliope sul vero significato della vocazione divina, ritornai sulla Terra. Avevo bisogno di stare lontano dalla sua presenza ingombrante e sapevo, lo ammetto, che la mia discesa l’avrebbe infastidita ancora di più.
«Chi si crede di essere? Potrebbe occuparsi di Orfeo invece di tormentare me. Tanto lui ci casca sempre: basta una cetra e quattro versi tristi, e addio buoni propositi…»
Un commento che mi era uscito di getto, e lei di sicuro aveva sentito, ma ormai il danno era fatto e non potevo ritrattare. Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, fingendo indifferenza.
«Dove sono finita? Non sento il profumo del mare.»
Ero certa di aver puntato verso Nafplio, ma quando le emozioni mi governano, la mira è pessima. Finii a Roma, in un parco a sud del centro urbano.
Chiusi gli occhi e inspirai a fondo. Profumo di terra bagnata. Resina di pino mista all’aroma del tiglio in fiore. Fragranze che si mescolavano in armonia, in netto contrasto con il caos che agitava la mia mente.
Un cigolio, lento e regolare, mi raggiunse prima di ogni altro rumore. Un’altalena oscillava, spinta da una mano invisibile. Quando riaprii gli occhi, la vidi.
Una bambina che non poteva avere più di dieci anni, sola in un parco al tramonto, una scena che Melpomene avrebbe definito “inopportuna e da evitare”. Lei avrebbe intonato un’aria funebre e composto tre odi tragiche, io invece volevo scoprire cosa si nascondeva dietro quella visione.
Il sole calava alle sue spalle, oscurando il viso, ma la postura mi suggeriva che stava piangendo. Portava i capelli raccolti in due trecce, un vestito nero, di ottima fattura, e ballerine in pendant.
«Avrà discusso con i genitori. Le do un’ora di tempo e torna a casa.»
Mi sarebbe bastato un tocco per confermare la mia ipotesi, ma non era il caso di presentarmi a lei: difficile credere che una bambina di questi tempi possa apprezzare le virtù di una musa!
Aspettavo un gesto che confermasse la mia ipotesi, ma lei continuava a dondolare, lo sguardo perso nel vuoto, come se la mente si fosse svuotata di tutti i pensieri e si rifiutasse di elaborarne di nuovi. Mi avvicinai ancora di più, mentre la mia essenza assumeva la forma di una bambina dal viso ovale e dolce, occhi verdi, lunghi capelli castani, raccolti ai lati con due fermagli rosa che Afrodite avrebbe approvato.
Mi sedetti sull’altalena accanto alla sua e iniziai a dondolare con disinvoltura. Le sfiorai la mano, e in quell’istante, mi fu chiaro che la mia supposizione era sbagliata. Mentre rimuginavo sull’errore, lei si voltò verso di me.
«Ci conosciamo?»
Scossi la testa. Balbettai qualche parola prima di articolare una frase chiara. «Ti dà fastidio se rimango, qui, con te?» chiesi, con il tono più ingenuo che potessi simulare.
«No.»
Ci muovevamo all’unisono.
«Mi chiamo Sofia. Tu?»
«Clara.»
Abbozzai un sorriso. «Hai un bel nome» dissi per adularla.
«Grazie.»
Silenzio.
Se avessi parlato con l’Oracolo di Delfi, la conversazione sarebbe stata più viva. Era la prima volta che mi risultava tanto difficile conversare con un umano, ma non mi arresi.
«Le mie sorelle mi verranno a cercare a breve. Si è fatto tardi. Tu che fai, resti? Non hai paura di stare sola in questo parco, di notte?»
Clara sospirò.
«No.»
Un altro sospiro. «Dovrei rientrare pure io, prima che i nonni si preoccupino.»
Sentivo che era sul punto di aprirsi.
«Vivi con loro?»
«Sì.»
«Ora capisco il vestito. È un po’… come dire, da vecchi.»
Il mio commento sembrò scivolarle addosso. Mi rispose con tono piatto, come se in realtà non stesse conversando con me, ma con se stessa.
«Mamma non me lo avrebbe mai fatto indossare.»
«È… morta?»
Volevo spingerla a parlare, percepivo il suo bisogno ma opponeva resistenza.
Clara annuì appena, poi si fermò di colpo, facendo strisciare i talloni a terra.
«Nonna dice che la è salita in cielo con papà e che mi guardano da lassù. Ma io non ci credo. So soltanto che non li rivedrò mai più. E adesso devo arrangiarmi.»
«Mi dispiace Clara, però ti devo correggere: non sei sola, hai i tuoi nonni.»
«Non è la stessa cosa. Solo la mamma mi faceva stare bene quando prendevo un’insufficienza a scuola. Quando Anna e le altre urlavano che ero brutta, papà diceva che non era vero. Mi difendevano sempre, con i maestri, con i nonni… mi volevano bene. Ora…»
«Anna si sbaglia. Non sei brutta, ma quel vestito… deve sparire.»
Clara mi fissò per la prima volta con interesse, abbozzando un mezzo sorriso.
«Non piace nemmeno a me!»
«Se vuoi, risolvo tutti i tuoi problemi» dissi in uno slancio di entusiasmo.
I suoi occhi castani si velarono di lacrime. «Sei gentile, ma non puoi aiutarmi. Grazie lo stesso.»
Si alzò e si asciugò le guance con il dorso della mano.
«Si è fatto tardi, meglio che vada. Anche le tue sorelle saranno in pensiero.»
«Non credo. Sono ancora arrabbiate con me, sennò sarebbero già qui.»
Clara parve incerta, ma il mio tono la divertì.
«Sei fortunata! Ho sempre voluto una sorella o un fratello.»
«Non ti perdi niente, credimi. Sono la più piccola di dieci, e a volte vorrei… beh, eliminarle tutte.»
Gli occhi di Clara si spalancarono e la bocca si aprì in un’espressione di incredulità.
«Ma i tuoi genitori saranno preoccupati?» aggiunse con un filo di voce.
«Ne dubito. Non si interessano a me. La mia vita è complicata, ma non ne faccio un problema. Comunque, prima parlavo sul serio. Posso aiutarti.»
Ero decisa: avrei esaudito il suo desiderio, trasformato il sogno in realtà.
«Devi solo stringere la mia mano più forte che puoi. Focalizza l’immagine dei tuoi genitori nella mente e quando sei pronta, apri gli occhi e ripeti le parole che ti dirò.»
Clara rise, ma assecondò il mio invito.
«Sei davvero strana.»
Stavo per pronunciare la formula, quando il tempo intorno a me si bloccò. Tutto rimase sospeso in quell’istante. Avevo perso la forma umana, per riprendere la mia essenza originale.
Le mie sorelle mi avevano trovata.
Serie: Un destino (S)critto male
- Episodio 1: Inciampi del destino
- Episodio 2: Incontri fortuiti
- Episodio 3: Il Patto di Moirania
Mi è piaciuto tantissimo questo incontro tra la ninfa e la bambina, e il modo in cui la ninfa cerca di aiutare la piccola mi ha davvero commossa. Speravo davvero le esaudisse il desiderio…
Forse non è di consolazione, ma ha trovato un’amica speciale. Strana e a tratti un snob, ma con il tempo si trasformerà in una parte importante della sua vita
Un legame molto particolare tra una bambina umana e una ninfa. Mi piace anche come il tutto sia inserito all’interno di una routine moderna e vivace, piena di piccoli sogni innocenti che finiscono per prendere una piega inaspettata. Promette bene e incuriosice anche perché scrivi e gestisci il tutto molto bene. Ci rileggiamo al terzo.
Un racconto insolito, leggero e piacevole. Sono curiosa di scoprire come procederà questa storia, tra mito e realtà. In attesa del prossimo episodio cercheró di sapere qualcosa di piú su queste muse sorelle.
Nel prossimo capitolo te ne presento tre😉
Mentre leggevo di loro che dondolavano all’unisono una accanto all’altra, mi sono così immedesimata in quel dialogo da dimenticarmi che una delle due era una musa. Mi sembrava di avere di fronte niente più che due bambine, con la loro visione sognante della vita e della morte, dei rapporti fra le persone. Il dialogo è fresco, accattivante e giustamente ‘semplice’ vista la giovane età. Tutto, anche i problemi più grandi e apparentemente insormontabili, vengono affrontati con quella leggerezza che contraddistingue i bambini.
Ma poi, alla fine, la musa realizza veramente il desiderio di Clara o semplicemente ‘svanisce’? Non lasciarmi a metà… 🙂
Non svanisce, è certo! Insieme vivranno una bella avventura, e spero di riuscire a dare forma alle idee che mi ronzano in mente.
Non ci sono dubbi ☺️
Una musa che finisce a Roma! Ma che meraviglia 😍 Meraviglioso il dialogo con Clara❤️
Grazie Arianna😘❤️
Ciao Tiziana, molto bello e intenso questo secondo episodio, mi è piaciuto ancora più del primo. C’è sempre leggerezza, ma si intravede anche qualcosa di più. Molto brava!
Grazie 🙏🙏
“una scena che Melpomene avrebbe definito “inopportuna e da evitare”. Lei avrebbe intonato un’aria funebre e composto tre odi tragiche, io invece volevo scoprire cosa si nascondeva dietro quella visione.” Bellissimo questo passaggio😂
È una espressione che ho preso in prestito da una mia amica 🤭🤭🤭
Bello, bello. Sono curiosa di leggere il seguito.
Grazie🙏🙏🙏
Molto divertente. Continua.
Grazie Rocco🤗