Mirage Dassault France, anno Domini 2057

Serie: Futurguerra aerea


Rispondeva al nome di Jean-Baptiste, ma lui preferiva definirsi capitano dell’Aeronautica Militare Francese. Non c’era nulla di male nel guidare un aviogetto e uccidere i nemici. L’aveva fatto in abbondanza in Turchia, adesso difendeva gli interessi nazionali sul suolo francese.

Avevano osato entrare in Francia, gli italiani.

Sarebbe stata come la battaglia delle Alpi Occidentali di più di un secolo fa?

Jean-Baptiste sperava di sì.

Il Mirage Dassault France barrì nell’aria. Era meglio chiamarlo MDF.

Jean-Baptiste diede potenza ai motori. Fece cantare il postbruciatore.

Certo, fu un bel dispendio di uranio liquido, ma ci voleva.

Andò in picchiata. Trapassò un muro di nuvole. Da che davanti aveva un banco lattiginoso, adesso aveva davanti allo sguardo le montagne, o meglio una tavolozza di colori variegata. C’era il verde dei pascoli, il bianco delle nevi perenni, il grigio delle distese di rocce, il blu di laghi e torrenti.

Tutto molto bello.

Ma anche quei fiori di fuoco.

Il combattimento era in atto.

Comunicò con la base.

«Colpire gli elialveari» giunse dalla base.

Jean-Baptiste annuì. Avvistò gli elialveari. Sembravano più dischi volanti che altro. Osservò i Mangusta Drago Jet che facevano capolino dalle carlinghe.

Armò un Death-hawk e senza attendere lo fece lanciare.

L’aria-aria sfrigolò e impattò contro il primo elialveare.

Ci fu un bel fiore di fuoco e il quell’elialveare andò a infrangersi sulle rocce. Dopo il primo scoppio, ne seguirono di altri. Tutto un susseguirsi che fece piacere a Jean-Baptiste. Così si fa, si disse. Si colpisce l’invasore.

Gli altri elialveari reagirono. Come vacche gravide, si mossero lenti e cercarono di disperdersi.

In quel momento gli MDJ si staccarono dalle navi madre. Sembravano più zanzare che altro.

Zanzare, zanzare. Ma quali zanzare? A dire il vero, si poteva anche dire che fossero gli MDF le zanzare. Gli MDF, non gli MDJ. Sì, c’era di che confondersi, ma gli acronimi erano questi. MDF ed MDJ.

Ormai gli MDJ stavano sparpagliandosi.

Jean-Baptiste passò alla FF22. Prese bene la mira e iniziò a crepitare colpi su colpi. Così, in maniera divertente.

Alcune carlinghe e un paio di travi si spezzarono in tante scintille. I rotori e le eliche si frantumarono e i pezzacci picchiarono contro le pareti delle montagne.

Jean-Baptiste fece un resoconto del fatto alla base.

«Spara agli elialveari lo stesso. Così gli MDJ italiani non avranno più dove essere accolti.»

«D’accordo.» Jean-Baptiste armò altri Death-hawk. Così, un susseguirsi di azioni. Armare, tirare; e poi armare e tirare di nuovo. Dopo un po’ trovò quella cosa noiosa.

L’MDF non è solo un caccia di attacco al suolo, ma soprattutto, ed era giusto sottolinearlo, un caccia.

D’accordo, ma al momento non c’erano caccia italiani in vista. Neppure bombardieri come i B100. O anche qualcos’altro come, che ne sapeva Jean-Baptiste, prede appetibili per i suoi Death-hawk e la FF22.

Ah, ma c’era sempre tempo per riparare. Aveva molto uranio liquido e, nonostante i continui sbalzi con il postbruciatore, la quantità era buona.

Jean-Baptiste continuò a schiacciare quelle zanzare. Alternava tiri sugli elialveari ad altri in cui frantumava gli MDJ con la mitragliatrice.

Represse uno sbadiglio.

«Attenzione!»

Trasalì. Cosa…?

Da ore dodici stavano arrivando degli Steel Eagle.

Erano quattro. Si divisero in due coppie. Una andò a destra, l’altra procedette dritta.

Cercavano la rissa.

Jean-Baptiste si concentrò.

Di zanzara in zanzara.

Le mitragliatrici alari della coppia che l’aveva affrontato con quell’attacco frontale iniziarono a crepitare.

L’MDF di Jean-Baptiste andò in picchiata.

Doveva stare attento. Se avesse sbagliato, in mezzo a quel terreno accidentato avrebbe potuto collidere con qualche roccia. Non era il mare, ma una catena montuosa; per definizione un luogo in cui non c’era uniformità delle altezze.

Le piccole zanzare arrabbiate delle mitragliatrici alari lo tallonarono.

Stringendo i denti, realizzò che un paio gli avevano forato la coda.

Fece un giro della morte.

Si spaventò perché passò vicinissimo all’orlo di una rupe.

Gli Steel Eagle continuarono a inseguirlo. Attraverso il radar vide che si erano ricompattati.

«Chiedo rinforzi. Ho quattro zanzare dietro di me. Zanzare italiane, Steel Eagle.»

«Non ce ne sono di disponibili.»

«Come?»

«Ho detto così…»

«Ma allora…?»

«Ritirati.»

«Non posso. La mia patria… Ci hanno invaso.» Gli veniva quasi da piangere.

«Sono gli ordini, capitano. Obbedisci.»

«Sì, sì.»

Gli Steel Eagle erano lì, gli MDJ continuavano a ronzare. Nessun MDF sarebbe intervenuto, anche i cacciatori delle Alpi cercavano di resistere a quell’ondata di barbari.

Forse non sarebbe stato come la battaglia delle Alpi Occidentali del 1940…

Ma Jean-Baptiste era un capitano, doveva obbedire agli ordini. Doveva anche dare l’esempio.

Le mitragliatrici alari degli apparecchi nemici continuarono a cercare di danneggiarlo, distruggerlo, ucciderlo.

Jean-Baptiste puntò verso occidente. Diede potenza per l’ennesima volta al postbruciatore, consumò un altro po’ di uranio liquido e lasciò la battaglia. Così doveva fare e non poteva opporsi. Solo… che peccato.

Serie: Futurguerra aerea


Ti piace0 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Kenji, ho trovato davvero suggestivo il controllo tra la bellezza di un panorama come quello delle Alpi con la furia sanguinosa di una battaglia. Ciò che mi ha colpito di più è il passare dal divertimento alla noia del tuo protagonista che si incastrano col fiero patriottismo, e la frase finale, quel “che peccato” , indica che Jean aveva ancora voglia di abbattere uomini paragonati a zanzare. E poi mi piacciono sempre i richiami storici del passato, creano un collegamento spazio temporale che giustificano in qualche modo anche le future rivalità. Un saluto, alla prossima!

  2. Ciao Kenji, credo di avertelo già detto in un’altra occasione. Mi piacerebbe conoscere cosa è accaduto esattamente nel mondo per scatenare una guerra di queste proporzioni. Se non ricordo male hai già scritto qualcosa a riguardo, hai mai pensato di darne un assaggio anche qui?

    1. Ciao Micol e grazie per avermi letto! Sì, ho già scritto qualcosa a riguardo. Futurguerra aerea è tratto da una serie di romanzi in cui immagino dei conflitti futuri… Il bello è che, siccome sono romanzi, è impossibile riuscire a pubblicarli su EO. Neppure tre stagioni da dieci episodi basterebbero…