
Su-900, anno Domini 2058
Serie: Futurguerra aerea
- Episodio 1: F50, anno Domini 2052
- Episodio 2: MiG X, anno Domini 2055
- Episodio 3: F60, anno Domini 2056
- Episodio 4: Storm Basilisk, anno Domini 2056
- Episodio 5: Ruiseñor, anno Domini 2057
- Episodio 6: Mirage Dassault France, anno Domini 2057
- Episodio 7: Su-900, anno Domini 2058
- Episodio 8: Steel Eagle, anno Domini 2058
- Episodio 9: Ripper Bug 99, anno Domini 2059
- Episodio 10: B100, anno Domini 2051
STAGIONE 1
Attivò il postbruciatore e non ci fu uno sbalzo. Si chiese se ci fosse stato. Anatolij era un tenente colonnello, guidava aerei jet da quindici anni, aveva perso l’abitudine al notare gli sbalzi. Che poi, postbruciatore o meno, non era importante la questione. Semmai vincere la guerra, questo sì.
Da poche ore le truppe federali avevano scagliato l’assalto alle repubbliche ribelli.
Lituania. Schifo.
Lettonia. Disgusto.
Estonia. Ributtante.
Ributtanti…
Dovevano essere accorpate, di nuovo, alla Federazione Russa. Che ci fosse lo zar, il comunismo, o una democratura, non era importante. Solo che la Rodina diventasse di nuovo grande nel mondo.
Anatolij aveva davanti altri Su-900. Scattavano come gatti volanti, cercavano le prede.
Lui sapeva bene qual era la preda perfetta. Il Pink Panzer, ecco. Ad Anatolij non piaceva che gli occidentali parlassero bene degli omosessuali, quegli individui sordidi che praticavano rapporti contronatura. Era stato lui a definire i corazzati europei dei Pink Panzer e molti avevano dato il loro plauso.
Più in basso, i Pink Panzer iniziarono a farsi sentire. Le loro mitragliatrici antiaeree e i cannoni in elevazione sparavano sciacquando l’aria con quel fuoco infernale.
Intorno all’Su-900 di Anatolij ci furono perturbazioni. Con la coda dell’occhio vide le bombe esplodere e le perle di luce scalare l’aria e superarlo come fulmini innaturali.
Innaturali, giusto. Proprio dei Pink Panzer.
Anatolij non perse la concentrazione. Cercò con lo schermo digitale e individuò i Pink Panzer che cercavano di bersagliarlo. Erano un crocchio di una dozzina di elementi.
«Fuoco!» Dopo aver armato gli aria-terra, tre di quei missili si schiaffarono nell’aria e calarono dall’alto.
Anatolij se li immaginò come delle dita di fuoco, di un dio arrabbiato. Lui credeva, non amava uccidere, ma purtroppo quella gente voleva mettere in crisi il suo paese e, in maniera indiretta, ucciderlo.
Bene. Se era così, lui si sarebbe opposto.
Gli aria-terra infersero molti danni.
Anatolij poté vedere i Pink Panzer diventare sepolcri di fuoco.
«Stanno arrivando i caccia nemici.»
Anatolij si allertò nell’immediato.
Erano degli aviogetti piccoli e lenti come solo i Kukuruznik sovietici di una volta lo erano. Sarebbe stato un gioco da ragazzi eliminarli.
Era il momento degli aria-aria e Anatolij preparò il computer di bordo. Cambiò lo schermo digitale, dunque vide gli elementi in campo. Erano un gruppo di F50 e un numero minore di F60.
Anatolij prenotò l’abbattimento dei due di avanguardia.
Eccoli.
Gli aria-aria vibrarono per la furia e sibilarono.
Un F50 detonò come se fosse stato stritolato da una perturbazione un po’ più violenta del normale.
Il secondo F50 scansò l’aria-aria che aveva cercato di azzannarlo.
Anatolij cabrò, fu sopra la formazione nemica, ma gli F50 cercarono di abbatterlo dal basso. Evitò ogni singolo colpo, che fosse un vettore esplosivo o una sventagliata di mitragliatrice. Andò in picchiata.
Gli F50 schivarono ogni colpo e quello che prima era sfuggito Anatolij riuscì ad abbatterlo.
Due F60 incassarono i colpi di mitragliatrice e precipitarono come sassi in preda a del magma.
Anatolij continuò con l’opera. Trapassò dall’alto in basso la formazione.
Si era scatenata la battaglia.
Quegli F50 ed F60 erano francesi. Male, male; i venduti al progresso-regresso che vedeva l’omosessualità come una cosa simpatica, bella e gradevole. Anatolij gliela avrebbe fatta vedere. Infatti scatenò tutta la sua furia. Non solo missili, ma pure colpi di mitragliatrice.
Il buio imperava, ma c’erano tutte quelle lucine… fra esplosioni, postbruciatori e perle di mitragliatrici ce n’era abbastanza. Il cielo era un po’ troppo affollato.
Anatolij voleva farsi valere, ma era difficile muoversi. Ebbe la sgradevole sensazione che un paio di proiettili gli avessero danneggiato la carlinga.
Tenne duro, si concentrò al massimo.
C’era un F60 che sembrava in difficoltà. Rilasciava delle fiammate anomale e stava dileguandosi verso occidente.
Anatolij lo prenotò come propria preda.
Gli altri piloti non si opposero. Era lui il più alto in comando.
Anatolij gli stette dietro come un segugio a caccia.
«Guarda, guarda, amico degli omosessuali, adesso vedi cosa facciamo noi veri uomini russi!» Anatolij rise di gusto.
Tirò un aria-aria.
Uno solo, perché di altri non ce n’era bisogno. Aveva mirato bene, pure.
L’F60 scansò il colpo, andò in picchiata, fece una manovra e fu dietro ad Anatolij.
«No!» Si era fatto fregare come un moccioso.
Interruppe l’alimentazione al postbruciatore e stavolta sì, eccome, percepì lo sbalzo.
Fu come se l’Su-900 si fosse bloccato. Quella diminuzione di velocità fu rilevante.
L’F60 non si inchiodò, non decelerò, anzi continuò a schizzare in avanti e passò a destra di Anatolij, mentre lui cercava di sistemare la situazione.
Fu grande lo spostamento d’aria: l’F60 era passato a neanche dieci metri di distanza.
Anatolij si arrabbiò: perse il controllo dell’aereo. Realizzò che il passaggio dell’F60 a quella velocità gli aveva strappato di netto l’ala destra. Dovette eiettarsi spedendo ogni tipo di maledizione ai Pink Panzer e ai loro amici.
Serie: Futurguerra aerea
- Episodio 1: F50, anno Domini 2052
- Episodio 2: MiG X, anno Domini 2055
- Episodio 3: F60, anno Domini 2056
- Episodio 4: Storm Basilisk, anno Domini 2056
- Episodio 5: Ruiseñor, anno Domini 2057
- Episodio 6: Mirage Dassault France, anno Domini 2057
- Episodio 7: Su-900, anno Domini 2058
- Episodio 8: Steel Eagle, anno Domini 2058
- Episodio 9: Ripper Bug 99, anno Domini 2059
- Episodio 10: B100, anno Domini 2051
Ciao Kenji, si in effetti sei bravo a caratterizzare il lato negativo dei tuoi personaggi, che in realtà sono soltanto la metafora personificata di atteggiamenti e convinzioni di nazioni e culture ben radicate. In questo caso l’omofobia di stampo russo, che richiama agli eventi contemporanei. Ma bisogna diffidare dei falsi sorrisi degli occidentali: l’omofobia esiste ancora dalle nostre parti, è subdola, si insinua nel privato mascherato da pubblica ipocrisia. Questo episodio, impeccabile come sempre nelle descrizioni aeree, fa riflettere verso questione di carattere sociale. Un saluto, alla prossima!
Ciao Antonino e grazie per avermi letto! Il mio pensiero coincide proprio con il tuo.
Ciao Kenji, come in ogni episodio concentro la mia attenzione su quanto non è prettamente tecnico e relativo al confitto aereo. Questo mi ha riportato alla mente la guerra ben più tremendo, devastante, che il governo russo ha messo in atto contro i diritti fondamentali dell’essere umano. E’ diritto di tutti esprimere la propria natura, quale essa sia, l’omofobia è un male che si nutre delle anime fino a diventare un cancro inoperabile. Siamo tutti diversi. Ora perché LGBT, domani perché professiamo un’altra religione, fra un mese perché apparteniamo a un diverso gruppo etnico. E’ accaduto e continua ad accadere: nel mondo e nei secoli, troppi sono morti senza alcuna ragione.
Ciao Micol e grazie per avermi letto! Sì, ho voluto rappresentare questa sfaccettatura. A quanto pare sono bravo nel descrivere personaggi sgradevoli…