
Smania Consapevole da Pensiero Stupendo
Serie: Elementi di Fisica Sentimentale Quotidiana
- Episodio 1: Teoria della Conservazione Cronica
- Episodio 2: Teoria dell’Elemento Sfuggente
- Episodio 3: Teoria Ondulatoria Dei Corpi
- Episodio 4: Elogio della Bugia Indaco
- Episodio 5: Teoria della Rendita Sentimentale
- Episodio 6: Entropia Quantodinamica del Matrimonio
- Episodio 7: Sindrome della Gelosia Riflessa
- Episodio 8: Rotazione Sincrona Sentimentale
- Episodio 9: Smania Consapevole da Pensiero Stupendo
STAGIONE 1
POSTULATO
In una relazione sentimentale di lunga durata, la soddisfazione reciproca nei rapporti s., il numero medio dei quali può statisticamente porsi come grandezza costante, varierà in proporzione diretta alla fantasia applicata e inversa al tempo di convivenza.
APPROFONDIMENTO
Nonostante la variabile «fantasia» dimostri un peso schiacciante e matematicamente dimostrato nei rapporti intimi, essa non gode di un sufficiente riconoscimento in termini pratici. Tale lacuna che, statisticamente, interessa uomini e donne in eguale misura, deriva da fattori principalmente culturali: la radicata convinzione che la stabilità della vita di coppia e il sentimento reciproco possano essi soli alimentare una soddisfacente vita s. può far trascurare, se non ignorare, la variabile in questione. Ciò contrasta con il fenomeno, diffuso e ricorrente, che vede l’insorgenza in età matura della c.d. «Smania Consapevole da Pensiero Stupendo», osservata su ampi strati della popolazione sia femminile che maschile. Colti da desideri insospettabili, in realtà da sempre latenti ma emersi solo al raggiungimento di una sufficiente consapevolezza, i soggetti saranno combattuti da sentimenti contrastanti, riconducibili da un lato alla paura di aprirsi e svelare i propri tabù (caso più frequente), dall’altro all’irresistibile spinta di farlo.
CONSEGUENZA
Laddove la coppia non entri in simbiosi, sia per la paura di dichiararsi, sia per un rifiuto a fronte di una chiara «proposta indecente», il percorso sentimentale diviene, inevitabilmente, accidentato. Al di là di una certa cultura buonista e retorica, se non ideologica, che nulla ha a che fare con il vissuto intimo, tale stallo è potenzialmente in grado di provocare conseguenze serie, fino alla permanente instabilità. Questo anche, e soprattutto, per il coinvolgimento di fattori personali (amor proprio, orgoglio, età che avanza/minor numero di occasioni). Se tali elementi perturbanti esondano ci si può trovare, a seconda dei casi, di fronte a due quadri inquietanti, ancorché estremamente diversi: (1) la «Stasi ipo-alcovica» dove, non essendo stato manifestato alcun desiderio proibito, i rapporti intimi si cronicizzano per trasformarsi in una periodica, abitudinaria ripetitività, con progressiva perdita d’interesse per il partner e conseguente necessità di utilizzo di sempre più cospicue capacità teatrali, e (2) la «Nevrosi da Sottrazione Indebita» , in assoluto la situazione peggiore, nella quale, di fronte a un rifiuto, il soggetto si sentirà letteralmente defraudato di una significativa porzione di vita, con insorgenza di un profondo rancore, più o meno celato, verso il partner e avvio della spasmodica ricerca di una legittima alternativa (così come percepita nella totalità dei casi).
DERIVATA
L’età matura, nelle relazioni sentimentali stabili, rappresenta un passaggio cruciale che, metaforicamente parlando, può portare la coppia in paradiso, all’inferno, o in un limbo sospeso a metà, il tutto sulla base delle scelte effettuate (o, come sovente dichiarato dai «defraudati», in proporzione al reale impegno che si vuole mettere in campo).
PARADOSSO
È stata rilevata, in un significativo numero di casi, la presenza contemporanea nei due partner di desideri proibiti, spesso compatibili, che non vengono dichiarati per la paura/ritrosia di entrambi. Si rischia di incorrere, in tali circostanze, nella peculiare situazione dei «Coniugi Inversi», quadro fenomenologico in cui entrambi cercheranno soddisfazione altrove, dando sfogo, in una prima fase, a quelle fantasie che avrebbero potuto realizzarsi all’interno della coppia se dichiarate. Dopo un lasso di tempo sufficientemente lungo avverrà, però, la paradossale “inversione”: il coniuge diverrà la distrazione mentre l’altro/altra la routine.
In alcuni casi la coppia ne uscirà perfino rafforzata, con la prospettiva di scenari inaspettati e non pianificabili a priori.
LIMITE
La presente teoria non si applica nei casi di manifesta «Sindrome dei Senza Corpo», che si intende qui nella forma cronica e bivalente (=che interessa entrambi), in cui la coppia, avendo sublimato totalmente la propria libido nel Super-Io culturale, vivrà momenti idilliaci leggendo ciascuno il proprio libro (nei casi più spinti, perfino nello stesso letto) o vivrà un idillio di condivisione televisiva grazie alle numerose trasmissioni di carattere ideologico-politico, potenzialmente foriere di completa soddisfazione.
NOTA
La presente teoria può essere così formulata:
Soddisfazione Reciproca / Media Rapporti = Fantasia Applicata / Tempo
Serie: Elementi di Fisica Sentimentale Quotidiana
- Episodio 1: Teoria della Conservazione Cronica
- Episodio 2: Teoria dell’Elemento Sfuggente
- Episodio 3: Teoria Ondulatoria Dei Corpi
- Episodio 4: Elogio della Bugia Indaco
- Episodio 5: Teoria della Rendita Sentimentale
- Episodio 6: Entropia Quantodinamica del Matrimonio
- Episodio 7: Sindrome della Gelosia Riflessa
- Episodio 8: Rotazione Sincrona Sentimentale
- Episodio 9: Smania Consapevole da Pensiero Stupendo
Durante la lettura, ho sorriso con cuore e spirito. La tua sottile ironia quantistica è una pillola di benessere alla quale, a mio avviso, ci si abitua. Mi trovi d’accordo con Francesco, La “Sindrome dei senza corpo” è uno spaccato esilarante di non-vita di coppia contemporanea, di cui hai saputo cogliere la comica essenza. La tensione costante tra realizzazione e desiderio genera una sana e duratura passione, solo se se dosata con parsimonia. Se viene ignorata, spegne la fiamma, se viene esaltata si esaurisce per autocombustione. Siamo lontani dal dono della sintesi, far from heaven. I tuoi scritti sono una grande ispirazione.
Se c’è una cosa che Francesco Pino, @biro , riesce a cogliere al volo è l’elemento critico o l’apice, il vuoto o l’assenza, il gelo o la fiamma ardente. In questo ha un talento, mi permetto di dire, giornalistico della miglior specie (di un’altra epoca).
Nascosto nel paragrafo “limite” c’è, effettivamente, l’essenza del concetto. Ammetto che la tentazione di incorniciarla in un’ironia non proprio atossica è stata forte: ammetto, in definitiva, che il dardo è scoccato.
Qualcosa non quadra nella realtà odierna ed è un dato di fatto. Mi è molto piaciuto, Passante, il tuo approccio, un sapiente navigare sottocosta (si dice così?) che consente un notevole controllo. In realtà, nessuno ci ha mai insegnato quale formula utilizzare. Da buon romano – come sai qui nella Capitale c’è una sapienza fortemente popolare – ti direi che “se non è troppo non è abbastanza”. In verità avrei anche di meglio da proporre, ma poi entriamo sul colorito e, permettimi la boutade, oggi si può dire tutto solo se non dici niente.
Il tuo apprezzamento è apprezzatissimo.
A volte una vita intera non è sufficiente per imparare l’arte della navigazione, ma che sia sotto costa o in mare aperto, non ha nulla a che fare con il controllo, come potrebbe?
Spero vorrai perdonarmi Robert, se ho comunicato le mie coordinate nell’oceano delle relazioni, i tuoi scritti conferiscono al lettore una lucida presenza, un dono prezioso in questi tempi confusi.
Grazie. Da un navigatore è davvero un gran bel complimento. Speriamo potremo sempre trovarci così.
Sensualità…..amore……il filo conduttore sfuocato……..
……ermetica descrizione di una coppia in crisi…..o in fase di rinnovamento….
Un desiderio inconscio di esperire atti sessuali nuovi…..stuzzicando fantasie che travolgono……..
Un altro da sè….proiezione del corpo e di un cuore in balia di un amore ormai consumato dal tempo….
Un conflitto….un desiderio…un mistero nostalgico ed erotico…la tensione dell’esperienza corporale verso il pensiero….un bisogno non dichiarato….una tacita confessione che manifesta un’interiorità che rincorre un desiderio nuovo…….una sorta di lontana idea di se stessi ancora viva passionale e magnifica….e immateriale nella ricomposizione sensoriale e mentale di una fase dell’amore fiorita in una dimensione ambigua……..
Sguardi intensi e voci sensuali….pensieri come carezze capaci di procurare piaceri che nessuno riesce a dare.
Il desiderio come miracolo del corpo caldo come il fuoco…..il cervello che trema….gli occhi che diventano languidi….le labbra si aprono…..
un’ipnosi….un piacere idilliaco….un’energia che affascina creando nella mente immagini appassionate……
La gioia suprema della vita che porta a quell’abbandono della personalità che è un possibile preludio all’amore……………….
………meglio non dire………………..
Carissima Migeè, non attenderò l’ultimo episodio per ringraziarti, mai abbastanza in verità.
La tua presenza costante, al di là dell’apprezzamento che fa piacere, ha avuto il pregio di regalarmi, di regalare a tutti un’esplosione caleidoscopica di emozioni. Sì, credo sia il termine più adatto, poichè riesci, con sincera passione, a “ricomporre gli elementi”. Da te sono arrivati dei magnifici Big Bang che, dopo aver avvicinato, intersecato, plasmato le mie parole, le hanno accelerate creando le condizioni per la fusione stellare.
Vorrei mettere l’accento su un punto, il più importante: le tue considerazioni, lungi dall’essere un mero esercizio di stile, sono pregne di significato. Se dovessi scegliere una parola per riassumere, in un sol colpo, il tuo stile peculiare e il contenuto, la più appropriata per me è “Senso”, termine che coniuga in sè il razionale e l’emozionale. Ecco, tutto ha senso nei tuoi commenti, nulla è lasciato al caso.
Termino con uno dei miei voli pindarici, ispirazione del momento. Ci unisce una vocale, la “e”, ripetuta due volte come in Migeè… entropia, quella che combattiamo riempiendo di significato ogni gesto, ed empatia, quella che, portata all’ennesima potenza, crea i presupposti della fusione. Questioni di cuore…
Un grazie sentito.
Con il paragrafo “limite” mi hai fatto ridere, è un po’ fantozziano, ma è vero. 😀
Stavolta la canzone credo che sia ineccepibile.
Ah ah… sì è vero, ma sai non ci avevo pensato. Immagine efficace, sicuramente. Del resto, quello per me era un cinema eccezionale: Villaggio ha portato sullo schermo una verità inoppugnabile, spingendola perfino oltre il paradosso. Proprio ieri leggevo della sua storica controfigura, fratello di quella di Reder…
Aggiungo qui un altro ricordo che, sono certo, apprezzerai, la coppia Mondaini-Vianello. L’autoironia controllata di lei, quella pungente e raffinata di lui, sapevano far ridere di cuore milioni di coppie italiane. Ricordo in particolare Casa Vianello, la sitcom che terminava, a ogni episodio, con loro nel lettone, lui immancabilmente intento a leggere il quotidiano.
Che affetto profondo il loro. E che nostalgia…
Grazie, Francesco.
Vero! Ogni puntata finiva con loro letto. “Che vita vuota, che vuota vita” 😀
Ogni volta che leggo un episodio di questa serie, sai a cosa penso? Alla voce fuori campo che introduce una commedia. Spero un giorno di vedere un film e, ascoltando la voce fuori campo, riconoscere le tue parole. E poter dire: “Io conosco l’autore, è un openiano!” 🙂 Bravo Robért.
In questa serie, molto particolare in verità, sei stata un’affezionata lettrice, insieme ad altri che non mancherò di ringraziare nel prossimo capitolo (episodio), ultimo della serie. Non siete stati tanti ma, per me, tra i migliori. Certo, so che dire una cosa così è, allargando il concetto, esporsi a una replica del tipo “oste, com’è il vino?”
Ma non tutti hanno quella intelligenza e apertura mentale di accettare che un estraneo entri, anche se solo con le sue righe, nei propri letti. Soprattutto, ed è il mio complimento più grande, pochissimi hanno ormai quella dose di sana autoironia, fondamentale per difendersi dal male del secolo: prendersi troppo sul serio. Ma quanta sofferenza c’è in giro, quanti danni ormai irreparabili.
Grazie Arianna, purtroppo questa tua visione non si avvererà perchè non sono allineato alla cultura dominante, davvero feroce per molti versi. Che poi è un modo delicato per dirti che non tutti mi amano. Però nel mio “non essere” vale davvero il motto: pochi ma proprio buoni.
❤️