La vita è bella, quando ti sorride… no?

Spaparanzato su una sdraio a bordo piscina, circondato da altissime palme, con un Cuba Libre in una mano e una canna nell’altra, Luca ammirava la cuspide della grande piramide di Cheope che, in lontananza, svettava all’orizzonte.

Si sapeva che in origine la cima era stata rivestita con della calce quasi bianca, qualcuno affermava d’oro, ma tutti erano concordi che, per merito dei raggi di sole del deserto, il bagliore della Grande Piramide lo si poteva vedere fin dallo spazio.

E Luca era affascinato da questa storia. Da una vita desiderava andare nella Terra dei Faraoni. Quando si trovava in galera, pensava spesso che, una volta libero sarebbe volato in Egitto. E finalmente ce l’aveva fatta! Con i proventi delle vendite del suo primo romanzo, a un paio d’anni dalla pubblicazione, aveva realizzato il suo sogno… anche se, non lo aveva previsto prima, ad accompagnarlo c’era una moglie e un figlio di quasi quattordici mesi. Lei, l’aveva conosciuta alla presentazione del suo libro ed era stato amore a prima vista, nove mesi dopo, arrivò il frutto “del loro amore in eccesso”.

“E non appena pubblicherò il secondo, voleremo in Asia!” sognò Luca a occhi aperti, protetti da una lente nera Prada, sorseggiando dalla cannuccia, osservando sua moglie e il suo piccolo “Chuppi”, così lo chiamava, mentre felici facevano il bagno in piscina.

“Fortuna che con quel barbone è finita bene” rifletté dopo aver fatto un bel tiro di hashish. “Altrimenti, chissà dove sarei adesso?” Si mise più comodo e si toccò là sotto. “Che culo che abbia perso la memoria dopo la caduta… Altrimenti, come cazzo avrei potuto spiegare a un giudice che quello voleva derubarmi, e io l’avevo semplicemente spinto per proteggermi dal coltello…?”

A ridestare Luca da i suoi sogni, furono le urla felici di suo figlio, ma a farlo poi schizzare come un “9 Luger” dalla canna di una Beretta d’ordinanza, furono le manate di Chuppi sull’addome, mentre lui era ancora in dormiveglia.

Il povero genitore riuscì a scacciare un urlo, solo perché intuì che era il solito gesto di suo figlio che metteva in opera quando voleva giocare. Spalancò i suoi occhi castani e poi realizzò di trovasi disteso su una stuoia tutta insabbiata, nella spiaggia di Vaccarizzo e, che durante la “siesta”, aveva preso un’insolazione perché l’ombra dell’ombrellone si era spostata da un’altra parte. Constatò tutto questo, proprio mentre sua moglie, a poca distanza da lui, se la rideva allegramente. Anche lui mostrò di essere felice, allora Chuppi gli saltò sul petto, mostrando la sua piccola dentatura ancora incompleta.

“La vita è bella, quando ti sorride… no?” si chiese alla vista di suo figlio. “Anche quando realizzi di non trovarti al Cairo, e che con i proventi del tuo libro ci sei riuscito a trascorrere semplicemente una domenica al mare più vicino con la tua famiglia, no?”

Ancora il suo secondo romanzo doveva trovare una pubblicazione. “Chissà” si era detto il giovane papà una volta alla guida della sua Fiat MTJ, “se dopo il secondo contratto, riuscirò a portare la mia famiglia in vacanza almeno per una settimana?” Nino, dalla sua postazione nel retro parve leggervi il pensiero e, forse perché immaginò che sarebbe stato abbandonato in una pensione per una settimana, cominciò ad abbaiare!

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Discussioni

  1. Le piccole grandi cosa della vita che diamo certe volte per scontato, qui giustamente vengono valorizzate. Non dimentichiamolo mai! Messaggio recepito e non era facile in poche righe! Congratssss

    1. Grazie per essere passata da queste parti e per aver apprezzato, Maria Anna Haag. Credo che si cominci a dare valore alle cose quando si rischia di perderle, almeno per me è stato così. C’è chi invece capisce il valore quando certe cose le ha già perse, quindi, diciamo che questo piccolo racconto può essere preventivo…

  2. Ivan!
    Terribilmente vero quello che tu hai raccontato.
    Il sogno di uno scrittore, di un padre di famiglia ed anche di un cane.
    Il sogno del successo, il sogno del benessere per i propri cari e la paura dell’abbandono!
    Complimenti…in poche righe sei riuscito a concentrare tutto in maniera magistrale.

    1. Grazie per l’apprezzamento, Cristina. Già, a volte bastano anche poche parole, se scritte egregiamente, a mandare un messaggio chiaro… e per per far intendere la gioia che che può regalarti una famiglia felice, non necessitano paroloni o lunghi discorsi. Ciao, alla prossima.

    1. Grazie come sempre Alessandro, anche per l’apprezzamento riguardo la mia regione, però l’Egitto a me piace troppo… Prima o poi ci andrò, se mia moglie me lo concederà! Ahahhahaa

  3. Ciao Ivan, a volte basta davvero poco per essere felici… Il sorriso di un figlio e la serenità familiare sono le cose più importanti… Il tuo è un messaggio che si lega ai sogni e alle speranze, cose che ci rendono davvero vivi, capaci cioè di andare avanti e proiettarci verso la realizzazione di noi stessi attraverso la creazione di qualcosa, con passione e sacrificio. E se non sbaglio, questo racconto è “figlio spirituale” de “Lo vuoi un po’ del mio panino” (pubblicità ???)! Per essere al top basta poco, ma sognare è l’unica cosa che ci spinge ad andare oltre! Un saluto e alla prossima!

    1. “a volte basta davvero poco per essere felici… Il sorriso di un figlio e la serenità familiare sono le cose più importanti… ” Con questo, caro Tonino, hai beccato il centro del centro! Se non si è felici a casa difficilmente si è felici fuori. Magari non sempre ci riusciamo 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno, ma la famiglia viene sempre prima di tutto! A volte la mettiamo da parte per dare il massimo in un progetto in cui si crede, ci può stare, ma poi bisogna rimettere la famiglia alla cima del podio. Solo che la durata di questi “intervalli” è molto soggettiva… Ahahahaha

  4. Ciao Ivan, finalmente trovo un po’ di tempo per leggere e commentare! Concordo con quanto detto da Tiziano: attraverso questo sei riuscito a lanciare un bel messaggio. Il fatto di legarlo poi al nostro “mestiere”, alla nostra passione, alla nostra missione (ecco!), mi ha strappato proprio un bel sorriso (dolce e amaro). Lab superato! Alla prossima. 🙂

  5. Davvero un bel messaggio, condito con un pizzico di ironia. Credo che il tema centrale di questa storia sia la fiducia verso il domani; una fiducia che aiuta a vivere e che quando manca, invece, toglie il sorriso. Un in bocca al lupo a tutti i Luca all ricerca della loro realizzazione.

  6. Tanta cose possono far pensare che la vita non è bella, e sono meno quelle che possono farti pensare il contrario. Quindi, dovremmo far tesoro di quelle poche cose che ci rendono felici. Grazie per aver apprezzato, alla prossima.