Ruiseñor, anno Domini 2057

Serie: Futurguerra aerea


Tutto questo per un sottomarino? Ma erano seri? Eppure era così. Gli italiani si erano arrabbiati a causa della scomparsa di un sottomarino, si diceva per mano spagnola, ed era scoppiato questo conflitto.

Thiago avrebbe voluto dire di no, che era meglio non farla.

Bene. Ma chi avrebbe dato retta a un capitano qualunque?

Il Ruiseñor era decollato da quella base nella Sierra de Gúdar e adesso stava puntando sul mare.

Quelle montagne… Thiago amava riferircisi come “le montagne del Signore del Pianeta Solitario”. Era molto religioso, credeva nella Creazione e diceva sempre che all’infuori della Terra non ci fossero altri esseri viventi. Queste convinzioni avevano cozzato un po’ con i suoi studi di fisica, perché per diventare pilota aveva studiato quelle faccende, ma restava un fervente cattolico praticante. Gli faceva un po’ schifo l’ateismo e puniva i sottoposti che bestemmiavano. All’ultimo colpevole aveva fatto baciare cento volte un crocifisso e, fra un bacio e un altro, aveva dovuto recitare dieci volte l’Ave Maria.

Mille volte in tutto, ci aveva messo mezza giornata.

Ai superiori non era piaciuto. Andava bene il credere, ma quello era, secondo loro, un’esagerazione.

Non è vero! Bestemmiare contro la Trinità non era giusto, diceva lui.

Ma era lo stesso un capitano e il generale aveva incrementato le sue missioni di guerra.

Thiago pregava, mentre era in volo.

Già combattendo i turchi si era guadagnato molte benemerenze. Uccidere musulmani: cosa c’era di più bello?

Solo che combattere in questa guerra, contro gli italiani… si era un po’ inceppato.

Poi, erano intervenuti gli israeliani. I deicidi.

Aveva lanciato un urlo di gioia. Uccidere i marrani che condannarono a morte Gesù, cosa c’era di più bello? Ma gli italiani erano loro alleati.

Cosa diceva il Santo Padre, allora? Ma forse il Pontefice era prigioniero degli interessi degli italiani e non poteva dire nulla. Accidenti alla Breccia di Porta Pia!

Incrementò la velocità. Ci fu un bel dispendio di uranio liquido.

Era sopra il mare e Thiago vide i primi Steel Eagle.

Gli apparecchi italiani sorvolavano le Baleari. Sembravano mosconi.

Thiago andò in picchiata, raggiunse i sessanta metri d’altezza e provò la sensazione di nascondersi.

Gli Steel Eagle l’avevano notato?

Anche gli altri Ruiseñor erano accanto a lui.

Dall’alto traboccarono missili aria-aria.

Thiago fece un’improvvisa cabrata e se li ritrovò davanti. Erano più che altro sagome che si stagliavano contro il sole. Armò dei Lucifer e ne sparò uno.

Senza pensare al primo colpo, ripeté il gesto.

Pregava, frattanto, per le povere anime di quei piloti. Non gli faceva piacere uccidere altri cattolici, ma primo: erano stati loro a iniziare il conflitto per quel sottomarino. Secondo: erano alleati dei deicidi.

A millecinquecento metri di quota Thiago fermò l’ascesa. Si stabilì a quell’altezza mentre intorno i rottami precipitavano.

Thiago si disse sicuro di non aver ucciso nessuno. Erano solo macchine senza anima che meritavano di essere distrutte. In effetti non vide resti umani. «Annientiamo altri di quei droni!» borbottò via radio.

«Droni? Che droni?»

«Sono droni, secondo il capitano. Dagli ascolto» affermò un tenente.

«Ah.»

Thiago stava per intervenire, ma si bloccò. «Arrivano!» urlò.

Erano quattro F50 che a Thiago parvero più i Cavalieri dell’Apocalisse. Erano identici, avevano l’odiata Stella di David.

Non ci vide più per la rabbia. «Deicidi!»

«Uccidiamoli» rise il tenente.

«Dagli, dagli! Altro che i roghi, io ho l’angelo caduto.» Ne tirò un paio. Decise che più tardi, tornato alla base nella Sierra de Gúdar, avrebbe proposto di cambiare il nome degli aria-aria da quel nome detestabile e deviante di Lucifer a San Michele Arcangelo o Cherubino oppure qualcosa di simile.

Fu bellissimo vedere un F50 israeliano esplodere.

Stavolta sì, il pilota morì eccome, non era un drone, e aveva avuto quel che si meritava.

Thiago sparò altri Lucifer.

Un secondo F50 esplose in uno sprizzare di scintille.

Thiago era ormai avanti, troppo avanti. Dov’erano finiti quegli altri F50?

Via radio qualcuno sacramentò.

«Non si bestemmia» disse Thiago mentre faceva un giro della morte.

«Ma chi se ne frega! Quello è morto…»

«Chi?» Thiago non capiva.

I due marrani li avevano accerchiati e, come se stessero disegnando il profilo di una mela, erano entrati di prepotenza nella formazione. Sparavano sventagliate ed esplodevano missili aria-aria diabolici.

A Thiago fecero schifo. Armò un Lucifer, odiava chiamarlo con quel nome, e puntò a quello di destra. Era quello che più gli sembrava intraprendente nel senso negativo della parola, ma questi si mosse troppo in fretta.

Il missile di Thiago si perse nell’atmosfera.

Thiago passò alla mitragliatrice. Era una FF22 fabbricata in Spagna ed era un bene: Thiago aveva dalla sua l’orgoglio patriottico e cristiano contro dei marrani.

Le pallottole sprizzarono nell’aria e frantumarono l’abitacolo di quell’F50 come se l’aeroplano avesse sbattuto contro un muro.

Restava l’ultimo F50.

«Dov’è? Dov’è?»

Allora Thiago lo vide.

Quasi tutti i Ruiseñor erano stati distrutti. A quell’F50, che stava per declamare gioia oscena, stavano unendosi gli Steel Eagle italiani.

No, questo mai, Thiago non voleva che dei poveri cristiani fossero traviati da un israeliano puzzolente.

La FF22 sfuriò e le pallottole andarono a impattare contro l’ala sinistra dell’F50.

L’ebreo marrano provò a deviare per salvarsi.

Thiago gridò per la disapprovazione. Aggiustò il tiro.

Le pallottole si scatenarono contro l’abitacolo e tutto scoppiò in una gioia paradisiaca anche se purpurea e vermiglia di sangue.

Sempre bello uccidere ebrei deicidi.

Thiago era solo, restavano gli Steel Eagle italiani.

Ma questi ultimi si ritirarono.

Logico, no? Davanti alla forza della cristianità, la Vera Cristianità, i mentecatti scappano.

Sempre e soprattutto se si muovono sulla base di una menzogna.

Presto, Thiago sarebbe tornato presso le montagne del Signore del Pianeta Solitario.

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Discussioni

  1. Ciao Kenji, la rivalità (e il razzismo) dei cristiani nei confronti degli ebrei è secolare! Vissuto in varie salse, dal ghetto all’esilio sino alle nefandezze del nazismo. Tu hai saputo reintrodurre una chiave molto presente nella nostra storia e farla “girarla” alla grande nelle tue evoluzioni in ogni sua sfaccettatura attraverso le parole del tuo protagonista. Una sorta di crociata futura, in cui si continua ad uccidere nel nome dello stesso Dio. Per il resto, che dire, ottimo lavoro, come sempre! Un saluto, alla prossima!

    1. Ciao Antonino, grazie per avermi letto! Sì, hai colto l’essenza del testo, quello che volevo trasmettere. L’idea era rappresentare un personaggio razzista e con idee arretrate e la scelta è caduta sul pilota spagnolo perché, non a caso, la Santa Inquisizione in Spagna fu abolita due secoli fa con l’invasione dei francesi.

  2. Ciao Kenji, ti confesso che mi sono ritrovata nel bel mezzo di un varco dimensionale grazie al quale, dal 2057, sono stata catapultata nell’A.D. 1100. Sono atterrata nel nel mezzo del campo di battaglia di una Crociata ?

    1. Ciao Micol e grazie per avermi letto! Sì, nel racconto ho voluto rappresentare un personaggio un bel po’ antiquato. Mi sono ispirato a un romanzo di Andrea Frediani, “Jerusalem”, nel quale di discorsi del genere ce ne sono a iosa (e guarda caso è ambientato durante la Prima Crociata)…