Voyage merveilleux

Treviso.

Se non fosse per la fede al dito, lo sguardo così penetrante lascerebbe intendere una vita lasciva, schiava di un’irruenza ormonale primitiva, di tipo adolescenziale. 

Pulisce il tavolino del locale facendo roteare la spugna sulla superficie di legno, fissando Margherita dritta negli occhi.È sudato, carnagione scura. I lineamenti le ricordano vagamente gli indiani d’America. I pensieri di Margherita galoppano imbizzarriti: devono mancargli molto la libertà, il suo cavallo, le praterie tutt’intorno.

Margherita si accalda.

Si vede sbattuta contro un muro.

Si fissa sulle vene che gli attraversano i bicipiti.

Si sente pulsare tra le gambe.

Si innamora di sovente Margherita. Più o meno una volta alla settimana, poi le passa.

Il più delle volte di maschi noncuranti, affaccendati a fare altro.

Non prova alcun tipo di pudore nel fissare negli occhi un uomo, regge lo sguardo senza batter ciglio. Spesso è lui ad abbassare gli occhi per primo.

È un gioco che resta tale, mai nessuno si è spinto oltre avvicinandosi per rivolgerle la parola.

È uno scambio di sguardi silenziosi che rendono i respiri pesanti, i pensieri sfacciati.

Solo per pochi secondi, quelli che bastano per lavorare sull’immaginazione e portarsi a casa quella visione alla sera, nel letto, chiudendo gli occhi sul cuscino e rimpastarla, aggiungere e togliere elementi, esperienze, movimenti.

La componente fondamentale resta sempre la stessa: che non parli. Mai. Perché se apre bocca, l’incantesimo svanisce in un puff.

E puff! l’indiano d’America è un cameriere di un fast food di Borso del Grappa.

Puff! il mandingo dagli occhi di ghiaccio è un cassiere imbronciato di un discount di Volpago del Montello.

Puff! il ricco proprietario terriero in cerca di dama è un contadino infiacchito di Castelfranco Veneto.

Margherita si alza dalla sedia e, lentamente, s’incammina verso l’uscita del locale, poggiando la mano sugli schienali per non perdere l’equilibrio. 

 Fieramente priva di bastone, nonostante i novanta suonati.

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Discussioni

  1. Un inno alla libertà di pensiero e di immaginazione e, al tempo stesso, l’insegnamento che la realtà è qui e ora a Castelfranco Veneto come a Borso Del Grappa…come da qualunque altra parte.

    Con i suoi “novanta” suonati, Margherita lo sa.

  2. Un brano fantastico. Mi ripeto spesso sotto i tuoi librick, ma sono sincero li trovo irresistibili. Incisivi, divertenti e dal finale spiazzante. Un magnifico modo di usare le poche parole di cui disponi.
    Complimenti

  3. Ben costruito con un finale spiazzante. Le novantenni di oggi (considera che ne ho una in casa!), sono sveglie e vigili e non mi stupisce se qualcuna faccia ancora pensieri lascivi. Brano che ho molto apprezzato, breve, conciso e simpatico. Brava 🙂

  4. Stiloso, Immediato, pulito, breve, intenso e sorpresa finale. Ma che vogliamo di più da un racconto? Bravissima! L’ho molto apprezzato. L’agnizione finale è riuscitissima. Sfido chiunque altro a immaginare chi sia in realtà Margherita.

  5. Ahahahah! Devo ammettere che all’inizio non riuscivo a capire il tuo stile, ma una volta entrato nel tuo “mondo” non riesco più ad uscirne (Il chiavistello però non riesco ancora a digerirlo). I tuoi racconti donano momenti di sano divertimento e ottimi spunti di riflessione. Un po’ di sana follia non può fare che bene! Brava Maria.

  6. Capolavoro di sintesi e arguzia. Non ci aspettavamo niente di meno ormai da te, Maria! Infinite benedizioni a Margherita e alla sua vitalità! E un grazie a te che, con due tratti di penna, ci lasci sempre sorpresi e divertiti come un bambino davanti a un colorato e inatteso carillon!