
Mike Tyson, True – Biografia di un knock out
Scritto a quattro mani (o forse a due mani e due guantoni) insieme al collaudatissimo autore Larry Slowman, True – la mia storia di Mike Tyson conquista un posto da campione nel panorama delle biografie sportive per la sua capacità di sequestrare il lettore. La parabola sportiva da un lato, quella umana dall’altro e nel mezzo i combattimenti segreti con ossessioni, dipendenze e personaggi senza scrupoli; e un sogno: quello di tornare ad essere una persona normale ed essere dimenticato. Al centro di questa biografia c’è il rapporto inebriante con il successo e la celebrità.
La storia: Tyson, un ragazzo di strada, povero, cresciuto nei bassifondi di Bronswille – Brooklin – si ritrova, a soli diciannove anni, ad essere il campione del mondo dei pesi massimi. Non solo: improvvisamente è un miliardario e tutti i giornali parlano di lui. Una rockstar del pugilato, un mito vivente dall’ego imbizzarrito. Colto da un comprensibile delirio di onnipotenza inciampa negli eccessi sviluppando tre grosse dipendenze: droga, sesso e alcool. Nel tentativo di disintossicarsi si interroga sul senso della vita per approdare alla consueta retorica sulla famiglia e sull’amore. Ma è davvero un’evoluzione, la sua? O è forse il colpo di coda di una tigre in gabbia che racconta a se stesso (e a noi) una storia? Come può una persona che ha vissuto al massimo ridimensionarsi nei ranghi di una vita morigerata e normale?
Lo stesso Tyson dice:
Sto reprimendo la mia vera natura, o forse ho perso smalto. Mi piace pensare che resto con mia moglie senza scoparmi le altre perché sono pronto a esserle fedele e ad amarla come si deve. Ma forse è perché il mio spirito è spezzato, e non ho più le palle per fare la vita che facevo un tempo.
Ma non c’è solo la sconfitta umana (tra vicende giudiziarie e sregolatezze) e la voglia di rialzarsi, in questo bel volume, in Italia edito da PIEMME (2015, 640 pagine). C’è anche una delle più incredibili e precoci ascese a cui il mondo della boxe abbia mai assistito. Leggere una biografia del genere ai tempi di youtube significa saltare dalle parole ai video ad ogni incontro e confrontare le prestazioni narrate dall’autore con quelle descritte dalla lucidità obiettiva dei filmati. Il lettore non può fare a meno di inseguire parole e immagini, muovendo la testa a destra e sinistra, come farebbe uno spettatore ad una partita di tennis. Fenomeno, peraltro, a cui ci aveva già abituati Open di Andre Agassi.
Eccovi anche una video-recensione:
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